Venerdì 5 maggio si è diffusa la notizia che un missile ipersonico russo tipo Kh-47M2 “Kinzhal” (“Pugnale” in russo), è stato abbattuto dalla difesa aerea ucraina durante l’ultimo raid missilistico, avuto luogo nella notte tra il 4 e il 5.
Secondo quanto diffuso dal media Defense Express, il vettore ipersonico sarebbe stato intercettato da un missile del sistema “Patriot” fornito a Kiev dagli Stati Uniti. Se fosse confermato, sarebbe il primo abbattimento della storia di un missile ipersonico.
Per il momento non c’è modo di avere conferma di quanto va affermando il governo di Kiev, e anche dietro le stesse esternazioni ucraine si nasconde un piccolo giallo: nelle prime ore di venerdì, infatti, Yuri Ignat, portavoce dell’aeronautica militare ucraina, aveva negato che il “Kinzhal” fosse stato abbattuto, successivamente, nella giornata di domenica 7 maggio, il ministro della Difesa Oleksiy Reznikov ha twittato che grazie al “Patriot” americano, un Kh-47M2 russo era stato abbattuto.
Le autorità di Mosca si sono rifiutate di commentare, e a quanto pare non hanno nemmeno riferito che durante quella notte l’attacco missilistico è stato condotto anche utilizzando vettori ipersonici, qualcosa che solitamente fanno ogni qualvolta li utilizzano in combattimento.
Il sito Defense Express ha anche pubblicato due foto dei presunti detriti del Kh-47, ma non è possibile né stabilire se effettivamente si tratti di questo tipo di missile, né, soprattutto, identificare il luogo dell’abbattimento e l’esatto giorno: potrebbe infatti trattarsi di foto di repertorio di un “Kinzhal” che a settembre del 2022 aveva malfunzionato precipitando nella regione di Stavropol, ma un dettaglio di quella che sembra essere l’ogiva del vettore fa pensare che, effettivamente, lo stesso abbia subito un violento impatto durante il suo volo. Il fianco della stessa, infatti, presenta un vistoso foro come se un oggetto vi avesse impattato ad altissima velocità perforandone la spessa struttura: qualcosa che mal si adatta alla spiegazione data da alcuni media russi, ovvero che si tratti di vecchie foto di un esemplare precipitato per un malfunzionamento.
Yuri Ignat, nella giornata di lunedì, ha spiegato perché inizialmente ha negato che fosse stato abbattuto il “Kinzhal”: “Non avevamo intenzione di informare immediatamente sia la popolazione sia il nemico che il missile ipersonico è stato abbattuto. Meglio lasciare che lo pensino (i russi ndr)… che cerchino dove è andato a finire il loro “Kinzhal”. Questa decisione è stata presa dalla massima leadership”. Ignat ha poi chiarito che è stato deciso di confermare la notizia solo dopo che è apparsa su diversi media.
Il giallo è stato quindi chiarito? Assolutamente no. È difficile credere che la difesa aerea ucraina sia stata in grado di abbattere il missile ipersonico “Kinzhal”, in quanto le sue maglie sono ancora “troppo larghe” tanto che anche negli stessi Stati Uniti c’è chi ritiene che Kiev abbia un grosso problema da questo punto di vista e che occorra aumentare sensibilmente le capacità della difesa aerea ucraina.
Solo poche settimane fa, l’esercito ucraino ha affermato di essere impotente contro i missili balistici e ora, senza alcuna transizione, ha annunciato la distruzione di un obiettivo che gli esperti di tutto il mondo consideravano generalmente invulnerabile. Tuttavia, questa affermazione è stata confermata da fonti ufficiali anonime del New York Times, specificando che l’informazione divulgata dagli ucraini è stata confermata con mezzi tecnici. Un’altra conferma indiretta è proprio la mancanza di reazione da parte della Russia, che come accennato, sottolinea immediatamente l’utilizzo dei suoi vettori ipersonici per questioni legate alla propaganda, declamandone l’invulnerabilità. Il silenzio di Mosca, che non ha nemmeno smentito quanto accaduto lo scorso venerdì, potrebbe essere indicativo del fatto che il missile “Kinzhal”, forse, è stato davvero abbattuto.
Tornando al lato ucraino, sempre Ignat ha tenuto a precisare di “non gioire troppo” per quanto sarebbe accaduto, in quanto i sistemi da difesa aerea moderni che l’Ucraina può schierare sono ancora troppo pochi.
È andata davvero come sostiene Kiev? Possibile, ma prima bisognerebbe capire che tipo di “Patriot” sono stati forniti a Kiev. Il PAC-2, infatti, ha una testata a frammentazione con spoletta di prossimità che è poco adatta a intercettare un oggetto che vola a velocità altamente supersonica, mentre il PAC-3, soprattutto se del tipo MSE (Missile Segment Enhancement), colpisce il suo bersaglio direttamente e lo distrugge sfruttando l’elevata energia cinetica, tanto che è uno degli intercettori più adatti per difendersi dalle testate dei missili balistici che, lo ricordiamo, quando rientrano in atmosfera viaggiano a velocità ipersoniche.
Lo stesso Kh-47M2, che viene definito come un “missile da crociera ipersonico”, in realtà non è propriamente tale: il vettore è derivato dal missile balistico a corto raggio 9M723-1 del sistema “Iskander-M”, ma dotato di booster per lo sgancio da un caccia MiG-31 modificato (versione K). Il “Kinzhal”, quindi, si comporta più come un missile balistico aviolanciato se pur sia in grado di effettuare qualche correzione di traiettoria. Il Kh-47M2 non viaggia durante tutta la sua crociera a regimi ipersonici, ma raggiunge questa velocità (secondo i russi sino a Mach 10) solo nella sua fase terminale ovvero quando sta discendendo verso il suo obiettivo. Pertanto se la difesa aerea ucraina fosse stata in grado di identificare e tracciare il MiG-31 che ha sganciato il missile, potenzialmente avrebbe potuto intercettare il “Kinzhal” o nella sua breve fase di spinta o in quella del volo di crociera, ovvero quando la velocità è minore di Mach 5 che è il limite superato il quale si entra nel campo dell’ipersonico.
Restiamo quindi dubbiosi su quanto accaduto, anche perché Kiev ha sapientemente dimostrato di saper intorbidire le acque nel campo delle informazioni rivendicando attacchi o negandone altri, ma è comunque significativo che da Mosca tutto taccia: il Cremlino potrebbe avere paura di essere clamorosamente smentito qualora negasse l’accaduto, magari grazie alla pubblicazione di foto più dettagliate del missile abbattuto.
Del resto c’è sempre la possibilità di trovarsi davanti a un colpo fortunato (e molto) così come accaduto il 27 marzo del 1999 nei cieli della Serbia quando una batteria di S-125 di Belgrado ha abbattuto per una serie di eventi particolarmente favorevoli (tra cui le comunicazioni “in chiaro” e l’uso degli stessi corridoi aerei per effettuare i bombardamenti) un F-117 statunitense, che è sempre stato ritenuto “invisibile” ai radar.
Pertanto è presto per arrivare a conclusioni che riguarderebbero principalmente l’efficacia dei “Patriot” verso i missili ipersonici, anche perché, come detto, il “Kinzhal” è un missile ipersonico concettualmente diverso rispetto ad altri attualmente in servizio o prossimi a esserlo.