Guardando l’evoluzione della situazione sul campo a sud di Kharkiv, è possibile forse parlare del più importante contrattacco ucraino a cui sta corrispondendo il momento più critico per i russi dall’inizio della guerra. Nelle ultime 48 ore le forze di Kiev sono riuscite ad avanzare lungo un fronte molto delicato. Le bandiere ucraine sono tornate a sventolare in località molto importanti, comprese tra Kharkiv e Izyum. Quest’ultima è la cittadina la cui conquista da parte di Mosca ad aprile ha permesso alle truppe agli ordini del Cremlino di attestarsi sul fiume Siversky Donetsk e minacciare Slovjansk e Kramatorsk. Ben si comprende quindi la delicatezza del momento: mai i russi erano stati costretti, eccezion fatta per l’abbandono delle posizioni attorno Kiev, a cedere così tanto territorio dall’inizio della campagna militare.

Dove si sta sviluppando il contrattacco ucraino

Per settimane gli alti comandi politici e militari ucraini hanno parlato della volontà di contrattaccare nella regione di Kherson. Un’area ben lontana dai campi di battaglia a sud di Kharkiv. Già a maggio l’esercito di Kiev ha dato idea di voler saggiare la resistenza russa lungo l’asse tra Mykolaiv, città in mano agli ucraini, e per l’appunto Kherson. Quest’ultima è stata presa dai soldati di Mosca il 2 marzo scorso e ha rappresentato il primo (e finora unico) capoluogo di regione conquistato. Da qui l’importanza politica, prima ancora che militare, data alla controffensiva annunciata dagli ucraini. Un’azione in effetti partita tra la fine di agosto e l’inizio di questo mese di settembre, ma senza quella necessaria spinta per ipotizzare una caduta di Kherson in tempi brevi.

Quasi a sorpresa però, la spinta ucraina si è concretizzata da tutt’altra parte. Da almeno una settimana Kiev ha iniziato a lanciare raid con l’artiglieria verso le postazioni della prima linea russa nella regione compresa tra Kharkiv e Izyum. Un’area definita come una vera e propria “porta del Donbass“. Gli sviluppi principali sono arrivati nelle ultime 48 ore. La pressione ucraina ha permesso prime avanzate dei soldati di Kiev in alcuni villaggi vicino a Balakleya, importante località della zona. Giovedì pomeriggio la stessa cittadina è stata presa dagli ucraini, i quali hanno in questo modo sfondato la linea di difesa avversaria. Nel giro di poche ore i mezzi dell’esercito ucraino hanno raggiunto la periferia di Shevchenkove, situata più a nord, puntando verso l’area di Kupiansk. Quest’ultima costituisce il vero obiettivo della fase attuale del contrattacco. Da qui infatti passano i rifornimenti russi diretti a Izyum.

La stessa Shevchenkove è caduta nelle prime ore del mattino di venerdì. A testimoniarlo i video pubblicati sui social dai soldati ucraini. L’avanzata è proseguita per tutto il corso della giornata. Nel pomeriggio di venerdì a cadere è stata Kupiansk.

Perché Izyum è importante per Kiev

Al mattino di sabato il contrattacco ucraino è andato avanti. I russi hanno iniziato ad evacuare anche Izyum, città strategica che rappresenta in qualche modo la vera “porta del Donbass”. Tanto è vero che ad aprile le forze di Mosca hanno impiegato alcuni dei più importanti reparti dell’esercito per conquistarla. Alle sue spalle scorre il Siversky Donetsk, il fiume cioè oltre il quale ci sono le città di Slovjansk e Kramatorsk. Ossia gli ultimi due veri grandi centri del Donbass in mano ucraina, la cui caduta segnerebbe la conquista definitiva da parte russa della regione. Presa Izyum ad aprile, Mosca è riuscita a spingersi fino alle rive del Siversky Donetsk e, grazie anche alle avanzate da Severodonetsk e dalle aree a nord di Donetsk, ad attestare le proprie truppe a ridosso della periferia di Slovjansk.

L’iniziativa russa poi si è come spenta. Probabile, secondo diversi analisti militari, che il capo di stato maggiore Gerasimov abbia voluto aspettare il ritorno dell’inverno per superare i campi paludosi oltre il Siversky Donetsk. Nel frattempo però gli ucraini, dopo aver timidamente iniziato il contrattacco a Kherson, hanno riversato molte delle proprie forze a sud di Kharkiv. L’esercito di Kiev si è ritrovato in superiorità numerica e ha sfruttato l’effetto sorpresa per avanzare. Fino a venerdì pomeriggio Izyum era indicata saldamente in mano russa. Sabato invece video e foto su Telegram e Twitter hanno confermato l’evacuazione della città da parte delle truppe di Mosca. Possibile che i comandi militari agli ordini del Cremlino hanno voluto evitare di perdere uomini e mezzi oramai rimasti intrappolati in una sacca. Izyum infatti era pressoché circondata: a nord c’erano gli ucraini, a sud ci sono le acque del Siversky Donetsk e a est c’è un altro corso difficile da guadare, ossia il fiume Oskyl.

Per Kiev prendere Izyum è importante per le stesse ragioni per cui era importante difenderla nella scorsa primavera: chiunque qui arrivi a piazzare la propria bandiera ha la possibilità di avere in mano le chiavi del Donbass.

I possibili scenari futuri

Nonostante l’avanzata ucraina, è difficile adesso tracciare uno scenario della situazione in chiave futura. Gli ucraini potrebbero sfruttare l’inerzia del momento per continuare ad avanzare. C’è però l’incognita derivante dalla necessità per le forze di Kiev di pensare a consolidare le postazioni guadagnate. Fino a che punto quindi l’esercito ucraino ha la possibilità di avere a proprio favore l’inerzia dell’iniziativa?  Dal canto loro, i russi con le ultime ritirate potrebbero aver limitato i danni. Ma per Mosca è adesso più che mai fondamentale inviare rinforzi nella zona. Questo potrebbe voler dire distrarre le forze presenti nel Donbass e rinviare per il momento ogni proposito di attacco verso Slovjansk. Mosca inoltre potrebbe sfruttare la propria aviazione per dare manforte alle truppe presenti nell’area. Anche se al momento non sono stati registrati attacchi aerei contro l’esercito ucraino nelle zone riprese da Kiev.

Fondamentale sarà osservare l’evoluzione nelle prossime ore. Si potrebbe assistere alla continuazione dell’avanzata ucraina, così come alla buona riuscita delle strategie difensive e di ritirata dei russi, in modo da arginare le forze avversarie ed evitare ulteriori propri indietreggiamenti.

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