Guerra /

Caccia di quinta generazione. Si pensa subito agli americani F-22 ed F-35, quest’ultimo presto in linea anche nella nostra Aeronautica Militare (il primo esemplare è arrivato a Brescia-Ghedi lo scorso febbraio) e oggetto di polemiche in merito ai costi di sviluppo, produzione e gestione oltre che per i numerosi problemi tecnici che una macchina multiruolo così complessa ha messo in evidenza in questi ultimi anni. E la Russia? Un po’ (troppo) tardivamente ma ha sviluppato anch’essa il proprio caccia di quinta generazione che dovrà fare da contraltare alle ultime creazioni aeronautiche di oltreoceano: il Sukhoi T-50 (o Pak Fa).

L’ultimo nato dal bureau di progettazione più famoso ed importante della Russia rappresenta perfettamente il connubio tra la tradizione russa dei caccia intercettori e le necessità stealth dei nuovi sistemi d’arma (perché così andrebbero chiamati) che solcheranno, e già solcano per quanto riguarda l’F-22 “Raptor” e l’F-35 “Lightning II”, i cieli del mondo. I T-50 che si sono visti al MAKS di quest’anno, il Salone Internazionale dello Spazio e dell’Aeronautica tenutosi presso l’aeroporto di Mosca – Zhukovsky, hanno però deluso un po’ le aspettative del pubblico: l’esibizione è risultata meno spettacolare e meno indicativa delle reali capacità del velivolo rispetto, ad esempio, a quella del Sukhoi Su-35S “Flanker E” (o Super Flanker); che sia stato per volontà dei piloti (uno di essi il famoso Sergej Bogdan, detto “Ufo” per la sua abilità di pilota) che deliberatamente hanno “tenuto a freno” l’aereo per non rivelare troppo al pubblico internazionale o che sia stato per gli effettivi limiti della macchina non è dato saperlo, dato che agli stand della Sukhoi non erano a disposizione le note tecniche del velivolo, ancora coperte da riserbo, né tanto meno il nuovo aviogetto era esposto in mostra statica, a differenza di altri aeri di fabbricazione russa come ad esempio l’ultimo nato in casa Mikoyan Gurevich, il Mig-35. T-50 che sembra avere una gestazione molto lunga, quasi più lunga dell’F-35, pur non avendone le stesse capacità multiruolo: al momento infatti siamo arrivati alla produzione del 9 esemplare di preserie e si prevede che i nuovi motori, più performanti dal punto di vista stealth (e non solo) siano disponibili solo a partire dal 2020. Un ritardo che si accumula ai precedenti (la Sukhoi fu scelta per sviluppare il primo caccia stealth russo nel 2002 ed il primo esemplare del T-50 volò nel gennaio del 2010) e che fa della macchina di Sukhoi un frutto ancora acerbo rispetto ai pari classe occidentali: l’F-22, che dovrebbe contrastare, è in servizio dal lontano 2005 ed è quindi un aviogetto a tutti gli effetti maturo rispetto al T-50 o al cinese Chengdu J-20.

Particolare menzione va alla nuova creazione del Bureau Mikoyan Gurevich, il Mig-35, evoluzione del Mig-29M e indicato come caccia di generazione 4++. L’aviogetto è stato presentato per la prima volta al pubblico durante il Salone ed ha avuto un posto d’onore nella mostra statica. Le caratteristiche di volo notate durante l’esibizione sono state rimarchevoli considerando che la cellula è praticamente rimasta invariata rispetto al Mig-29 degli anni ’80 fatta eccezione per l’abitacolo biposto: una serie di virate molto strette e passaggi ad alto angolo di incidenza ne hanno dimostrato la sua capacità di essere ancora un temibile avversario nel combattimento aereo manovrato per i caccia occidentali quali Typhoon, F/A-18 “Super Hornet” e Dassault “Rafale”. La dotazione elettronica di nuova generazione gli permette di ingaggiare fino a 30 bersagli entro i 160 km ed è capace, secondo fonti russe a dire il vero un po’ troppo ottimistiche, di un’autonomia doppia rispetto alla versione precedente pur mantenendo lo stesso carico bellico di 7000 kg. In realtà gli analisti occidentali stimano un raggio di azione di circa 1000 km , una velocità massima (in configurazione pulita ovvero senza carichi sospesi) di 2700 km/h ed una quota di tangenza massima di 17.500 metri. Per fare un confronto il nostro Eurofighter Typhoon vede gli stessi valori pari rispettivamente a 1390 km, 2500 km/h e 19.800 m.

Dacci ancora un minuto del tuo tempo!

Se l’articolo che hai appena letto ti è piaciuto, domandati: se non l’avessi letto qui, avrei potuto leggerlo altrove? Se non ci fosse InsideOver, quante guerre dimenticate dai media rimarrebbero tali? Quante riflessioni sul mondo che ti circonda non potresti fare? Lavoriamo tutti i giorni per fornirti reportage e approfondimenti di qualità in maniera totalmente gratuita. Ma il tipo di giornalismo che facciamo è tutt’altro che “a buon mercato”. Se pensi che valga la pena di incoraggiarci e sostenerci, fallo ora.