La Germania è sotto gli occhi del mondo, la sua intelligence, infatti, silentemente, mette in chiaro il ruolo di leader strategico di questa nazione, che non sembra avere alcuna intenzione di prestarsi al ruolo di spettatore sulla scacchiera della geopolitica globale.

Lo showdown dello scorso mese, che ha presentato agli occhi del mondo quello che le più svariate narrative editoriali internazionali citano come “ammutinamento” di Prigozhin, ha rivelato, secondo quanto riportato da Tagesschau, che fonti aperte citano come il più antico programma ancora esistente sulla televisione tedesca, che i servizi segreti della Germania avrebbero avrebbero saputo dei piani del gruppo mercenario russo. Tale risorsa riferisce testualmente che “il Bundesnachrichtendienst, ovvero il servizio federale d’intelligence tedesco, fosse apparentemente già a conoscenza del tentativo di colpo di stato in Russia”.

Secondo un’indagine della WDR e NDR, infatti, sembrerebbe che i servizi segreti avessero, addirittura, seguito una conversazione tra il capo della Wagner e Lukashenko. Dall’analisi delle risorse, in più, si rileva che “il BND fosse probabilmente a conoscenza anche del ruolo di Lukashenko e che quest’ultimo, avrebbe addirittura dovuto interpretare la funzione di negoziatore per garantire la sicurezza del capo della Wagner. E, qualora fosse riuscito a fermare il tentativo di colpo di stato, sarebbe stata assicurata una via d’uscita in Bielorussia, a Prigozhin, in cambio dell’impunità”.

Sulla vicenda si sono aperte importanti riflessioni che hanno coinvolto il mondo della politica interna tedesca. La questione, però, probabilmente, si è incentrata sul capire da quali fonti fossero stati raccolti tali dettagli. Proprio su questo punto, viene riportato, testualmente, che il contenuto della comunicazione tra Prigozhin e il bielorusso fosse già una cosa nota. Differentemente, invece, quello che non era notizia di pubblico dominio è che l’intelligence tedesca avesse invece acquisito tutte le informazioni solo dalle sue fonti.

Sebbene nessun altro commento sia stato rilasciato sui fatti, si è appreso da un portavoce del BND che “l’agenzia d’informazione non prende una posizione pubblica su argomenti che riguardano qualsiasi scoperta o attività d’intelligence. Bensì riferisce su tali questioni, direttamente al governo federale e agli organi competenti che si riuniscono segretamente del Bundestag”.

Le pressioni sull’intelligence per i ritardi nelle comunicazioni

La pressione calata sul BDN non è stata da poco, infatti, dalle risorse aperte si apprende che l’autorevole Spiegel International, qualche giorno prima, titolava: “L’intelligence tedesca criticata per la lenta reazione al tentativo di colpo di Stato russo”. In questa dettagliata analisi viene testualmente i riferito che, quando al Cancelliere Olaf Scholz furono fatte domande sul servizio federale d’intelligence, quest’ultimo rispose che, per quanto accaduto in relazione agli eventi dei mercenari del Gruppo Wagner in Russia, il BDN “non sapeva, ovviamente, in anticipo” quali dinamiche si sarebbero successivamente evolute.

Su tali affermazioni qualche analista ha letto un senso di protezione interna del Cancelliere per la propria agenzia. Ma si è riscontrato, come riporta Tagesschau, che “il Bundesnachrichtendienst abbia avuto solo un vago indizio di una possibile imminente rivolta del gruppo Wagner contro il Cremlino, circa una settimana prima”. E questo sarebbe compatibile con quanto raccontato dai dossier presentati dalle testate WDR e NDR. Quindi, sembrerebbe che, il cosiddetto ritardo denunciato dalle critiche, sarebbe, in realtà, da attribuirsi solo alle dinamiche temporali necessarie atte alle verifiche sulle informazioni in possesso dei tedeschi con i partner alleati. Questo, di fatto, non avrebbe consentito d’informare la Cancelleria in tempo utile, seppur, come riportato dalla stessa testata, l’intelligence tedesca abbia comunque provveduto ragguagliare il governo federale, su cosa sarebbe potuto accadere il venerdì sera e cioè il giorno prima che le truppe della Wagner occupassero le strutture delle forze armate russe e la città di Rostov.

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