Per la prima volta dalla seconda guerra mondiale, il Giappone si dota di un’unità di marines. Un segnale di come il governo di Tokyo stia puntando su una graduale ripresa della militarizzazione del Paese dopo decenni di quiescenza. Ma soprattutto di quanto il Pacifico stia diventando, in questi mesi, sempre più caldo.

Lo scopo della nuova unità giapponese è quello di contrastare una possibile forza di invasione nelle isole del Mar Cinese Orientale. Le isole sono da molto tempo nelle mire della Cina. E il Giappone teme che con la progressiva ritirata degli Stati Uniti e l’ascesa della potenza cinese, aumentino il rischio di un’occupazione di queste isole contese.





Come riporta l’agenzia Reuters, la cerimonia di “battesimo” dell’unità si è tenuta vicino alla base militare di Sasebo, a sud-ovest dell’isola di Kyushu. Qui i 1.500 soldati della Amphibious Rapid Deployment Brigade (questo il nome tradotto in inglese) si sono presentati al pubblico in tute mimetiche e attrezzature tecniche all’avanguardia, schierati per la presentazione ufficiale davanti ai più alti funzionari della Difesa nipponica. Le truppe hanno condotto una piccola esercitazione pubblica di 20 minuti in cui hanno simulato di riconquistare un’isola. Un segnale inequivocabile dello scopo per cui questa unità di marines è stata formata.

“Data la situazione sempre più complessa di difesa e sicurezza che circonda il Giappone, la difesa delle nostre isole è diventata il nostro dovere più importante”, ha dichiarato Tomohiro Yamamoto, vice ministro della Difesa.

Il Giappone si riarma

La nascita di questa brigata di marines non è così scontata per il Giappone. Le unità anfibie, infatti, mostrano che l’esercito giapponese vuole ed è in grado di proiettare la propria forza militare al di là dei suoi confini. Nella sua costituzione nata dalle macerie della Seconda guerra mondiale, il Giappone ha rinunciato al diritto di fare la guerra. E per questo i critici hanno posto alcuni dubbi alla scelta di far rinascere un’unità del genere.

Ma è un fatto che, negli ultimi anni, il Giappone, sopratutto con Shinzo Abe, abbia scelto di modificare questo carattere totalmente pacifista dello Stato. La brigata è solo l’ultima novità di una marina militare in rapida crescita che comprende nuove portaelicotteri, sottomarini, navi anfibie, navi per il trasporto truppe e nove imbarcazioni d’assalto. Il mare, per il Giappone, è fondamentale. E il governo di Tokyo considera fondamentale difendere le sue acque e le sue isole più estreme.

La sfida del Giappone alla Cina

La Cina ha superato il Giappone nella spesa per la Difesa. Nel 2018, Pechino, da sempre rivale di Tokyo, spenderà 176,56 miliardi di dollari soltanto per le sue forze armate. Una cifra che è oltre il triplo della spesa dal governo del Giappone.

In questi ultimi tempi, il governo giapponese ha mostrato una certa insofferenza nei confronti del dirimpettaio cinese. La flotta militare del dragone ha più volte realizzato manovre che hanno violato le acque territoriale del Giappone. E la Cina reclama alcune isole che per il Giappone sono strategiche. Tokyo ha già inviato i militari a tutela di alcune isole del confine estremo del territorio giapponese. Ma le minacce sono molte.

Parallelamente a questo problema legato all’ascesa della Cina, c’è la richiesta degli Stati Uniti di impegnarsi maggiormente nella propria Difesa. Per l’amministrazione americana è essenziale che gli alleati facciano di più. L’impegno Usa nel Pacifico resta enorme, soprattutto perché utile a sfidare la Cina e contenere la sua rapida ascesa. Ma Donald Trump ha già fatto capire che si aspetta un impegno economico e numerico maggiore da parte dei suoi alleati del Pacifico. A partire da quel Giappone che, proprio per la sconfitta ad opera degli Stati Uniti, ha visto imporsi una costituzione totalmente pacifista. E che Abe adesso vuole modificare.

Ma i tempi stanno cambiando. Per Washington è fondamentale che Pechino sia messa alle corde. E dopo 70 anni, sono disposti a dare il via libera a questa militarizzazione del Giappone. Non sarà un passaggio indolore. Anche perché sono molti, in Giappone, a essere critici con questa virata del governo Abe. Ma la potenza giapponese non sembra poter mantenere, ancora per molto, questo pacifismo. 

Dacci ancora un minuto del tuo tempo!

Se l’articolo che hai appena letto ti è piaciuto, domandati: se non l’avessi letto qui, avrei potuto leggerlo altrove? Se non ci fosse InsideOver, quante guerre dimenticate dai media rimarrebbero tali? Quante riflessioni sul mondo che ti circonda non potresti fare? Lavoriamo tutti i giorni per fornirti reportage e approfondimenti di qualità in maniera totalmente gratuita. Ma il tipo di giornalismo che facciamo è tutt’altro che “a buon mercato”. Se pensi che valga la pena di incoraggiarci e sostenerci, fallo ora.