Un angolo di paradiso nel cuore di una delle zone più turbolenti del Mediterraneo: compie mille anni di vita il monumento Hammam al – Samara, simbolo di Gaza, città martoriata amministrata ufficialmente dall’ANP a partire dagli accordi di Oslo, ma de facto governata da Hamas al termine di una breve ma intensa guerra civile interna ai palestinesi nel 2005.[Best_Wordpress_Gallery id=”432″ gal_title=”Hamam Al-Alil”]L’Hammam al – Samara è l’ultimo dei grandi cinque bagni pubblici della città, un gioiello costruito dieci secoli fa e che attualmente si trova tre metri sotto terra nel quartiere Zeitun, cuore della città vecchia di Gaza. Da più di mezzo secolo, questo angolo di Mediterraneo è conosciuto maggiormente per i ben noti eventi bellici e politici che sconvolgono il territorio, poco quindi si conosce della storia di una delle città più antiche di sempre, in cui i primi insediamenti umani risalgono addirittura a seimila anni fa.Un simbolo di una città dalla storia vivaceHammam al – Samara, in arabo, significa ‘Bagno dei Samaritani’; leggenda vuole che questa struttura nasca nell’epoca in cui a Gaza viveva ancora una comunità di samaritani, i quali fecero erigere delle Sinagoghe e, per l’appunto, cinque bagni pubblici che fungevano da vere e proprie SPA: di queste cinque, l’Hammam al – Samara è l’unico che è rimasto ed è sopravvissuto per mille anni grazie alla sua bellezza artistica, che ha sempre attratto gli abitanti ed i sovrani della città nelle generazioni successive. Il bagno pubblico di Zeitun, è stato ed è tuttora uno dei simboli più importanti di Gaza; resistito alle varie dominazioni che hanno interessato la zona, esso rappresenta anche uno degli ultimi esempi di architettura pre islamica all’interno della città ed è per questo che attrae tanto fascino e curiosità. Un primo importante restauro, il monumento l’ha subito grazie al governatore Mamelucco Sangar Ibn Abdallah nel tredicesimo secolo.Attualmente, è ancora visibile l’incisione in una lapide del nome del governatore dell’epoca, segno di un primo importante ritocco che però ha fatto rimanere intatte le strutture fondamentali del monumento; negli anni a venire poi, in tanto hanno provato a rivendicare la proprietà dell’Hammam, specie dopo l’espulsione dell’ultima comunità di Samaritani da Gaza, attestata intorno al sedicesimo secolo. Lo stabilimento, da allora, è stato comunque sempre sfruttato specie come luogo di ritrovo e di mondanità della città; soltanto negli ultimi secoli esso era caduto in uno stato quasi di abbandono, nel ‘900 i costi troppo elevati di manutenzione ne avevano provocato addirittura una parziale demolizione. Solo negli ultimi anni, grazie ai finanziamenti dell’Università locale e di un fondo di un Progetto di sviluppo delle Nazioni Unite, l’Hammam al – Samara è tornato al suo originario splendore, pronto a dare a Gaza un’importante testimonianza del suo vivace passato.Mille anni portati beneIl raggiungimento di un traguardo così importante, in una città come Gaza, dà ulteriore importanza simbolica oltre che artistica all’Hammam al – Samara; testimonianza dell’architettura ebraica, trasformata poi dai vari governatori arabi e dalla popolazione, oggi il monumento giace sottoterra ben recuperato e fruibile nuovamente al pubblico. Ma non solo: la particolarità della struttura, consiste nel fatto che ancora oggi sfrutta gli identici sistemi di riscaldamento originali, mai intaccati nel corso di questi primi dieci secoli di vita dell’Hammam. Una pregevolezza architettonica, ma anche un simbolo di una Gaza ben diversa da quella che oggi lotta contro la povertà inflitta da decenni di conflitto mai risolto.Per molti, la speranza è che l’Hammam al – Samara, oltre a simbolo del passato, si trasformi in un simbolo del futuro della città: non solo un’auspicabile fruizione per fini turistici, ma il monumento potrebbe essere considerato più in avanti come testimonianza di un territorio capace di rimettersi in sesto. Dopotutto, Gaza è una città come le altre, anche se la normalità e la quotidianità sono un miraggio difficile da raggiungere, più lontano anche dell’orizzonte del deserto e del Mediterraneo che circondano la città. Una chicca, una sorpresa che emerge dalle viscere di Gaza, un monumento che ha mille anni di vita, che serve a far parlare di questo territorio per motivazioni ben diverse da quelle oramai usuali. Dopotutto, per l’appunto, Gaza rimane pur sempre una città nel cuore del mondo Mediterraneo.
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