La Striscia di Gaza non sembra destinata a trovare pace. La tensione resta altissima e ora rischia di divampare di nuovo l’incendio dopo i più di 120 morti palestinesi caduti al confine.

Continuano i bombardamenti su Gaza

Questa mattina si sono vissute e continuano a vivere ore di altissima tensione. L’aviazione israeliana ha colpito Gaza dopo che alcuni razzi palestinesi avevano raggiunto il territorio israeliano, avvicinandosi pericolosamente a un asilo. Un atto su cui Israele ha deciso di rispondere in maniera durissima.





Le agenzie riportano la notizia che a Eskhol, Shaar Hanegev e Sdot Negev sono risuonate le sirene d’allarme.  La Jihad Islamica aveva promesso di vendicare la morte di tre miliziani uccisi dall’artiglieria israeliana.  “Il sangue del nostro popolo non è senza prezzo e Israele non può continuare a spargerlo senza pagare”, ha affermato un portavoce dell’organizzazione terroristica palestinese.

La rappresaglia israeliana è partita subito. Gli attacchi hanno colpito almeno due postazioni di Hamas a Nuseirat, a Khan Younis e a Deir al-Balah. Intanto, il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha convocato per il pomeriggio una riunione speciale del gabinetto di sicurezza.

“L’esercito reagirà con grande forza contro questi attacchi. Coloro che cercano di colpire Israele la pagheranno a caro prezzo”. Queste le parole del premier. Il ministro degli Affari di Gerusalemme, Zeev Elkin, ha chiesto una “risposta estremamente severa” contro Hamas. E questo nonostante sia stata opera della Jihad islamica. Segno che in Israele non si faccia troppa distinzione.

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I pescherecci palestinesi lasciano Gaza

Questa mattina, alcuni pescherecci hanno lasciato il porto di Gaza per denunciare le azioni di Israele. Il governo di Tel Aviv ormai da un decennio impone un embargo durissimo sulla Striscia. E questo impone alla popolazione di Gaza condizioni di vita molto complicate.

La flotta di pescherecci, partita dalla costa palestinese controllata da Hamas, si compone di un’imbarcazione più grande seguita da un imprecisato di altri mezzi. L’obiettivo non è ancora stato chiarito. C’è chi ritiene sia soltanto un’azione dimostrativa che rimanga all’interno delle acque sotto il controllo di Hamas. Ma c’è anche chi crede che lo scopo si quello i superare la linea rossa imposta di Israele: nove miglia nautiche.

La scelta, ovviamente, porterà a delle conseguenze. Secondo il canale Twitter di Quds Network, portale palestinese, navi della marina militare israeliana pattugliano il limite territoriale imposto ai palestinesi. E in questo momento, non sembra che da Israele siano disposti ad accettare iniziative di protesta. I più di 120 morti palestinesi negli scontri al confine sono un segnale eloquente.  E i razzi lanciato oggi dalla Striscia hanno provocato l’ira di Tel Aviv.

A bordo delle imbarcazioni sono stati portati anche malati e pazienti degli ospedali di Gaza che necessitano di cure urgenti. Insieme a loro, studenti e laureati in cerca di lavoro. Il messaggio dunque è di chiara natura politica. La Striscia di Gaza vuole la fine del blocco.

Ma è chiaro che se la tensione continua a salire, sarà difficile arrivare a una soluzione. Netanyahu non è incline al compromesso e ha dato il via libera alle forze di sicurezza. Hamas e le altre organizzazioni ora alzano il tiro e il rischio è che cerchino ad ogni costo lo scontro. 

 

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