“Lo sbalorditivo risultato di queste fughe di notizie ci suggeriscono che non siamo più in una guerra indiretta con la Russia, ma piuttosto stiamo andando verso una guerra diretta – e nessuno ha preparato il popolo americano o il Congresso per questo”. L’editoriale del Premio Pulitzer Thomas L. Friedman pubblicato sul New York Times racconta il delicatissimo momento che sta attraversando l’amministrazione Biden e la linea del presidente sull’Ucraina. Nei giorni scorsi, infatti, è scoppiata la polemica negli Stati Uniti per lo scoop dello stesso New York Times, il quale ha rivelato che “gli Stati Uniti hanno fornito informazioni sulle unità russe che hanno permesso agli ucraini di prendere di mira e uccidere molti dei generali russi morti in azione nella guerra in Ucraina, secondo alti funzionari americani”. Sempre il Nyt, a seguito di un rapporto di NBC News e citando funzionari statunitensi, ha riferito che l’America ha “fornito informazioni che hanno aiutato le forze ucraine a localizzare e colpire” la Moskva, l’ammiraglia della flotta russa del Mar Nero. Questa assistenza mirata avrebbe contribuito” all’eventuale affondamento” della Moskva da parte di due missili neptune.
La linea di Joe Biden è sempre più messa alla prova
Anche se si tratta di una conferma di ciò che si ipotizzava da mesi circa un coinvolgimento dell’intelligence Usa (e britannica), la reazione dell’amministrazione Biden è stata molto dura nei confronti del Nyt. Il Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca ha infatti accusato la testata di essere “irresponsabile”, anche se oramai è chiaro il cambio di strategia dell’amministrazione Biden che non vuole solo difendere Kiev dall’aggressione russa ma “indebolire la Russia”. Successivamente, il portavoce del Pentagono, John Kirby, a proposito dell’affondamento del Moskva, è dovuto intervenire una terza volta in pochi giorni, al fine di precisare che gli Stati Uniti non hanno fornito “informazioni specifiche per individuare la nave. Non siamo coinvolti nella decisione presa dagli ucraini di attaccare l’incrociatore”.
Secondo Friedman, uno dei più importanti e illustri editorialisti del Nyt, quando i funzionari americani “inizieranno a vantarsi in pubblico di aver svolto un ruolo nell’uccisione dei generali russi e nell’affondamento dell’ammiraglia russa, uccidendo molti marinai”, potremmo aprire alla possibilità che “Putin possa rispondere in modi che potrebbero ampliare pericolosamente questo conflitto”. Una strategia, pericolosa, secondo Friedman, perché il comportamento di Putin “non è così prevedibile come lo è stato in passato”.
Can’t fathom why US officials are discussing US helping Ukraine sink Russian ships or kill its generals. All this bolsters Putin’s narrative that Russia is a victim & distracts attention from the reality of Russian aggression & its incompetence vs Ukraine. https://t.co/HEAQLjQ90y
— Richard N. Haass (@RichardHaass) May 6, 2022
L’opinione di Friedman non è certo isolata. Trita Parsi, editorialista di Msnbc e co-fondatore e vicepresidente esecutivo del Quincy Institute for Responsible Statecraft, sottolinea che il risultato di queste rivelazioni è che gli obiettivi degli Stati Uniti in Ucraina “si espandono”, con conseguenze “potenzialmente disastrose”. Obiettivi che poche settimane fa sarebbero stati del tutto respinti ora vengono lentamente accettati. Particolarmente problematico, secondo Parsi, è il passaggio all'”indebolimento della Russia” così come dichiarato dal Segretario alla Difesa Lloyd Austin piuttosto che alla “difesa dell’Ucraina”.
A differenza di altre fughe di notizie o annunci, osserva l’esperto, la Casa Bianca ha fatto poco per smentire questo dato. E l’ex segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, ha confermato e appoggiato il cambiamento della strategia Usa. Secondo Richard Haas, presidente del Council on Foreign Relations e direttore di Foreign Affairs, tutto ciò “rafforza la narrativa di Putin secondo cui la Russia è una vittima e distoglie l’attenzione dalla realtà dell’aggressione dalla sua incompetenza in Ucraina”.
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Altri aiuti in arrivo dalla Casa Bianca
L’amministrazione Biden continua nel frattempo a fornire importanti aiuti militari all’esercito ucraino. Gli Stati Uniti, secondo quanto annunciato nelle scorse ore, invieranno all’Ucraina un ulteriore pacchetto di assistenza da 150 milioni di dollari, compreso l’equipaggiamento “ad hoc” che aiuterà il Paese a difendersi dalle forze russe. L’equipaggiamento inviato in Ucraina include 25.000 proiettili da artiglieria da 155 mm, 3 sistemi radar mobili AN / TPQ-36 Firefinder, pezzi di ricambio e apparecchiature elettroniche varie, secondo quanto ha illustrato il portavoce del Pentagono, John Kirby.
Il portavoce del Pentagono ha inoltre affermato che gli Stati Uniti hanno impegnato circa 4,5 miliardi di dollari in assistenza militare all’Ucraina da quando il presidente Biden è entrato in carica nel gennaio 2021 e 3,8 miliardi di dollari da quando la Russia ha invaso l’Ucraina. “Gli Stati Uniti continuano anche a lavorare con i loro alleati e partner per identificare e fornire all’Ucraina capacità aggiuntive per difendersi”, ha affermato Kirby. Una “guerra per procura” che sì fa, ogni giorno di più, sempre più pericolosa per la pace mondiale.