La Russia sembra aver svelato le prime immagini del nuovo elicottero da attacco che sarà costruito dal bureau di progettazione Kamov.
Già a febbraio di quest’anno vi avevamo anticipato del nuovo progetto di Mosca per un velivolo ad ala rotante capace di prestazioni molto superiori rispetto agli altri elicotteri sin’ora concepiti.
Lo stesso amministratore delegato della Rostec, società statale che raggruppa diverse industrie che operano nel campo degli armamenti, aeronautica ed elettronica, Sergei Chemezov aveva riferito alla Tass che il prototipo del nuovo elicottero da attacco sviluppato dalla Russian Helicopters Rotorcraft Manufacturer avrebbe fatto il suo debutto nel 2019.
“Il prossimo anno continueremo con il lavoro di sviluppo sperimentale del design ed il primo test di volo del prototipo potrebbe avvenire già nel 2019 o verso la fine dello stesso anno” furono le parole esatte di Chemezov.
Qualche giorno fa su alcuni siti specializzati russi sono comparse le immagini, poi riprese da Defence Blog, del render del nuovo “super elicottero” che avrà prestazioni del tutto straordinarie per una macchina di questo tipo.
Le caratteristiche del nuovo elicottero
L’elicottero avrà una velocità sconosciuta sino ad oggi alle macchine occidentali: circa 700 Km/h, quindi molto di più rispetto a quanto originariamente detto dall’Ad di Rostec (400 Km/h).
Questa incredibile velocità, pari a tre volte quella degli elicotteri attualmente in produzione, è garantita dal particolare disegno del progetto russo.
L’ultima creazione di Kamov, facente parte del programma перспективный боевой вертолет (Perspektivny Boyevoy Vertolet – prossimo elicottero da combattimento) sembra più un piccolo caccia piuttosto che un elicottero.
Dalle immagini carpite durante la presentazione tenuta da Sergei Mikheyev, accademico a capo dell’ufficio design generale del bureau Kamov dove lavora sin dal 1987, il velivolo è caratterizzato da una pianta triangolare con una estesa ala a delta composita e pianetti anteriori canard.
La parte posteriore è occupata dalle prese d’aria e dagli scarichi – che sembrano essere schermati – di due propulsori turboventola che, secondo le informazioni rilasciate a febbraio, sarebbero in grado di erogare 2400 cv di spinta cadauno, ma che, oggettivamente, per le velocità di cui si sta parlando, si può pensare che siano molti di più.
Ai lati della coda, dalla forma ogivale, si innalzano due impennaggi verticali a freccia composita che attraversano il piano alare. Le eliche sono due e, come nella migliore tradizione di Kamov, controrotanti e dotate di un nuovo disegno della parte terminale, probabilmente per evitare le vibrazioni prodotte dalla rotazione alle alte velocità.
Tra la coppia di rotori si può notare che l’albero è avvolto da una protuberanza rastremata per essere più aerodinamica, probabilmente sede di qualche dispositivo elettronico di scoperta radar o di controllo di tiro.
Il velivolo ricorda molto, più che un elicottero vero e proprio, un autogiro nella concezione, dato che la spinta è ottenuta principalmente dai motori a turboventola piuttosto che dalle pale, che servono solamente per il volo verticale e a punto fisso in quanto la portanza, verosimilmente, viene fornita dalla grande ala durante il volo orizzontale.
Come nel Kamov Ka-52 l’equipaggio di due persone siede in posti affiancati e la stessa parte prodiera del nuovo elicottero ne ricorda un po’ le linee.
Particolare molto interessante è il fatto che, oltre a punti di attacco alari per il carico bellico, l’elicottero sia dotato di due baie molto lunghe (occupano la metà centrale del velivolo) per ospitare l’armamento. Questa soluzione fa supporre che siano stati fatti degli studi per incrementare la bassa osservabilità radar del velivolo e pertanto è ragionevole supporre che sarà dotato di rivestimento in materiale radar assorbente e di qualche altro accorgimento tecnico per ridurre la traccia Ir.
La sua lunghezza è in linea con altri modelli già presenti negli arsenali russi come, appunto, il Ka-52 ed il Mi-24 ma, ovviamente, la sua larghezza è sensibilmente maggiore a causa dell’estensione dell’ala, sebbene questa non superi la circonferenza dei rotori, fattore che potrebbe essere fondamentale per un eventuale impiego imbarcato.
Il design della nuova macchina è senza dubbio avveniristico per un elicottero e le linee particolarmente pulite, unite alla scelta di dotarlo di due baie per l’armamento, rendono attendibile il dato rilasciato sulla velocità massima. Le caratteristiche effettive di volo e gli altri dettagli tecnici come autonomia e massimo carico bellico restano ancora ignote.
Considerazioni politiche sul nuovo elicottero
La modalità di divulgazione dei disegni ci pone una questione non di poca importanza: è davvero così oppure si tratta di propaganda?
La Russia storicamente non è nuova all’utilizzo della disinformazione (Desinformatsiya) attraverso i media. Diffondere notizie false e tendenziose è sempre stata una delle componenti delle misure attive dell’intelligence e nel quadro del rinnovato contrasto con l’Occidente, soprattutto per quanto riguarda le armi di ultima generazione, potrebbe trattarsi solamente di un progetto fine a sé stesso, senza effettivi sbocchi che si tradurrebbero in un velivolo operativo.
Tale scelta potrebbe essere stata presa con la finalità di lanciare in Occidente la ricerca per un dispendioso progetto similare, ma restiamo comunque dubbiosi.
D’altra parte molti progetti avveniristici russi (e prima sovietici) hanno effettivamente condotto ai sistemi d’arma che oggi conosciamo sebbene siano sempre stati circondati da un alone di inganno e falsi dati tecnici.
Lo stesso elicottero in questione arriva dopo che per mesi si era parlato di un progetto a cura dell’altra notissima industria russa, la Mil, che, come lasciato trapelare in prima istanza, avrebbe dovuto ricalcare le line del ben noto elicottero Mi-24.
D’altra parte è ragionevole supporre che entrambe le case produttrici stiano partecipando al medesimo progetto, i cui indirizzi sono stati formulati nel lontano 2008, e che pertanto le indicazioni sulla sua presentazione nel 2019, riguardino i primi due prototipi che poi saranno in concorso per la gara finale che porterà alla produzione in serie. Un modus operandi alquanto “occidentale” a ben vedere, ma che potrebbe spiegare l’eterogeneità delle informazioni che sono sino ad oggi trapelate dalla Russia.