GiĂ durante la scorsa nottata i cittadini della provincia russa di Belgorod hanno potuto notare che qualcosa di strano, in cittĂ come nei centri circostanti, stava accadendo. Nel capoluogo sono state attivate le sirene di allarme aereo, mentre il governatore della regione, Vyacheslav Gladkov, ha ammesso su Ria Novosti che alcuni paesi sono stati bombardati dalle forze di Kiev. Ma con il proseguo della mattinata, da Belgorod sono arrivate altre notizie e altre immagini. Questa volta dalla localitĂ di Grayvoron, a pochi passi dalla frontiera tra Russia e Ucraina. In alcuni video, sono stati notati movimenti al di qua del confine. Si è così iniziato a parlare di possibili movimenti di truppe ucraine all’interno del territorio russo.
Cosa sta accadendo a Belgorod
Dopo ore di indiscrezioni, intorno alle 14:00 è arrivata la prima conferma. A parlare ancora una volta è stato il governatore Gladkov. Secondo il rappresentante del governo provinciale di Belgorod, è stato registrato l’ingresso di “sabotatori e gruppi di ricognizione dell’esercito ucraino” in territorio russo. Il governatore ha precisato di essere in contatto con le autoritĂ centrali e con le forze di sicurezza: “L’Fsb – ha aggiunto Gladkov – sta lavorando per respingere il nemico”.

Da Kiev non sono giunte conferme. Si è parlato però di un’azione mossa da gruppi russi ostili a Vladimir Putin. “L’incursione dal territorio ucraino nella regione russa di Belgorod – ha dichiarato alla testata Suspilne il rappresentante dell’intelligence militare ucraina, Andriy Yusov – è condotta soltanto da miliziani russi appartenenti a due organizzazioni, LibertĂ per la Russia e il Corpo dei volontari russi“. Gruppi di opposizione quindi, di cui si è giĂ parlato nelle settimane scorse in occasione di alcuni episodi di sabotaggio avvenuti proprio nell’area di Belgorod. Il loro obiettivo, stando sempre alle dichiarazioni di Yusov, sarebbe quello di creare una fascia di sicurezza in territorio russo per prevenire attacchi di Mosca contro Sumy e Kharkiv.
Poco dopo le 14:30 sono arrivate dichiarazioni anche dal Cremlino. A parlare è stato il portavoce Dmitri Peskov, secondo cui il presidente Putin è informato costantemente di quanto sta accadendo a Belgorod e si stanno studiando piani per una risposta immediata all’azione ucraina. “Quella di Kiev – ha commentato Peskov – è un’operazione attuata per distogliere l’attenzione dalla sconfitta subita a Bakhmut“. Intanto su internet hanno iniziato a circolare anche immagini girate da alcuni cittadini. Si notano, in particolare, elicotteri russi in azione a bassa quota. Forse un primo intervento volto a bersagliare i gruppi entrati dall’Ucraina.
I gruppi che hanno rivendicato l’azione
Da Kiev, come detto, è stato specificato che l’incursione a Belgorod è stata ad opera di gruppi russi ostili al Cremlino. Le sigle in questione sarebbero quelle di “LibertĂ per la Russia” e del “Corpo dei volontari russi”. Entrambi hanno rivendicato su Telegram l’azione. In un primo video, si notano combattenti con visori notturni impegnati in operazioni nelle zone immediatamente oltre il confine ucraino. Nel corso della mattinata, sono emerse altre immagini attribuite ai militanti delle due organizzazioni. In alcune, si notano divise con una bandiera a strisce biancazzurre. Si tratta del vessillo usato da una delle due formazioni. Vessillo apparso anche in alcune bandiere posizionate nelle localitĂ che i volontari russi pro Kiev avrebbero conquistato.
C’è inoltre un altro video di rivendicazione attribuito al gruppo LibertĂ per la Russia. A parlare è un uomo con la tuta mimetica e il volto scoperto. “Siamo russi proprio come te – è la sua dichiarazione davanti la telecamera – Siamo persone proprio come te. Vogliamo che i nostri figli crescano a pezzi e siano persone libere, in modo che possano viaggiare, studiare ed essere semplicemente felici in un paese libero. Ma questo non ha posto nella Russia di Putin di oggi, marcita dalla corruzione, dalle bugie, dalla censura, dalle restrizioni alle libertĂ , dalle repressioni”. Un discorso che non ha le sembianze solo di una rivendicazione, ma anche di un vero e proprio manifesto del gruppo. “Sii coraggioso e non aver paura, perchĂ© stiamo tornando a casa. La Russia sarĂ libera!”, è la chiosa finale nella sua dichiarazione.
Le aree dei combattimenti
Scontri sono stati riportati nella localitĂ di frontiera di Grayvoron. Nelle ultime ore le immagini fatte circolare su Twitter e Telegram confermano l’esistenza di combattimenti nell’area prossima al confine con l’Ucraina. Report parlano anche di un incidente a un elicottero russo precipitato, per cause non meglio specificate, nella regione di Belgorod. Post inseriti da alcuni combattenti russi pro Kiev, hanno mostrato foto di cartelli stradali nelle localitĂ di Lyubimovka, Bezlyudovka e Churovichi, sempre a ridosso della frontiera. I mezzi filo ucraino sono partiti quindi dall’oblast di Sumy, per poi raggiungere il confine di Grayvoron. La zona interessata dalle operazioni si trova a est della cittĂ di Belgorod. Non sono stati registrati invece movimenti a sud di Belgorod, lì dove la provincia confina con l’oblast di Kharkiv, seconda cittĂ ucraina e zone pesantemente bombardata anche negli ultimi giorni. Non ci sono conferme invece di operazioni nell’altro oblast russo potenzialmente interessato dalle azioni pro Kiev, ossia in quello di Bryansk.
I possibili moventi dell’azione di Kiev
Come detto in precedenza, secondo il Cremlino i gruppi pro Kiev si sarebbero mossi su indicazione ucraina per distrarre l’opinione pubblica dalla sconfitta di Bakhmut, cittĂ del Donbass da ieri considerata interamente in mano russa. Ma dietro l’azione delle ultime ore, potrebbero esserci anche altri obiettivi. In primis, come dichiarato dagli stessi funzionari ucraini, quello di creare una zona cuscinetto nell’area di Belgorod. E questo per evitare ulteriori bombardamenti su Kharkiv e mettere in sicurezza sia la seconda cittĂ ucraina che l’oblast di Sumy.
Potrebbero poi esserci anche obiettivi legati alla controffensiva tanto annunciata verso i territori ucraini in mano ai russi. Creare azioni di disturbo a Belgorod, costringe Mosca a rafforzare i presidi militari all’interno del suo territorio e lungo le altre aree di confine con l’Ucraina. Il risultato sarebbe quello di distrarre quanti piĂą soldati russi dalle zone potenzialmente interessate dalla controffensiva. Infine non è da trascurare il fattore psicologico, fondamentale in guerra: vedere il conflitto all’interno dei propri confini, potrebbe avere un effetto deleterio per le truppe e per i cittadini.