A quanto ammonta il numero di soldati russi morti in Ucraina? Per rispondere a questa domanda, in teoria, basterebbe consultare i bollettini ufficiali emessi dal Cremlino, confrontarli con quelli registrati da Kiev e analizzarne il risultato. Come abbiamo spiegato su InsideOver, il sito di un giornale russo ha aperto una “falla” nella cortina del silenzio di Mosca rivelando l’entità delle perdite umane russe, che ammonterebbe a quasi 10mila vittime (tutto è stato poi oscurato in fretta e furia con tanto di spiegazione di hackeraggio). In più, pesano come macigni i confronti, apparentemente clamorosi, tra la quantità di vittime russe registrate nelle precedenti guerre combattute dalla Federazione Russa/Unione Sovietica e quelle emerse in una manciata di settimane dal conflitto ucraino.
In tutto questo c’è però un problema enorme che prende la forma di un’inevitabile premessa: dallo scorso 24 febbraio a oggi, per praticamente ogni notizia, è sempre più difficile individuare la linea di confine tra verità e propaganda.
Certo, la verità in tempo di guerra rischia di essere sempre relativa, ovvero diffusa con le lenti di una delle parti in causa e, dunque, viziata da una inesorabile partigianeria. Ma è pur sempre una verità da pesare e soppesare. Diverso è il discorso relativo alla propaganda, che non fa altro che mescolare le carte in tavola ribaltando la situazione a favore di uno dei due schieramenti.
L’epoca dei social network ha aggiunto ulteriore nebbia. E districarsi tra dati, numeri, dichiarazioni, accuse e cifre è diventato un lavoro alquanto complesso. Come complesso è diventato rispondere alla domanda iniziale: quanti soldati russi sono morti nell'”operazione militare speciale” lanciata da Mosca?
- Come si sta sviluppando la guerra in Ucraina
- Ucraina e Russia, quando la democrazia è un optional
- Il realismo offensivo di Putin
Le perdite dell’esercito russo
Esistono almeno tre fonti consultabili per fornire una risposta alla suddetta domanda. Tutte, va da sé, con limiti piuttosto evidenti. La prima fonte coincide con il governo ucraino. Ogni giorno Kiev diffonde la tabella con le perdite causate all’esercito russo, con una frequenza e minuziosità che ricordano tanto i bollettini diramati fino a pochi mesi fa dai vari ministeri della Salute di tutto il mondo per informaci su contagi, vittime e ospedalizzati provocati dal Covid-19.
L’ultimo bollettino aggiornato dello Stato Maggiore delle Forze Armate Ucraine parla di circa 15mila uomini russi uccisi, quasi 500 carri armati distrutti, 1.535 mezzi corazzati mandati in mille pezzi, assieme a 240 sistemi di artiglieria, 80 lanciarazzi multipli, 97 aerei, 121 elicotteri, 969 velivoli, 3 unità navali. E ancora: droni, autoveicoli e via dicendo. Insomma, un’ecatombe aggiornata con cadenza quotidiana per sottolineare quanto le truppe di Mosca siano in difficoltà (con perdite simili non potrebbe essere altrimenti). Il problema è che cifre del genere potrebbero essere viziate dalla propaganda ucraina, intesa come strumento militare da utilizzare tanto per impressionare gli avversari in merito alla loro eroica resistenza quanto per dissuaderli ad andare oltre.
- L’opinione del generale Carlo Jean: “Per Putin è una disfatta militare”
- Mariupol è oramai in mano russa: ecco come cambia la guerra
- I russi segnano il passo, ma la campagna aerea si estende ad ovest
È altrettanto vero che l’ipotesi delle “gravi perdite” di Mosca è corroborata da un fatto piuttosto singolare: da oltre 15 giorni la Russia – seconda fonte utilizzabile per stimare il numero di soldati russi rimasti uccisi – non ha più comunicato i dati relativi alle perdite del proprio esercito.
La terza fonte informativa coincide con il mondo dei media, con gli analisti e con soggetti esterni. Ad esempio, sul fronte italiano il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Giuseppe Cavo Dragone, ha affermato che i russi avrebbero perso circa 15mila uomini: “Le perdite in campo russo non sono poche, si calcola che siano intorno ai 15mila uomini. I russi hanno usato truppe molto giovani e poco motivate, gli ucraini combattono per casa loro”.
Una recente stima dell’intelligence statunitense ha collocato il bilancio delle vittime russe attorno alle 7mila unità. Un tabloid pro Cremlino, la Komsomolskaya Pravda, citando il Ministero della Difesa russo, ha scritto sul proprio sito che in Ucraina sono stati uccisi quasi 10.000 soldati russi, nello specifico 9.861 militari morti e 16.153 feriti. La testata ha subito rimosso la cifra spiegando che il sito era stato hackerato ma il giallo rimane. Anche perché stiamo parlando di numeri molto più alti rispetto a quelli diffusi nei giorni precedenti dallo stesso ministero, che aveva parlato di 498 vittime.
Il confronto con le altre guerre
Premessa obbligatoria: se non sappiamo quanti sono realmente i soldati russi morti in guerra è impossibile fare confronti scientifici con altre guerre del passato. In ogni caso, facendo la media delle cifre ufficiose fornite, emergono aspetti particolarmente inquietanti. Prendendo per buona l’analisi fornita dall’intelligence Usa (7mila russi uccisi), emergerebbe che Mosca avrebbe perso, nei primi 20 giorni di guerra in Ucraina, più uomini di quanti ne avrebbero persi gli Stati Uniti in 36 giorni di combattimenti nell’inferno di Iwo Jima, in Giappone, nella Seconda Guerra Mondiale.
Non solo: la stima di oltre 7mila soldati russi uccisi in una ventina di giorni sarebbe addirittura maggiore del numero di truppe statunitensi rimaste uccise nelle missioni effettuate in Iraq e Afghanistan in un arco temporale di 20 anni. Il Watson Institute of International and Public Affairs della Brown University stima che tra Iraq e Afghanistan, dal 2001 al 2019, escludendo la parentesi 2020-2021, sarebbero morti 7.057 soldati statunitensi.
Possiamo fare altri confronti, questa volta con le guerre del passato combattute da Mosca. In Afghanistan, dal 1979 al 1989, l’allora Unione Sovietica perse una cifra compresa tra i 13.825 e 50mila uomini, considerando il primo come il dato ufficiale e il secondo quello soppesato da ricercatori post sovietici. Nelle due guerre combattute in Cecenia (1994-1996 e 1999-2000) si parla invece di 11mila decessi ufficiali.
Nel caso in cui le stime ucraine fossero confermate, la Russia avrebbe perso più uomini in meno di un mese di Ucraina che non in nove anni e due mesi di Afghanistan e in due missioni in Cecenia. Non solo: l'”operazione militare speciale” del Cremlino rischia di passare alla storia come una delle missioni militari con più morti nella storia. Ma finché non ci saranno cifre ufficiali non possiamo fare altro che ipotesi e ragionare sulle stime. Che, al netto di tutti i limiti, ci aiutano comunque a inquadrare lo scenario.