Le nuove tecnologie informatiche, elettroniche e ingegneristiche stanno trasformando sempre più velocemente il concetto di warfare nei tradizionali domini di terra, mare, aria e spazio, soprattutto dopo l’aggiunta di quello cibernetico.
A essere maggiormente influenzata è, e sarà, la guerra aerea che, anche per via del rapporto sinergico con lo spazio e il cyber, attira le principali innovazioni tecnologiche e gli investimenti in ricerca e sviluppo. In circa trent’anni si è assistito, infatti, a un susseguirsi di novità che hanno portato gli aerei militari a trasformarsi radicalmente grazie alla capacità stealth, all’avvento dei droni (armati e non), ai nuovi sistemi di trasmissione, ricezione ed elaborazione dati, ai moderni sensori e radar capaci di rilevare potenziali minacce anche a lunga distanza, alle nuove armi e ai miglioramenti esponenziali negli equipaggiamenti dei piloti.
Le nuove tecnologie difensive
Una naturale evoluzione delle tecnologie figlia anche della necessità di sviluppare aerei e droni capaci di operare in un ambiente fortemente protetto, non solo da missili e radar ma anche da contromisure di guerra elettronica e cibernetica. Queste, oltre a mettere in pericolo aerei e droni, saranno sempre più orientata al jamming dei satelliti destinati alla comunicazione e alla geolocalizzazione rendendo praticamente impossibile operare. Ma non sono solamente i potenziali attacchi cibernetici ai satelliti o ai sistemi di bordo a preoccupare, ma anche l’evoluzione degli armamenti convenzionali aumenterà i rischi e contribuirà a ridefinire il concetto stesso di guerra aerea.
I sistemi missilistici difensivi di nuova generazione, come l’S-500 russo, obbligheranno i ricercatori e le industrie a ideare nuove soluzioni ingegneristiche per minimizzare il rischio di vedersi abbattere uno o più aerei nel caso di conflitto. Al tempo stesso, però, anche in tempo di pace i radar dei sistemi di difesa missilistica di nuova generazione potranno essere utilizzati per cercare di tracciare la rotta dei velivoli in volo, con la differenza rispetto alle capacità attuali che potranno essere visti aerei e droni a distanze decisamente maggiori.
Le capacità offensive
Come sottolineato nel Joint Publication 3-0: Joint Operation del gennaio 2017, tutti questi sviluppi tecnologici avranno un impatto diretto nelle operazioni militari, specialmente perché è in corso un cambiamento nel carattere del conflitto che rende sempre più incerta e difficile la preparazione strategica.
Per rispondere al meglio alle mutate necessità i sensori e le strumentazioni di bordo dei caccia da superiorità aerea e dei bombardieri saranno ulteriormente sviluppati, dando modo all’intelligenza artificiale (Ai) di riuscire ad apprendere e a migliorare le previsioni nel corso delle operazioni. Capacità in fase di sviluppo negli Stati Uniti su impulso dell’aeronautica con il programma Skyborg. L’evoluzione dell’Ai andrà di pari passo allo sviluppo di un’altra capacità chiave per la sesta generazione di aerei, ovvero la possibilità di controllare sia sciami di droni destinati a fare da contromisura per i sistemi di difesa missilistica sia Uav da combattimento. Caratteristica questa che sembra essere destinata a essere il passo in avanti maggiore nel futuro, tant’è che nei progetti “occidentali” (quello statunitense, Fcas franco-tedesco e Tempest britannico) è considerata un nodo cruciale nello sviluppo, così come in quelli in atto in Cina e in Russia.
Il futuro della guerra aerea?
Integrare l’attuale situational awareness con le tecnologie in fase di sviluppo permetterà di diminuire il numero di compiti per gli uomini, che opereranno anche da distanze elevate dai campi di battaglia dove saranno impegnati in misura maggiore droni da combattimento controllati dai piloti a bordo degli aerei di sesta generazione. Ma la guerra aerea del futuro passa anche attraverso gli armamenti come i missili ipersonici aria-aria e aria-terra –prossimi a essere operativi in Russia, Stati Uniti, Cina, Francia e Giappone, mentre in via di sviluppo nel Regno Unito– e le armi a energia diretta, ovvero le onde elettromagnetiche e i laser. Difficilmente nei prossimi 15-20 anni saranno sviluppate armi laser avio-trasportabili capaci di abbattere altri aerei, ma queste potranno comunque distruggere la maggior parte dei missili in volo aumentando le capacità di difesa dello spazio aereo. Ciò che è certo che se i velivoli di quinta generazione (F-22, F-35, Su-57 e, in misura minore, J-20) hanno già modificato le strategie operative, la futura generazione è destinata a cambiare radicalmente il concetto stesso di guerra aerea, obbligando i diversi Stati maggiori a pianificare nuove strategie in risposta ai cambiamenti tecnologici in atto.