Una coltre di fumo nero ha invaso domenica mattina il cielo sopra Odessa, quando le forze russe hanno sferrato un attacco missilistico contro la strategica città portuale dell’Ucraina meridionale sul Mar Nero. I russi hanno colpito una raffineria di petrolio e impianti di stoccaggio di carburante, come confermato da funzionari ucraini e russi. Il sindaco di Odessa Hennadii Trukhanov ha dichiarato durante un discorso televisivo che edifici civili sono stati colpiti, anche se non ci sono state segnalazioni di vittime, secondo la Cnn. Il consiglio comunale di Odessa ha confermato l’attacco aereo sul proprio account Telegram, affermando che alcuni missili russi sono stati abbattuti dal sistema di difesa aereo cittadino e che in alcuni distretti sono scoppiati degli incendi. La città costiera è stata per settimane un luogo di relativa calma durante l’invasione russa e un rifugio per gli sfollati ucraini dalle aree che hanno subito i peggiori combattimenti: ora, tuttavia, la situazione sembra essere cambiata e i motivi sono di carattere strategico per i russi.

Intensi bombardamenti su Odessa

Dal punto di vista strategico-militare, Odessa è fondamentale. La città costiera è infatti il più grande porto marittimo dell’Ucraina e uno dei più importanti del Mar Nero. Come ricorda la Nbc, con una popolazione di poco più di 1 milione di abitanti, Odessa è la terza città ucraina più grande dopo la capitale Kiev e Kharkiv, ed è un fondamentale snodo marittimo, sia per ragioni commerciali che ricreative. La città è sede di importanti snodi ferroviari e autostradali ed è considerata un importante centro industriale, culturale, scientifico e turistico. La storia della città moderna iniziò nel 14° secolo, quando fu fondata la fortezza tatara di Khadzhibey; passò in seguito alla Lituania-Polonia e nel 1480 alla Turchia. La fortezza fu presa d’assalto dai russi nel 1789 e il territorio ceduto alla Russia nel 1792. Una nuova fortezza fu costruita nel 1792–93 e nel 1794 furono aggiunte una base navale e una banchina commerciale. Nel 1795 il nuovo porto fu chiamato Odessa dall’antica colonia greca di Odessos, il cui sito si credeva si trovasse nelle vicinanze.

Perché è così importante per Putin

La città era il principale porto dell’Unione Sovietica sul Mar Nero e rimane un collegamento vitale, per il commercio di grano, zucchero, macchinari, carbone, prodotti petroliferi, cemento, metalli e legname. I numeri parlano chiaro: nel 2008, il porto di Odessa ha movimentato oltre 34,5 milioni di tonnellate di merci, secondo World Port Source. Inoltre, tre importanti rotte commerciali europee, inclusa la Via della Seta, passano attraverso l’Oblast’ di Odessa e il porto cittadino, collegato a più di 600 porti in oltre 100 paesi. Qui anche il petrolio proveniente da tutta l’Asia e dal Mar Caspio viene trasportato o raffinato. “La regione di Odessa è uno degli obiettivi prioritari del nemico. Il nemico sta perseguendo la tattica astuta di attaccare le infrastrutture sensibili” ha affermato in una nota l’ufficiale Vladislav Nazarov in una dichiarazione del comando regionale meridionale. Ma c’è un’altra ragione per cui la città è così importante per Vladimir Putin. Piegandola, potrebbe creare un corridoio tra il Donbass e il Mar Nero. Come spiega Il Messaggero, Putin ha dato precisi input ai generali che stanno mettendo nel mirino la città: costringerla alla resa per poi sedersi al tavolo della pace con la forza delle conquiste territoriali in Donbass e imporre condizioni a Zelensky. Maggiori saranno le conquiste territoriali dei russi, più il leader del Cremlino potrà godere di un peso negoziale maggiore sui tavoli delle trattative. E con il cambio di strategia russo, Odessa è diventata fondamentale.

Il cambio di strategia della Russia

Come abbiamo già spiegato su InsideOver, Mosca ha cambiato i suoi piani negli ultimi giorni. La scorsa settimana, infatti, il ministero della Difesa russo (MoD) ha annunciato un importante cambiamento nella sua strategia militare in Ucraina, passando dall’obiettivo iniziale di rovesciare il governo di Kiev all’obiettivo più limitato di controllare la regione del Donbass. In particolare, il 25 marzo scorso, il colonnello generale dell’esercito russo Sergei Rudskoy, vice capo di stato maggiore delle forze armate russe, ha annunciato il completamento della “prima fase” dell’”operazione militare speciale” russa, segnalando uno spostamento dell’attenzione strategica verso il Donbass.





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