SAS, Berretti Verdi ed operatori del Commandement des opérations spéciales sono da tempo impegnati in Siriain operazioni classificate. L’emittente francese France 24, poche ore fa, è riuscita ad immortalare una piccolo rischieramento occidentale interforze, impegnato nel coordinare ed eseguire un attacco contro un mezzo blindato suicida. È chiaramente visibile un sistema anticarro guidato Javelin. Secondo l’emittente francese, sul campo erano coinvolti una dozzina tra americani, inglesi e francesi a supporto di una formazione curda.Nel filmato, i soldati americani sono immortalati mentre coordinano anche il fuoco degli A-10 in copertura. Il sistema Javelin colpisce il veicolo che esplode in un enorme palla di fuoco. Colpito il bersaglio, i curdi esultano, ma ad eseguire il lancio sono stati gli occidentali.I dettagli dell’equipaggiamento, confermano la presenza degli operatori speciali statunitensi. Sono chiaramente visibili fucili d’assalto M4, un sistema di precisione XM2010, mitragliatrici leggere M249 e lanciagranate M32 Milkor da 40 millimetri.Secondo le Forze Democratiche siriane, il numero degli operatori dei reparti speciali occidentali impegnati solitamente nelle sortite è di 15/20 unità.Il filmato è stato pubblicato poche ore dopo l’annuncio di Barack Obama di schierare in Siria altri 250 Berretti Verdi che si uniranno ai 50 già presenti dallo scorso novembre. Sarebbero oltre 200, invece, gli operatori della SAS e della SBS impegnati in operazioni classificate in Siria.Nonostante le posizioni ufficiali, SAS e Berretti Verdi hanno ricevuto l’autorizzazione ad ingaggiare il nemico. I reparti speciali occidentali effettuerebbero un’incursione in territorio nemico ogni tre giorni. Parigi, quindi, ha deciso di seguire la nuova strategia di Londra e Washington: potenziamento dei contingenti e via libera a tutte le missioni dei reparti speciali in territorio siriano. L’obiettivo è quello di confondere e scardinare la catena di comando, effettuando una serie di operazioni che vanno dalla guerra psicologica e informatica alle incursioni notturne. L’esperienza francese in Africa, infine, non ha eguali negli ultimi dieci anni. Basti pensare che L’Eliseo possiede dieci basi in Africa (oltre a quelle della Legione) dislocate in Ciad, Nigeria, Mali, Burkina Faso, Senegal, Costa d’Avorio e Gabon. Quella schierata in Africa dai francesi non è una forza di peacekeeping, ma un vero e proprio esercito del tutto autosufficiente ed addestrato specificatamente nella guerriglia con operatori del “Commandement des opérations spéciales” e due compagnie della Legione Straniera per un totale di settemila soldati.

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