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“In Libia è presente un contingente militare russo guidato da Andrey Kholzakov, vice comandante delle Forze Aviotrasportate, che eseguono gli ordini dello ‘chef del Cremlino’ Evgeny Prigozhin“. Esordisce così il sito russo Proekt in un articolo-inchiesta sulla presenza di “tecnici” russi in Libia che, come traspare dai documenti pubblicati, avrebbero sostenuto le milizie del generale Haftar fornendo manutenzione ai mezzi militari, ma non solo.

Fino ad oggi non si è saputo quasi nulla della presenza di truppe regolari russe in Libia, dove continua un sanguinoso conflitto civile dal 2011. Nel 2017-2018, i media occidentali (e alcuni russi) hanno parlato, facendo riferimento a fonti anonime, dell’invio di unità di paracadutisti russi, ma la notizia non è mai stata confermata in alcun modo. Le truppe russe avrebbero aiutato le forze armate libiche nell’est del paese, quindi nella Cirenaica, a combattere il governo riconosciuto dalle Nazioni Unite, quello di Tripoli di al-Sarraj, tuttavia questa informazione non è mai stata documentata precedentemente, e i dettagli dell’intervento dell’esercito russo nel Nord Africa non erano mai stati resi noti.

Prima di addentrarci nella vicenda cerchiamo di fare il punto sui personaggi coinvolti.

I russi di Libia

Architetto di questa operazione è Evgeny Prigozhin, nato nell’allora Leningrado nel 1961, passato in gioventù per le galere sovietiche con l’accusa di truffa, associazione a delinquere finalizzata al furto e prostituzione minorile, poi diventato rapidamente un magnate dopo aver aperto uno dei primissimi ristoranti “occidentali” di alto livello e una catena di negozi di alimentari in quella che nel frattempo era diventata S.Pietroburgo, la “Contrast”.

Nel 2001 incontra Putin, che sta pranzando col premier francese Chirac, in uno dei suoi ristoranti d’élite di S.Pietroburgo, e lentamente acquista credibilità ai suoi occhi tanto da assicurasi il catering per gli eventi ufficiali (e non ufficiali) di Medvedev e del presidente russo. Quando nel 2012 Vladimir Pavlov, direttore della Voentorg (l’agenzia incaricata di fornire i servizi di catering all’esercito russo), firma un accordo che affida più del 90% del servizio di ristorazione dell’esercito a una società di Pigozhin, la “Concord”, con un contratto dal valore di 1,4 miliardi di dollari, lo “chef del Cremlino” è già diventato un magnate dell’economia russa e un uomo di fiducia di Putin.

Nel 2016 viene coinvolto nella storia dei “troll russi”, che avrebbero pilotato le elezioni americane, operando dall’area di Olgino (S.Pietroburgo), ma i legami non sono mai stati provati.

Prigozhin, è ritenuto essere anche uno dei fondatori del “Gruppo Wagner”, l’associazione di contractor russa che ha operato in Siria, in Ucraina e con ogni probabilità è stata (o lo è ancora) attiva in Libia. In Nord Africa sono stati presenti anche suoi “emissari” sotto copertura, di cui almeno un paio, come riporta Proekt, sono stati arrestati dalle autorità di Tripoli a maggio di quest’anno: il consigliere politico Maxim Shugaley e il traduttore e medico moscovita di origine araba Samer Suifan.

“L’uomo sul campo” di Prigozhin in Libia, però, è un militare di carriera e di esperienza: il tenente generale Andrey Kholzakov, 57 anni, vicecomandante delle Forze Aviotrasportate della Federazione Russa, pluridecorato reduce dell’Afghanistan, ha partecipato all’operazione antiterroristica nel Caucaso settentrionale (operazione per chiudere il confine ceceno con la Georgia nel 1999). Il generale Kholzakov è a capo di un gruppo di forze armate russe in Libia le cui operazioni non sono state rese note dalle autorità di Mosca.

Sappiamo però che nell’aprile del 2019, il comando dell’esercito nazionale del generale Khalifa Haftar ha chiesto al “comandante del gruppo” Kholzakov di “utilizzare uno Uav (Unmanned Air Vehicle)” per il rilevamento delle posizioni di artiglieria nemica e per la loro distruzione. Come risulta dal rapporto ufficiale, Kholzakov ha rifiutato questa richiesta.

L’attività dei “tecnici” russi in Libia

I documenti riportati da Proekt non contengono prove del fatto che le unità regolari russe abbiano partecipato attivamente alle ostilità in Libia. Tuttavia, ci sono riferimenti al fatto che i russi aiutarono Haftar durante un’operazione nella città di Derna: nel 2018, l’esercito di Haftar – forse con l’aiuto dei russi – liberò la città dagli islamisti. Forse i russi che hanno preso parte all’operazione a Derna non sono soldati in servizio attivo, ma appartenenti a una compagnia militare privata affiliata a Prigozhin, meglio conosciuta come “Gruppo Wagner”.

Molto probabilmente, il quartier generale del gruppo russo in Libia si trova a Bengasi, città della Cirenaica controllata dall’esercito di Haftar. Questo è stato indirettamente confermato dalla corrispondenza, che si riferisce alle ripetute richieste di Haftar di ridistribuire il “quartier generale russo” più vicino alla prima linea, che si trova ad ovest di Bengasi.

Le dimensioni del contingente militare russo in Libia non sono esattamente note. Tuttavia, i documenti contengono informazioni sulla dimensione dell’unità ausiliaria impegnata nella riparazione di equipaggiamento militare per l’esercito di Haftar: sarebbero 23 i tecnici russi coinvolti in operazioni di manutenzione dei mezzi militari delle milizie del generalissimo libico.

In un prospetto si legge, infatti, che personale russo hanno revisionato e rimesso in linea di combattimento un certo numero di mezzi militari di fabbricazione russa utilizzati dalle milizie di Bengasi. Tra di essi 100 Mbt tipo T-55, 35 T-62, 10 T-72, 77 Bmp 1, 210 Btr 60 e numerosi altri. L’artiglieria revisionata includeva anche 20 obici semoventi 2S1, sei lanciarazzi multipli Bm-21 e un singolo obice semovente 2S3.

Il documento rivelato dal media russo afferma anche che sono stati acquisiti e installati pezzi di ricambio per 18,8 milioni di rubli (278mila dollari), ma non specifica, come già accennato, se il personale tecnico russo impiegato in questo servizio di supporto sia composto da militari o da contractors del “Gruppo Wagner”, possibilità quest’ultima, maggiormente plausibile.

Sono arrivate anche nuove armi russe in Cirenaica. Nell’articolo/inchiesta si legge che “tre voli di Il-76 sono stati fatti quotidianamente per consegnare armi russe dagli Emirati Arabi Uniti attraverso la Giordania”. Tracce di questo ponte aereo sono state scoperte il 26 luglio 2019, quando proprio due aerei da trasporto militari di questo tipo, che potevano trasportare armi per le truppe di Haftar, sono stati colpiti da fuoco nemici e sono andati distrutti nelle vicinanze di Derna.

In base ai numeri di registrazione dei velivoli, si può stabilire che l’operatore degli Ilyushin 76 era la compagnia ucraina Europe Air, utilizzata, tra le altre società, per il transito di merci russe in Medio Oriente e Nord Africa.

La penetrazione russa in Libia

Sebbene non si abbia certezza assoluta di quanto riportato da Proekt sulle attività dei “tecnici” e dei “consiglieri militari” russi in Libia, è ragionevole supporre che Mosca non sia restata con le mani in mano durante il conflitto interno che sta opponendo Haftar ad al-Sarraj e alle milizie islamiche.

Nonostante il Cremlino si sia sempre detto favorevole ad una risoluzione del conflitto e al raggiungimento della stabilità del Paese, la situazione caotica in Libia ha aperto la possibilità ad una penetrazione russa in quel importante settore del Nord Africa, soprattutto a fronte del ritiro, più o meno ufficiale, degli Stati Uniti che hanno preferito delegare il sostegno ad al-Sarraj a quei Paesi dell’Ue che hanno parteggiato per il Governo di Unità Nazionale di Tripoli.

Già nel gennaio del 2017, infatti, il generale Haftar firmò un accordo di cooperazione militare con la Russia a bordo della portaerei Admiral Kuznetsov mentre era in transito al largo delle coste libiche al termine del suo turno operativo nel Mediterraneo Orientale durante la campagna di Siria.

In quella occasione, oltre a colloqui con il ministro della Difesa Shoigu in videoconferenza da Mosca, ci fu la visita a Tobruk di una delegazione di militari russi, probabilmente proprio per definire i termini della cooperazione militare tra Haftar e Mosca. Recuperare la Libia nella propria sfera di influenza sostenendo quello che sembra, a tutti gli effetti, il vero uomo forte, è sicuramente uno degli obiettivi della Russia che aspirerebbe ad avere anche un presidio militare di qualche tipo – probabilmente una base navale – in Cirenaica così come avviene per la Siria.

Quello che frena Mosca dal sostenere apertamente Haftar è il fatto di essere ancora legato fortemente agli Stati Uniti e all’Occidente: il generale, infatti, non intende rinunciare alla cittadinanza americana e la sua famiglia vive negli Stati Uniti, inoltre sta negoziando con i Paesi europei (in particolare con la Francia) e arabi, pur accettando l’assistenza russa. “Vi sono serie ragioni per ritenere che in caso di vittoria politico-militare, Haftar non sarà fedele agli interessi della Russia”, riassume uno degli strateghi politici di Prigozhin in un documento intitolato “Per il Ministero della Difesa”.

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