Il conflitto in Ucraina ha fornito numerosi video che testimoniano le operazioni belliche spesso girati da semplici cittadini armati di smartphone. Alcuni di questi, quando riprendono aerei ed elicotteri in volo a bassa quota, mostrano i velivoli lanciare un grande numero di “razzi luminosi” il cui scopo non sempre viene compreso dal grande pubblico. Non sono infatti dei razzi, bensì di flares, ovvero degli artifici pirotecnici che producono un intenso calore che vengono emessi da appositi lanciatori integrati nella fusoliera dei velivoli per sviare i missili con guida all’infrarosso (o IR), ovvero capace di dirigere l’ordigno verso una fonte di calore. I flares, come si può vedere dai numerosi video diffusi sui social, vengono lanciati da un aereo, o da un elicottero, in “raffiche” per confondere il sistema di ricerca del missile, che può essere lanciato da terra o da un altro velivolo.

Durante il conflitto in Ucraina, infatti, i cacciabombardieri russi tipo Su-24, Su-25 e Su-34 che hanno effettuato attacchi al suolo, sono stati inquadrati da sistemi missilistici spalleggiabili (definiti MANPADS) come gli Stinger di fabbricazione americana o Strela-2 di origine sovietica/russa. Anche i caccia hanno missili che puntano una fonte di calore: l’AIM-9 “Sidewinder” statunitense, ad esempio, è uno di questi insieme al russo R-73 (AA-11 Archer in codice NATO). Gli elicotteri non sono al riparo da queste minacce, e infatti, come si vede nei filmati, durante un attacco spesso e volentieri fanno largo uso di flares per evitare di essere colpiti. Durante l’azione lampo all’aeroporto di Gostomel, effettuata nelle prime ore del conflitto, gli elicotteri Mil Mi-8 e Mi-24 accompagnati dai Kamov Ka-52 che hanno trasportato le truppe d’assalto russe, come possiamo vedere nel video, hanno fatto largo uso di questi artifici pirotecnici. In un altro video sono due cacciabombardieri da attacco al suolo russi tipo Su-25 (Frogfoot in codice NATO) a usarli mentre erano in azione sul Donbass. I primi sensori IR dei missili erano in grado di operare su una banda dell’infrarosso corrispondente ad oggetti molto caldi, come ad esempio l’ugello di scarico del motore di un velivolo ed erano ingannabili anche da altre fonti, come il Sole. La seconda generazione di sistemi di guida IR è invece in grado di “vedere” anche oggetti di temperatura inferiore, come la parte frontale di un aereo. I flares normali non erano più del tutto adatti, e così sono stati sostituiti da alcuni più sofisticati capaci di imitare le radiazioni caratteristiche del metallo incandescente, e non semplicemente un fuoco ad altissima temperatura. Per sviare i missili in arrivo un velivolo ha anche altre strumenti, che vanno a coprire lo spettro delle onde radar: un missile lanciato da un caccia può, infatti, essere a guida radar attiva o semi attiva. Per cercare di evitare di essere colpito, un pilota può sganciare i chaff, ovvero delle “pagliette” di materiale radar riflettente che si disperdono in una nuvola nell’aria e servono per “accecare” e confondere i radar avversari. Questa scoperta è stata fatta più o meno parallelamente a quella del radar e i chaff (anche detti window) sono stati impiegati per la prima volta in battaglia già durante la Seconda Guerra Mondiale. Un altro sistema di inganno per i radar da ricerca o tracciamento avversari sono le contromisure elettroniche attive, che vengono trasportate su un velivolo in modo integrato alla cellula oppure in un pod esterno che si aggancia alla fusoliera o sotto le ali.