La battaglia finale, che con ogni probabilità deciderà il futuro dell’acciaieria Azovstal, a Mariupol, ha appena preso il via. L’esercito russo ha iniziato l’ennesimo, ma forse anche l’ultimo, assalto contro la struttura. “Gli occupanti hanno preso d’assalto l’Azovstal, cercando di entrare nell’impianto”, ha fatto sapere l’agenzia ucraina Unian. L’informazione è stata confermata dal vice comandante del reggimento Azov, anche se mancano ancora numerosi dettagli.

Il sindaco di Mariupol, Vadym Boychenko, ha dichairato alla francese Bfmtv che dentro l’edificio ci sarebbero ancora oltre 200 civili. “Ci sono più di 200 residenti civili rimasti nel territorio della fabbrica, tra cui più di 20 bambini”, ha affermato il primo cittadino.

Dopo giorni di tentativi di evacuazione andati a vuoto, l’ultimo la scorsa domenica, in mattinata alcuni bus sarebbero dovuti arrivare a Mariupol per attendere il rilascio dei cittadini. In un primo momento sembrava che tutto stesse procedendo per il meglio. “Un convoglio con un primo gruppo di evacuati dall’acciaieria Azovstal ha iniziato a muoversi dalla città costiera di Berdiansk, 85 a ovest di Mariupol, verso il territorio controllato dall’Ucraina. Ma rimane molto difficile per migliaia di persone a Mariupol lasciare il territorio controllato dai russi”, informava lo stesso sindaco Boychenko. Ad un certo punto si è capito che i conti dei bus non tornavano, e che la fragile tregua per consentire la fuga degli ucraini dall’acciaieria era saltata.



L’assalto russo

Mentre tutti si aspettavano il semaforo verde per l’evacuazione finale dei civili dall’inferno di Azovstal, ecco l’annuncio del Ministero della Difesa russo. Le forze russe e della repubblica separatista di Donetsk (Dpr) hanno iniziato a colpire le postazioni di attacco del Battaglione Azov all’acciaieria, e questo dopo che gli uomini dello stesso battaglione e dell’esercito ucraino hanno violato il regime di cessate il fuoco.

A quanto pare, i russi stanno usando aviazione e artiglieria. “Sono usciti dai seminterrati, hanno occupato postazioni d attacco sul territorio e negli edifici dell’impianto. Ora unità dell’esercito russo e della Dpr, usando artiglieria e aerei, hanno iniziato a distruggere queste postazioni”, ha riferito il dicastero citato dall’agenzia Ria Novosti. Il portavoce del Ministero, Vadim Astafjev, ha sottolineato che i militari ucraini sono uscite dalla struttura iniziando a sparare. “Ora unità dell’esercito russo e della Dpr, usando artiglieria e aerei, stanno distruggendo queste postazioni di fuoco”, ha aggiunto lo stesso Astafjev.

Ritardi e bus scomparsi

Dicevamo dell’evacuazione. In mattinata il convoglio umanitario sotto l’egida delle Nazioni Unite e della Croce Rossa, con gli sfollati dall’acciaieria di Mariupol, si è spostato verso Zaporizhzhia, in ritardo sulla tabella di marcia a causa dei controlli effettuati dai militari russi ai checkpoint nei territori occupati attraversati dal corridoio. Al centro commerciale dove era previsto l’arrivo dei profughi sono continuati ad arrivare alla spicciolata altri autobus provenienti da punti caldi della regione di Zaporizhzhia, come Vasylivka e Tokmak, dove si sta intensificando l’offensiva russa.

Tutto in discesa? Nemmeno per idea, visto che, ad esempio, soltanto tre dei 14 autobus previsti in un convoglio sarebbero riusciti a raggiungere il territorio controllato dal governo ucraino. “Il destino delle persone che si trovano nei restanti undici autobus è sconosciuto: questi undici autobus sono scomparsi da qualche parte, dovevano andare verso Zaporizhzhia nella parte controllata del nostro Stato, ma si sono persi da qualche parte”, ha detto il sindaco di Mariupol citato da Interfax Ukraine. Gli autobus “si perdono in questi centri di filtraggio, purtroppo, gli occupanti rapiscono i nostri residenti, e oggi questo sta succedendo”, ha aggiunto Boichenko. È tuttavia impossibile confermare o smentire le dichiarazioni del primo cittadini di Mariupol.





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