Sale la tensione tra Israele e Libano. Due droni israeliani sono caduti in territorio libanese senza essere stati colpiti dall’antiaerea. Il primo è esploso all’alba, a pochi passi da un centro media di Hezbollah, partito sciita sostenuto dall’Iran; il secondo, carico di esplosivi, nella periferia sud della capitale Beirut, nel quartiere di Dahyeh, nota roccaforte del Partito di Dio. L’incidente non ha provocato morti ma potrebbe presto far riaccendere le ostilitĂ , mai sopite, fra due Stati ancora formalmente in guerra tra loro.
I droni israeliani precipitati in Libano
Hezbollah ha confermato l’accaduto, anche se mancano numerosi elementi per poter ricostruire l’esatta dinamica della vicenda. I droni, armati e controllati a distanza, sono caduti in due aree in cui è forte la presenza del partito sciita, nemico giurato di Israele, senza essere stati colpiti da alcun missile nemico. Un portavoce del partito ha spiegato che la caduta e la conseguente esplosione di uno dei droni ha provocato ingenti danni agli uffici di comunicazione di Hezbollah, gli stessi che ospitano la tv Al Manar. Si è trattato di un incidente o di un atto volontario ad opera di Israele per colpire un alleato dell’Iran? In serata è atteso un commento del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah.
Una rappresaglia contro Hezbollah?
Dalle sue parole capiremo come reagirĂ il Partito di Dio, una fazione politica fondamentale in Libano, dove tra l’altro è rappresentato sia nel governo che nel parlamento. Hezbollah è tuttavia considerata un’organizzazione terroristica da Stati Uniti e Israele. L’ultimo grande scontro tra i filo-iraniani e Tel Aviv risale al 2006, quando lo Stato ebraico condusse una guerra di 33 giorni contro Hezbollah in risposta al rapimento di due militari israeliani. Il conflitto fu particolarmente cruento e provocò quasi 1400 morti. La guerra in Siria è stata una nuova scintilla che ha riacceso lo scontro tra le due fazioni, dal momento che i libanesi sostengono il presidente siriano, Bashar al Assad, insieme ai Guardiani della rivoluzione iraniana. Negli ultimi mesi gli aerei israeliani hanno usato – e continuano a usare – lo spazio aereo libanese per colpire la Siria.
Israele contro l’Iran e i suoi alleati
La caduta dei due droni è arrivata poco dopo che Israele aveva lanciato due attacchi aerei vicino Damasco contro obiettivi collegati all’Iran e ad altre milizie sciite. Secondo il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, era imminente un attacco ai danni di Israele. Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno confermato l’attacco contro diversi obiettivi nel villaggio siriano di Aqraba, a sud della capitale siriana. Qui, stando alle parole del portavoce delle Idf, Ronen Manelis, i Guardiani della rivoluzione iraniana erano in procinto di pianificare un’aggressione nel nord di Israele mediante l’utilizzo di droni armati. “Continueremo a lavorare contro l’Iran e i suoi alleati, con determinazione e responsabilitĂ per garantire la sicurezza al nostro paese” ha aggiunto l’esercito israeliano. Netanyahu ha invece citato un brano del Talmud per riferirsi all’operazione ai danni dell’Iran: “Se qualcuno si alza per ucciderti, uccidilo per primo”.
Questo è quello che sostiene il governo israeliano, anche se l’Iran smentisce che, durante i raid, siano state colpite sue postazioni. In ogni caso, il generale e politico iraniano, Mohsen Rezaei, ha detto all’agenzia nazionale Irna che “le misure che Israele e gli Stati Uniti stanno attuando congiuntamente in Siria e Iraq sono contrarie al diritto internazionale. E Siria e Iraq risponderanno presto”. Tuttavia, secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, durante i raid sarebbero morti due combattenti del movimento sciita libanese Hezbollah e un iraniano.
La mossa di Israele ha prodotto un’escalation anche nel vicino Libano, infuriato per i due droni israeliani esplosi nel proprio territorio. Per quanto accaduto, Tel Aviv è stata accusata di alimentare la tensione. “Quanto avvenuti è un palese attacco alla nostra sovranità – ha tuonato il primo ministro del Libano, Saad Hariri – questa nuova aggressione costituisce una minaccia alla stabilitĂ regionale e un tentativo di spingere la situazione verso una maggiore tensione”. Al di lĂ di quello che accadrĂ nelle prossime ore, Israele e Iran hanno utilizzato la Siria per regolare i propri conti. E il Libano è stato coinvolto nella mischia.