La Cina? Gli Stati Uniti sono convinti che Pechino starebbe valutando di inviare armi a Mosca. Nel corso di un’intervista rilasciata a Cbs News, il direttore della Cia, Bill Burns, ha confermato l’ipotesi secondo cui il governo cinese potrebbe pensare di spedire aiuti militari alla Russia, che il Cremlino impiegherebbe nella guerra in Ucraina.

Burns ha aggiunto che la Cina non avrebbe ancora preso una decisione definitiva e che, al momento, non ci sarebbero prove di spedizioni effettive di attrezzature letali. L’amministrazione di Joe Biden, oltre a monitorare la situazione, intende dissuadere la Cina dall’effettuare azioni azzardate.

Secondo quanto riferito da fonti dell’intelligence Usa alla Cnn nei giorni scorsi, Pechino starebbe valutando l’invio a Mosca di forniture di droni e munizioni da usare nella guerra in Ucraina.

Non ci sono conferme ufficiali. Eppure, nelle ultime ore, il settimanale tedesco Der Spiegel ha pubblicato un articolo nel quale vengono elencate diverse prove sospette che indicherebbero una chiara volontà cinese di sostenere la Russia.

Droni kamikaze per Mosca?

“Siamo molto preoccupati che la Cina stia considerando di fornire un supporto letale alla Russia nella sua aggressione contro l’Ucraina”, dichiarava un preoccupatissimo Anthony Blinken alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco. Secca la replica di un portavoce del ministero degli Esteri cinesi: il segretario di Stato Usa la smetta di diffondere sciocchezze e falsità.

Attenzione però, perché mentre Stati Uniti e Germania avvertono la Cina di non consegnare armi alla Russia, stando alle informazioni ottenute dal settimanale tedesco Pechino sarebbe in trattativa con Mosca per la vendita di 100 droni d’attacco, che potrebbero essere consegnati già ad aprile.

In particolare, l’esercito russo sarebbe impegnato in negoziati con il produttore cinese di droni Xi’an Bingo Intelligent Aviation Technology in merito proprio alla produzione di massa di droni kamikaze da inviare in Russia.

Bingo avrebbe (il condizionale è d’obbligo) accettato di produrre e testare 100 prototipi di droni ZT-180 prima di consegnarli al ministero della Difesa russo entro l’aprile del 2023. Lo ZT-180, per inciso, sarebbe in grado di trasportare una testata da 35 a 50 chilogrammi.

Documenti falsi

Le fonti consultate dallo Spiegel ritengono inoltre che il design del veicolo aereo senza pilota cinese potrebbe essere simile a quello del drone kamikaze Shaheed 136 iraniano. L’esercito russo ne ha dispiegati centinaia nei suoi recenti attacchi contro l’Ucraina per prendere di mira edifici residenziali, centrali elettriche e impianti di teleriscaldamento. In un secondo momento, poi, Bingo prevederebbe di fornire componenti e know-how alla Russia in modo tale che Mosca possa produrre da sola circa 100 droni al mese.

Come se non bastasse, ha aggiunto lo Spiegel, la Cina avrebbe avuto piani da almeno un anno per fornire all’esercito russo parti di ricambio per i caccia SU-27 e altri modelli, tramite società sotto il controllo dell’Esercito popolare di liberazione cinese. Non solo: sarebbero stati realizzati piani per falsificare i documenti di spedizione per far sembrare che le parti per gli aerei militari fossero parti di ricambio per l’aviazione civile.

Lo scorso gennaio, l’emittente pubblica olandese NOS ha riferito che i microchip olandesi sarebbero stati consegnati all’industria della difesa russa tramite società cinesi. Il governo di Berlino sostiene che Pechino starebbe anche consegnando droni disponibili in commercio ai clienti russi, che possono essere utilizzati anche per scopi di ricognizione. Questi droni verrebbero consegnati alle forze russe da società di import-export controllate dalla Cina attraverso gli Emirati Arabi Uniti. Ripetiamo: non ci sono ancora prove ufficiali ma le indiscrezioni iniziano ad essere sempre più pressanti.

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