Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è uscito per la seconda volta dal Paese dopo l’invasione russa per raggiungere il Regno Unito. Dopo Washington, sarà Londra la seconda tappa raggiunta da Zelensky in un viaggio che, non a caso, lo porta dal secondo, grande alleato nella guerra di resistenza contro Mosca. E in serata lo porterà a Parigi, con vista Bruxelles.

Dopo che a inizio anno Boris Johnson aveva raggiunto Zelensky a Kiev, oggi a fare gli onori di casa è stato il primo ministro Rishi Sunak. Zelensky ha innanzitutto visitato le truppe ucraine addestrate in Gran Bretagna come unità d’élite delle forze armate. In seguito ha visto Sunak a Downing Street e si prepara a vedere Re Carlo III a Buckingham Palace.

Nel mezzo, ha parlato a Westminster di fronte al Parlamento convocato appositamente in seduta straordinaria. Londra tributa un onore importante al suo alleato sul campo nella guerra-ibrida contro Mosca, condotta con massicci rifornimenti di armi, l’egemonia degli aiuti a Kiev in campo europeo, il rilancio della proiezione del Regno Unito in Europa orientale e una pressione notevole sull’Unione Europea.

Zelensky arringa la Camera

Ai Comuni Zelensky ha collegato la resistenza degli ucraini al sostegno di Londra: “In Gran Bretagna il re è un pilota dell’aeronautica e in Ucraina, oggi, ogni pilota dell’aeronautica è un re”, ha affermato Zelensky.

Mostrando il casco di un pilota, Zelensky ha lanciato nuovamente un appello a fornire gli aerei, leggendo una frase scritta sul lato del casco dal pilota a cui apparteneva: “Abbiamo la libertà, dateci le ali per proteggerla”. L’incontro che avrà con re Carlo sarà “un momento veramente speciale”, ha dichiarato il presidente, chiedendo jet da combattimento, nuove sanzioni a Mosca e un processo a Putin.

Il presidente è tornato a invocare oggi dinanzi al Parlamento britannico l’obiettivo di portare dopo la guerra dinanzi alla giustizia internazionale Vladimir Putin e i responsabili russi, additandoli ripetutamente come “il male”. Ha poi insistito sulla necessità di mettere fine “all’impunità” di Mosca e d’imporle in futuro di pagare per la ricostruzione dell’Ucraina. “La libertà – ha detto – vincerà e la Russia perderà”.

Lo scopo del viaggio di Zelensky

Parlare a Londra perché Bruxelles intenda. E mandare a Emmanuel Macron il messaggio chiaro della necessità di sostenere l’Ucraina.

Zelensky ha promosso una serie di campagne politiche volte a promuovere la causa ucraina di fronte all’Ue. Alla quale chiede diverse cose: innanzitutto, una serie di sanzioni efficaci nel decimo pacchetto in via di discussione; in secondo luogo, la marginalizzazione di chi come l’Ungheria appare depotenziare il sostegno all’Ucraina; in terzo luogo, garanzie sulla ricostruzione futura del Paese, magari con vista ingresso nell’Unione.

Infine, armi, armi e ancora armi. Non a caso Sunak ha annunciato l’arrivo di missili a lunga gittata per l’Ucraina prima dell’atterraggio di Zelensky, definito “una testimonianza del coraggio, della determinazione e della lotta” dell’Ucraina contro l’invasione russa.

E non è da escludere che Zelensky, dopo Londra e Parigi, tocchi terra a Bruxelles per partecipare al Consiglio Ue. Sarebbe, in tal caso, l’occasione per un primo incontro con il premier italiano Giorgia Meloni e il primo contatto fuori dall’Ucraina con il cancelliere Olaf Scholz. Passare da Londra significa per Zelensky ottenere un risultato notevole in termini d’immagine alla vigilia di una sessione decisiva per definire il sostegno Ue a Kiev.

Dunque, visitando Sunak e il governo conservatore britannico, mostrando l’unità d’intenti tra maggioranza e opposizione laburista e incassando nuovi invii di armi e sostegno d’intelligence, Zelensky intende fare pressione sull’Ue e sperare in una convocazione alla corte di Ursula von der Leyen e dei Ventisette che si troveranno il 9 e il 10 febbraio per discutere le strategie europee per il 2023.

Perché proprio ora

Il tempismo non è indifferente e cade nell’era dei grandi cambiamenti nel governo e nell’ascesa di falchi come Kyrylo Budanov al vertice della Difesa, segno di una volontà decisa di proseguire nella guerra di resistenza. Mentre l’offensiva russa di fine inverno sembra avvicinarsi, Zelensky vuole armi e sostegno, facendo dunque sponda col “partito” più anti-russo dell’Ue (dalla Polonia ai baltici) e con coloro che seguono a tutto campo la linea atlantica, Italia, Finlandia e Svezia in testa.

Sperando che Francia e Germania acconsentano a una nuova escalation nel sostegno all’Ucraina. Anche, se non soprattutto, per non sfigurare di fronte a Londra. Fuori dall’Ue ma mai decisiva quanto oggi nel dettare la linea geopolitica ai Ventisette.

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