Dopo aver quasi archiviato ormai il conflitto in Siria, l’Iran sposta la sua attenzione verso i territori palestinesi. Portali d’informazione sia israeliani che palestinesi riportano la notizia di una ritrovato accordo tra il partito di Hamas e Teheran.
Hamas elogia il supporto di Teheran
Secondo Al Araby il leader di Hamas a Gaza Yahya al-Sinwar avrebbe espresso parole entusiastiche nei confronti dell’Iran. “Il supporto militare iraniano per Hamas e al Qassam è strategico. Le nostre relazioni sono tornate ad essere fantastiche e stanno ritornando ad essere quelle di un tempo. Ogni giorno costruiamo missili e continuiamo l’addestramento militare”.
L’Iran è pronto per la causa palestinese
L’apertura del leader di Hamas ha trovato il benestare della controparte iraniana. Secondo il quotidiano Asharq al-Awsat, lo scorso mese ci sarebbe stata una visita di una delegazione di Hamas presso Teheran. Proprio durante quest’incontro il Ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif avrebbe espresso l’impegno iraniano nel contesto palestinese. “Siamo pronti a mettere da parte qualsiasi disaccordo [con Hamas] per la causa palestinese e per l’unità del mondo musulmano”, così ha dichiarato il Ministro iraniano. Il riavvicinamento tra Iran e Hamas arriva proprio quando il conflitto siriano sembra essere giunto alla fine.
Era stata proprio la guerra civile in Siria a scatenare le divergenze ideologiche tra Hamas e Teheran. Il partito palestinese si era infatti schierato con i gruppi ribelli sunniti, con i quali condivide per l’appunto l’impostazione religiosa. I rapporti dal 2014 erano dunque arrivati ai minimi storici. Finché addirittura nel 2015 Hamas aveva dichiarato di “non ricevere più alcun finanziamento dall’Iran”. La parziale risoluzione del confitto siriano ha ora appianato le divergenze.
Hamas e Iran si preparano alla guerra
Rimane dunque da capire se l’asse Teheran-Gaza abbia la semplice intenzione di rinforzare le capacità militari di Hamas, oppure abbia in agenda un’azione offensiva nei territori israeliani. Secondo il portale israeliano Time of Israel le intenzioni bellicose sarebbero evidenti. Il leader di Hamas ha infatti dichiarato che gli aiuti militari e gli addestramenti ricevuti daranno la forza per “la preparazione della battaglia per la liberazione della Palestina”. Se le dichiarazioni di Hamas non sembrano sicuramente concilianti, anche la stessa Gaza, dove Hamas ha il suo quartier generale, pare essere diventata un vaso di Pandora.
Gaza è diventata “invivibile”
Solo lo scorso 24 agosto il giornale The Independent riportava un’analisi dettagliata sulla condizione economico sociale di Gaza a tre anni dall’ultimo conflitto. “Gaza is on the brink of a humanitarian crisis” (“Gaza è sull’orlo di una crisi umanitaria”), così titolava il pezzo dell’Independent. A conferma di questo titolo catastrofico il giornalista riportava una serie di dati. Solo un terzo delle 11.000 case distrutte nel 2014 sono state ricostruite, chi è rimasto senza deve ora adattarsi con tende e mezzi di fortuna. Il tasso di disoccupazione è mediamente stabile al 41% con punte del 60% per i giovani.
La Striscia di Gaza rimane poi sotto la costante minaccia della forza aerea israeliana. A ciò si deve aggiungere che il 96% dell’acqua di Gaza non è considerata sicura e l’elettricità funziona in media solo tre ore al giorno. Infine un rapporto ONU dello scorso giugno descriveva la Striscia di Gaza come “invivibile”. In una simile situazione non si può non pensare che quel 60% di giovani disoccupati possano rappresentare un allettante bacino di future leve per Hamas.
Una nuova guerra in Medio Oriente?
Sono molti dunque gli elementi che fanno propendere all’avvicinarsi di un conflitto che coinvolga Israele, Hamas, Iran e non solo. Giusto un mese fa infatti Donald Trump dichiarava come Hezbollah fosse una minaccia non solo per il Libano, ma per tutta la regione”, non escludendo dunque un intervento congiunto con Israele per “liberare” il sud del Libano dalle milizie sciite. Si prepara dunque la resa dei conti tra Israele e i suoi storici rivali.