A causa della sua storia e per via della sua posizione geografica altamente strategica, Odessa aveva tutte le carte in regola per essere considerata un’imminente vittima dell’offensiva di Mosca. Soprattutto nella prima fase della guerra, quando l’inerzia del conflitto sembrava essere nelle mani del Cremlino. Nonostante le minacce, qualche missile ricevuto e una pressione costante che si faceva sempre pià asfissiante, la città portuale situata nell’Ucraina meridionale è rimasta in piedi.
L’esercito russo non è ancora riuscito a scalfirla, né via terra, né via mare, tanto meno utilizzando la via aerea. Già, perché la contraerea locale, considerata la migliore del Paese, è più volte entrata in azione abbattendo diversi missili sparati dalla flotta russa piazzata nel Mar Nero.
Inoltre, ora che l’incrociatore Moskva è stato affondato, e che Vladimir Putin ha perso il controllo delle acque limitrofe, Odessa può tirare un sospiro di sollievo. In ogni caso la città si era comunque mobilitata ed era pronta a combattere con le unghie e con i denti. La sua spiaggia è infatti diventata un campo di mine, mentre all’interno della città erano spuntati vari centri di distribuzione alimentare nella speranza di sopravvivere a un probabile assedio. Un assedio ormai sempre più improbabile, vista la nuova situazione sul campo di battaglia.
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La svolta del Mar Nero
Dicevamo dell’affossamento del Moskva. Ebbene, senza questo colosso a proteggere il resto della flotta russa con missili e radar, le navi di Mosca risultano quasi inutili. Almeno, se l’obiettivo di Mosca continua ad essere quello di tentare un assalto a Odessa, magari nel tentativo di aprire un nuovo fronte.
Che si tratti di un incidente avvenuto a bordo, come sostiene il ministero della Difesa russo, o che si tratti di uno strike causato dal lancio di missili ucraini Neptune, il risultato non cambia. la Russia ha subito un colpo durissimo perdendo, allo stesso tempo, la nave più forte che aveva a disposizione nel Mar Nero e il controllo della stessa area marittima.
Le prime avvisaglie della rigenerata risolutezza ucraina, e delle conseguenti difficoltà russe, erano ben rappresentate dai tentativi di Kiev di ostacolare la marina di Mosca utilizzando i fastidiosissimi droni Bayraktar. Insomma, al momento la situazione sembrerebbe essersi ribaltata, con la Russia che ha forse salutato le ambizioni di un predominio militare nel Mar Nero e l’Ucraina in grado, adesso, di resistere ad eventuali sbarchi che possano prendere di mira Odessa.
La controffensiva ucraina
Grazie al nuovo equilibrio, Kiev può liberare le forze presenti a Odessa per dislocarle altrove. Ora che non c’è più il timore di uno sbarco, l’Ucraina è pronta addirittura a una controffensiva. Dalla città portuale già nelle prossime ore potrebbero “liberarsi” la 34ma brigata meccanizzata – ovvero un contingente formato da veterani, lo stesso che ha arginato i russi a Mykolaiv – oltre a carri armati, semoventi e artiglieria.
Come ha sottolineato Repubblica, l’esercito ucraino ha due opzioni sul tavolo: usare le forze di Odessa per contrattacare i russi a Kherson, l’unica città occupata a ovest del fiume Dnper, oppure impiegarle per rinforzare le difese nel Donbass, dove Mosca sta pianificando il suo prossimo assalto. Non sappiamo quale sarà la scelta finale ma, sostengono gli esperti, l’entrata in campo di queste forze fresche in uno dei due scenari potrebbe cambiare le sorti della guerra.