Pasqua di guerra per gli ortodossi ucraini e russi, in questa che è di sicuro una festività carica di significato per coloro che, nonostante il conflitto in corso, provano a ricordare come il cristianesimo sia una religione di pace.

Vladimir Putin non ha voluto tenere in considerazione l’eventualità che alla Pasqua ortodossa coincidesse quantomeno un cessate il fuoco momentaneo. In queste ore, stanno continuando l’assalto a Mariupol, l’offensiva russa ad Odessa e la pioggia di fuoco che sta interessando il Donbass, dov’è concentrata buona parte di quella che i russi chiamano “operazione speciale”.

L‘Ucraina, dal canto suo, non può che continuare a difendersi, segnalando le vittime di quelli che sono già stati definiti “bombardamenti di Pasqua”. A soppesare la gravità delle azioni compiute dall’esercito russo ci ha pensato Liudmila Denisova, la commissaria ai Diritti umani che, come ripercorso dall’Adnkronos, ha stilato una sorte di bollettino tragico: “L’esercito russo continua a bombardare attivamente città pacifiche in Ucraina e continua a uccidere civili”, ha fatto sapere via Telegram. E ancora: “La regione di Kherson è sull’orlo di una catastrofe umanitaria”, ha aggiunto.

Sulla Pasqua ortodossa è intervenuto anche il presidente degli Stati Uniti Joe Biden: “Durante questo momento sacro – ha premesso -, preghiamo per tutti coloro che stanno soffrendo a causa della brutalità della guerra e della persecuzione. Piangiamo con tutti coloro che hanno perso i propri cari o che temono per la loro incolumità e ci impegniamo a lavorare per la pace, per la libertà e la sicurezza di tutte le persone”, ha dichiarato il Commander in Chief degli Usa. Blinken ha invece citato la “resilienza” come valore che anima lo spirito degli ucraini in queste festività e non solo.

La situazione religiosa, tra Ucraina e Russia, è più complessa che mai. Dopo lo scisma da Mosca degli ortodossi ucraini che risale a qualche anno fa, stanno aumentando le realtà che erano rimaste legate alla Chiesa ortodossa moscovita  e che adesso hanno già manifestato, nei fatti e nelle dichiarazioni, intenzione di sganciarsi dalla “dipendenza”, per così dire, dal patriarca Kirill, che ha preso le parti dello “Zar” rispetto alla guerra in Ucraina, segnalando i rischi della “occidentalizzazione” del Donbass, citando le “processioni gay” e non solo.

Le “prediche delle autorità ortodosse ucraine sono piuttosto rappresentative: “Se Cristo ha sconfitto la morte, anche l’Ucraina potrà risorgere”, ha detto, durante l’omelia di Pasqua, padre Andrei Golovin, sacerdote di una chiesa ortodossa di Bucha. E ancora: “Noi celebriamo, mentre loro continuano a versare sangue come ispirati da Satana”. Il clima tra ortodossi ucraini ed ortodossi russi, insomma, non è mai stato così acceso.

Golovin, che ha rilasciato alcuni virgolettati all’Ansa, si è anche augurato che papa Francesco possa recarsi nei luoghi interessati dalla guerra per verificare con “i suoi occhi”. Alcune polemiche hanno accompagnato la Via Crucis cristiano-cattolica di quest’anno per via della presenza – quella che alcuni hanno considerato “equidistante” – di una donna ucraina e di una donna russa.

I toni, come riporta sempre l’Adnkronos, stanno ormai scavando un solco profondo tra Kiev e Mosca anche sotto il profilo del dialogo religioso. Lo stesso che può essere considerato interrotto: Il metropolita Onuphury, che fino a qualche settimana fa guardava al patriarca Kirill come al vertice della sua realtà ecclesiastica, ha parlato di “disastro” in relazione alla guerra mossa da Putin in Ucraina e, sempre riferendosi al presidente della Federazione russa, ha domandato di mettere la parola “fine” a quello che questo emisfero di ortodossi ucraini non fa che ritenere un “conflitto fratricida”.

Se il presidente Volodymyr Zelensky ha parlato della guerra come di un virus, il battaglione Azov, attraverso il comandante Svyatoslav Palamar, ha segnalato a sua volta, citando anche “bambini innocenti”, come i russi stiano continuando a bombardare durante le ore che accompagnano la Pasqua.

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