Sono partner commerciali, si spalleggiano per contrastare gli Stati Uniti e stanno pure tentando di modificare l’attuale ordine globale, secondo loro eccessivamente sbilanciato verso tornaconti e valori occidentali. Eppure, da quando è scoppiata la guerra in Ucraina, Cina e Russia non potrebbero avere interessi più contrapposti. Se Mosca punta ad allontanare la Nato dai suoi confini, a costo di sacrificare ogni legame con l’Occidente, Pechino non ha alcuna intenzione di mandare in fumo accordi e commesse dorate, tanto con l’Europa quanto con l’America.
Per Washington e Bruxelles, la posizione della Cina risulta alquanto ambigua. Al contrario, per il Dragone non c’è alcuna ambiguità, visto che la Repubblica Popolare ha dato sfoggio di un elevato grado di pragmatismo diplomatico difficilmente digeribile da Europa e Stati Uniti. Il governo cinese, infatti, ha condannato il conflitto ma non si è unito alle sanzioni economiche che hanno colpito il Cremlino; auspica il raggiungimento della pace ma non ha alcuna intenzione di fare pressione su Vladimir Putin per convincerlo ad accelerare il processo negoziale. Siamo di fronte, in poche parole, a modi completamente diversi di concepire il mondo. Ma l’aspetto più curioso è un altro. Vista e considerata la mole d’investimenti effettuata da Pechino a Kiev e dintorni, in Ucraina la Cina sta subendo danni economici non da poco. Per di più causati direttamente dal proprio socio in affari.
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Interessi economici a rischio
Secondo i dati del Servizio statistico di Kiev, nel 2019 la Cina ha scavalcato la Russia diventando il più grande partner commerciale dell’Ucraina, con un commercio complessivo di 18,98 miliardi di dollari e un incremento di quasi l’80% rispetto al 2013. Le esportazioni ucraine verso la Repubblica Popolare, principalmente materie prime come minerale di ferro, mais e olio di girasole, nel 2021 hanno ammontato a 8 miliardi di dollari, mentre le importazioni dalla Cina, per lo più macchinari e beni di consumo, sono state pari a 10,97 miliardi di dollari. Un altro dato interessante è il seguente: la Cina è diventata il più grande importatore di orzo ucraino nella campagna di commercializzazione 2020-21. Circa il 30% delle importazioni di mais del Dragone risalenti allo scorso anno, oltre 8 milioni di tonnellate, proveniva dall’Ucraina.
Reuters ha scritto che le grandi aziende cinesi con attività in Ucraina comprendono il conglomerato alimentare statale Cofco, i costruttori statali China Pacific Construction Group e China Harbor Engineering Co (Chec) e il gigante delle telecomunicazioni Huawei Technologies. Altri numeri: alla fine del 2019, stando ai dati cinesi, gli investimenti diretti delle imprese cinesi in Ucraina ammontavano a 150 milioni di dollari; l’ambasciata ucraina in Cina ha invece fatto sapere che, nei primi tre trimestri del 2020, le aziende cinesi hanno investito 75,7 milioni di dollari in progetti in Ucraina.
Giusto per capire meglio l’importanza del Dragone in Ucraina, nel 2016 Cofco ha lanciato un terminal per il grano nel porto marittimo di Nikolaev per un valore di 75 milioni di dollari nell’Ucraina meridionale. Nel 2019 Chec ha completato un progetto di dragaggio nel porto di Chornomorsk. Come vedremo, un anno più tardi China Pacific Construction Group ha firmato un accordo per la costruzione di una linea metropolitana nella capitale Kiev, mentre Huawei, che ha aiutato l’Ucraina a sviluppare le sue reti mobili, nel 2019 ha vinto la gara per l’installazione della rete 4G nella metropolitana di Kiev. La stessa Huawei, nel 2020, era inoltre stata scelta per contribuire a garantire e migliorare la difesa informatica e la sicurezza informatica dell’Ucraina. Nel 2021, China Longyuan Power Group Corporation, il più grande produttore di energia eolica della Cina, ha costruito e messo in funzione un grande parco eolico nella città di Yuzhne.
Gli investimenti cinesi in Ucraina
I bombardamenti russi hanno preso di mira – o comunque messo a rischio – diversi asset cinesi o realizzati dalla Cina. L’elenco di questi asset è piuttosto lungo e impossibile da riportare nella sua totalità. Limitandoci agli investimenti più strategici, la lista include, ad esempio, la metro di Kiev, in particolare la linea due che collega la capitale all’aeroporto internazionale di Boryspil, le infrastrutture portuali di Mariupol, la metro di Kharkiv, il serbatoio di stoccaggio di carburante COFCO, sempre a Kharkiv. E ancora: il terminal di Odessa e il parco eolico di Zhitomyr.
Nel 2011 è stato firmato un accordo con la Export-Import Bank of China e la China National Machinery Industry Complete Engineering Corporation (CMEC) per la realizzazione di una linea capace di collegare Kiev all’aeroporto Boryspil. La banca ha fornito un prestito di 372,3 milioni di dollari (327,6 milioni di euro), mentre il CMEC è diventato appaltatore del progetto. Non è finita qui, perché SINOMACH e la sua controllata China National Complete Construction Engineering Co hanno intrapreso un percorso per costruire rispettivamente la centrale elettrica a gas Crimea Serkino e la ferrovia leggera dell’aeroporto di Kiev Sky Express. Nel novembre 2017, il governo della città di Kiev ha firmato un accordo di cooperazione per la costruzione della linea 4 della metropolitana di Kiev con China Railway International Group e China Pacific Construction Group (China Consortium).
Soldi in fumo
Sempre in Ucraina, China Railway International Group Co ha intrapreso la costruzione e la fornitura di progetti abitativi a prezzi accessibili. Per quanto riguarda il campo dell’energia, un anno prima dello scoppio della guerra, nell’aprile 2021, POWERCHINA e Ukrainian Wind Farm LLC hanno firmato un contratto per un progetto di energia eolica da 800 MW nei distretti di Nikolsk e Mangus. Valore contrattuale: 999 milioni di dollari, il più grande accordo di cooperazione stretto dell’Ucraina in questo campo (mai avviato per via dello scoppio del conflitto). Nel settembre 2021, Goldwind, produttore multinazionale cinese di turbine eoliche, ha firmato contratti per il progetto eolico ucraino Zophia 337,5 MW e l’Ochakov 288 MW. Longyuan Power, il più grande produttore di energia eolica in Cina e in Asia, ha un progetto di energia eolica in funzione in Ucraina nell’oblast di Odessa, l’Ucraina Yuzhny Wind Power Project.
Sul fronte dell’agroalimentare, nel 2014 Cofco International, una filiale di Cofco, è entrata nel mercato ucraino. Prima dello scoppio del conflitto Cofco International controllava 7 fulcri strategici in Ucraina e 4 granai lungo la direzione est-ovest del fiume Dnepr. Nel 2016 è stato ufficialmente messo in funzione il terminal DSSC costruito da Cofco Agriculture, una società interamente controllata da Cofco, a fronte di un investimento di 75 milioni di dollari. Il terminal – come scritto precedentemente – si trova nel porto commerciale marittimo di Nikolayev, interamente di proprietà e gestito da Cofco Agriculture. La sua attività principale? Esportazione dil mais. La portata totale del terminal era stimata in 2,5 milioni di tonnellate all’anno e la capacità di stoccaggio in 143.000 tonnellate. Avrebbe dovuto diventare l’impianto di trasferimento di prodotti agricoli più avanzato dell’Ucraina.
Ricordiamo, inoltre, che nel 2017, le autorità di Kiev avevano deciso di aderire alla Belt and Road Initiative (Bri), una scelta motivata dall’esigenza di attrarre investimenti, soprattutto nel settore delle infrastrutture. Adesso gran parte di questi investimenti sono andati distrutti o compromessi a causa della guerra.