Si chiama Mop, acronimo che sta per Massive Ordnance Penetrator. È una delle più potenti bombe che ci siano al mondo insieme alla Moab (Massive Ordnance Air Blast), la “mother of all bombs” usata per la prima volta in azione in Afghanistan ad aprile del 2017 sganciata da un MC-130 “Combat Talon II” o “Slick” C-130, l’unico velivolo in grado di trasportarla date le sue imponenti dimensioni, e la Foab, una bomba termobarica russa che, che con le sue 44 tonnellate di Tnt equivalente sembra essere la più potente bomba convenzionale del mondo (a detta di Mosca).
Sebbene la Mop sia più piccola della Moab, ha delle dimensioni e dei pesi di tutto rispetto: la bomba, denominata ufficialmente Gbu-57, è lunga infatti 6,2 metri con un diametro di 80 centimetri e ha una massa complessiva di 13,6 tonnellate di cui 2,4 sono rappresentate dalla carica esplosiva. Per fare un paragone la Moab ha un peso di 10 tonnellate ma ha una carica esplosiva di 8,4 rappresentata da H6, una mistura di Rdx (Ciclotrimetilenetrinitroammina), Tnt e alluminio. La Moab, infatti, non è progettata per penetrare bersagli corazzati, ma per colpire obiettivi d’area che distrugge tramite la sovrappressione ed il calore.
La Mop, invece, nasce esplicitamente per colpire obiettivi corazzati, o induriti come si dice in gergo militare: risulta che possa penetrare 60 metri di cemento armato in grado di resistere alla sovrappressione di 5mila Psi (circa 350 chilogrammi per centimetro quadrato).
Ad oggi il bombardiere stealth B-2 Spirit è l’unico aereo in grado di utilizzare la Gbu-57 a livello operativo, sebbene i bombardieri B-52H abbiano sganciato alcune di queste armi durante passati test. Anche il futuro bombardiere stealth B-21 Raider sarà probabilmente in grado di trasportare le Mop, in quanto rientrano nella dottrina statunitense del Prompt Global Strike, ovvero la capacità di effettuare un attacco convenzionale in breve tempo in qualsiasi parte del mondo.
La Mop deriva dal progetto di un’altra bomba, la Big BLU, proposto dalla Northrop-Grumman e Lockheed-Martin nel 2002 e presto abbandonato. L’invasione dell’Iraq del 2003, però, mise l’Usaf davanti alla necessità di avere ordigni in grado di penetrare efficacemente i bunker nemici, così la Boeing l’anno successivo riesumò il progetto e sviluppò la Gbu-57, che effettuò il suo primo test nel 2007. Il primo ordine per 8 di questi ordigni arriva a febbraio del 2011, ma attualmente non si sa esattamente il numero di Gbu-57, nelle sue varie versioni, presenti nell’arsenale dell’Usaf, sebbene già a settembre del 2011 risulta fossero circa 20.
Sappiamo, come riporta The Drive, che ci sono stati ordini successivi e che da quella data un certo numero di ordigni è stato usato in vari test. È probabile che il numero totale di armi disponibili sia aumentato negli ultimi anni. Nel febbraio 2018, l’Usaf aveva annunciato che stava acquistando un numero imprecisato di Mop dalla Boeing, che probabilmente sarebbero stati anche nella configurazione Gbu-57E/B. Il mese prima, Bloomberg aveva riferito che un programma di “quarto aggiornamento” per gli ordigni era stato completato e che anche le bombe esistenti nelle scorte erano state modificate.
La Mop è stata pensata appositamente per colpire, con un attacco di precisione, gli spessi bunker utilizzati dall’Iran per la sua ricerca nucleare oppure utilizzati dalla Corea del Nord per celare sia le sue infrastrutture nucleari sia i veicoli di lancio per i missili balistici.
Lo sviluppo della bomba è stato infatti accelerato di pari passo con il peggiorare della crisi per il nucleare iraniano, ed è tornata utile anche come strumento di deterrenza per la successiva crisi nordcoreana. La Mop venendo trasportata dal B-2 è un efficace mezzo di primo colpo: il bombardiere, infatti, si avvicina al bersaglio eludendo i radar avversari e sgancia l’ordigno restando invisibile sino al momento dello scoppio.
In effetti un tale sistema è efficace anche contro i siti corazzati di comando, comunicazione e controllo: un obiettivo primario che verrebbe colpito immediatamente all’inizio di possibili ostilità per creare confusione e “accecare” il nemico. La Mop, con la sua alta capacità di penetrazione data dalla sua massa, riuscirebbe a penetrare uno spesso strato di cemento armato per poi esplodere: la sua spoletta a scoppio ritardato, montata sulla coda della bomba per proteggerla, la farebbe detonare nel cuore dell’obiettivo. Grazie al suo carico bellico, e alla guida Gps della bomba, un B-2 potrebbe bersagliare con due ordigni un obiettivo particolarmente indurito: il primo colpo servirebbe per “ammorbidirlo”, mentre il successivo servirebbe a distruggerlo completamente.
Il B-2, come accennato, è l’unico velivolo che ha visto un aggiornamento mirante a migliorare le capacità convenzionali di “bunker busting”: il programma dell’Air Force noto come Hdbtds (Hard and Deeply Buried Target Defeat System). Secondo il bilancio del budget dell’Usaf per l’anno fiscale 2020, questi aggiornamenti includono una modifica non specificata “principalmente basata sul software” per la Mop che mira a migliorare la capacità Hard and Deeply Buried Target Defeat System, ovvero del sistema di bordo per colpire bersagli induriti o sepolti in profondità.