Guerra /

La Corea del Nord, dopo aver sospeso per mesi i test missilistici, ha effettuato un lancio multiplo lo scorso 4 maggio dal poligono di Wonsan e, per la prima volta, oltre a dei razzi tipo Mlrs (Multiple Launch Rocket System) da 240 mm e 300 mm (Kn-09), è stato testato il missile balistico a corto raggio (Srbm) Kn-23, visto per la prima volta durante la parata militare tenutasi a febbraio a Pyongyang.

Il 25 luglio scorso, sempre nei pressi di Wonsan, è stato effettuato il terzo lancio di quelli che sono stati identificati come due missili sistema Kn-23. I vettori sono ricaduti nel Mar del Giappone dopo aver raggiunto un apogeo di 50 chilometri e aver percorso rispettivamente 430 e 690 chilometri dal punto di lancio.

L’ultimo test missilistico della Corea del Nord, avvenuto il 6 agosto, ha riguardato quello che è sembrato un missile diverso rispetto al Kn-23, sebbene risulti molto simile per alcuni aspetti.

Il Kn-23, il missile Iskander di Pyongyang

Il Kn-23 è un sistema missilistico a corto raggio (Srbm) mobile, montato su veicolo ruotato di tipo Tel (Transporter Erector Launcher), che ricorda molto il sistema Iskander di fabbricazione russa.

Secondo le stime occidentali il missile con una testata bellica di 500 chilogrammi è in grado di avere una gittata di 450 chilometri, mentre questa aumenta sino a 690 con una testata dal peso minore. Il vettore misura approssimativamente 7,5 metri di lunghezza, ha un diametro di 0,95 metri ed il suo peso si aggirerebbe intorno ai 3400 chilogrammi.

Il Kn-23 sembrerebbe essere dotato di una discreta manovrabilità che gli permetterebbe di cabrare nelle fasi terminali del volo, quindi di essere un missile in grado di mettere in difficoltà i sistemi antimissile avversari, al pari dell’Iskander russo. Resta comunque non chiaro se davvero sia dotato di un sistema di guida sofisticato in grado di fargli effettuare manovre evasive e mantenere la precisione.

In effetti c’è chi specula che il Kn-23 sia stato costruito con l’ausilio di tecnici stranieri e non sia solamente la copia nordcoreana del missile di fabbricazione russa.

Le linee del vettore, oltre ad essere simili all’Iskander, ricordano anche quelle del sudcoreano Hyunmoo-2b, un Srbm mobile lanciato da un veicolo mobile che può trasportarne uno in un apposito canister di lancio.

Un missile nuovo?

Quello del 6 agosto scorso, come detto, risulta però essere un missile diverso dal sistema Kn-23. Dalle immagini che ci sono pervenute spicca immediatamente come il veicolo di lancio sia del tipo cingolato in luogo del Tel ruotato: il mezzo ricorda moltissimo quelli statunitensi per i missili Mgm-140 Atacms (Army Tactical Missile System).

Lo stesso corpo del missile è leggermente diverso da quello del Kn-23: pur avendo grossomodo lo stesso profilo di volo e gittata appare infatti più largo rispetto al precedente.

Secondo alcuni analisti si tratterebbe, in effetti, di un nuovo vettore, provvisoriamente denominato Kn-25, che potrebbe essere la versione nordcoreana proprio del Mgm-140 americano.

C’è chi sostiene che, se così fosse, si aprirebbe l’ipotesi che, per la prima volta nella storia della Corea del Nord, vi siano due tipologie di sistemi in gara tra di loro sul modello di quanto avviene in Occidente e soprattutto negli Stati Uniti, dove ogni nuovo sistema d’arma viene scelto tra almeno due concorrenti.

Non bisogna però dimenticare che la Corea del Nord non è un Paese aperto ai meccanismi del mercato libero e che tutta la produzione interna è nelle mani di uno Stato che agisce come un’unica “azienda”. Inoltre non è nota, attualmente, l’esistenza di diverse case produttrici di armamenti come avveniva in Unione Sovietica o in Cina.

Conoscendo la metodologia della linea di produzione e di testaggio dei sistemi missilistici nordcoreani è ragionevole supporre che entrambi i sistemi siano frutto della stesso programma di approvvigionamento e che verranno prodotti in parallelo almeno fino a quando uno dei due non avrà dimostrato di essere palesemente più performante rispetto all’altro.

La Corea del Nord, infatti, non procede in questi casi come avviene in Occidente: non esiste uno sviluppo scandito in precise fasi con diversi test sino all’ingresso in servizio, bensì, quando un vettore viene ritenuto in grado di funzionare, viene immediatamente usato in esercitazioni a fuoco che fungono anche da test. Il fatto che i lanci siano stati multipli e accompagnati da sistemi diversi, come in quello di maggio, è indice proprio di questa metodologia particolare.





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