L’avanzata talebana in Afghanistan e la ritirata degli Stati Uniti sul modello “Saigon” lasciano spazi a molti interrogativi. L’impressione è che ci sia stato un grande errore di calcolo che ha trasformato un abbandono concordato in una debacle su scala mondiale. Ma quello che è emerso in questi giorni è che probabilmente la caduta di Kabul è stata la punta dell’iceberg di una serie di illusioni e di sbagli su cui Washington probabilmente non ha mai riflettuto abbastanza. O a cui non si è voluto né potuto rimediare.

Per capire cosa è successo in Afghanistan, ne abbiamo parlato con Ibraheem Bahiss, esperto di Afghanistan dell’International Crisis Group.

Era davvero così imprevedibile il caos a cui assistiamo in questi giorni?

Penso che molti analisti e osservatori avevano previsto che le forze afghane aveva serie lacune e che i talebani avrebbero avuto un vantaggio. SIGAR l’ha detto per anni, così come tanti altri analisti. Quindi non era affatto imprevedibile che i talebani potessero potenzialmente superare il conflitto e anche uscirne vincenti. Ciò che era abbastanza imprevedibile è la velocità e la facilità con cui i talebani sono riusciti a catturare il paese. Biden si è dichiarato sorpreso dal ritmo dell’avanzata dei talebani, così come lo ha pubblicamente ammesso lo stesso Mullah Abdul Ghani Baradar. Probabilmente ha influito anche la strategia adottata: hanno offerto amnistia e un passaggio sicuro alle truppe in cambio della consegna delle armi, delle attrezzature e delle caserme. Una volta che i talebani hanno catturato Kandahar e Herat, i governativi si sono dissolti e hanno essenzialmente iniziato ad accettare gli accordi.

Cosa hanno sbagliato Bush, Obama e Trump?

L’errore più grande di George W. Bush è stato quello di non integrare i comandanti talebani che si erano arresi all’interno del nuovo quadro politico. Molti talebani, soprattutto dopo il 2002, si erano arresi e si erano offerti di entrare nel governo. In quel caso Donald Rumsfeld rifiutò. Questo ha fatto sì che i talebani non avessero altra scelta che proseguire nell’insurrezione. Di Barack Obama, penso che l’errore più grande sia stato l’aumento delle truppe prima del ritiro. I talebani erano davvero limitati geograficamente a poche province e ad alcune delle loro tradizionali roccaforti. Ma una volta che le truppe Usa si sono espanse in tutto il Paese, sono comparsi gli insorti. L’aumento della presenza americana ha infiammato l’insurrezione e l’ha trasformata in un movimento nazionale. Donald Trump ha sbagliato il tipo di accordo. Non che io sia contrario a un accordo in generale, ma doveva cercare un patto in cui lo scambio sarebbe stato tra ritiro delle truppe statunitensi e conclusione dei negoziati. Ma quello che è successo è che hanno fissato una tempistica molto stretta per il ritiro senza subordinarla a progressi reali nei colloqui.

I soldati afgani sono stati addestrati dalle forze internazionali, è possibile che queste forze di sicurezza si siano mostrate così fragili di fronte all’avanzata talebana?

Le forze internazionali insegnavano a combattere la guerra nello stesso modo in cui stavano combattono le forze internazionali. La grande differenza era che la coalizione avevano un’enorme potenza aerea a supporto. Hanno istituito punti di controllo in diverse aree del Paese, ma se venivano attaccati, arrivavano gli elicotteri. Se avevano bisogno di cibo, arrivava il rifornimento. Se avevano un soldato ferito, gli elicotteri potevano farlo evacuare. L’esercito afghano non aveva tutto questo. Gli avamposti più remoti sarebbero stati circondati, con i soldati rimasti in inferiorità numerica e sconfitti. Se le forze afghane avevano un ferito, sarebbe probabilmente morto, perché i talebani circondavano l’area e non sarebbero stati in grado di evacuare. L’unico modo in cui potevano rifornirsi era portare grandi riserve. Ma i talebani hanno imparato subito come sconfiggerli: predisponevano l’assedio e piazzavano mine e IED e per colpire i rinforzi. Queste tattiche anno avuto un enorme impatto demoralizzante sulle forze di sicurezza. Ed è comprensibile. Ripensa al motivo per cui volevano arrendersi quando è stata data loro la possibilità di morire o tornare a casa: tanti di loro hanno scelto quest’ultimo.

Quali sono i punti di forza e di debolezza dei talebani?

La forza dei talebani attualmente è la loro coesione. Sono la forza politica più unita del paese in questo momento, e hanno una macchina militare piuttosto forte, indipendente dallo Stato e che possono utilizzare per raggiungere i loro obiettivi. La loro debolezza è la loro rigidità. Sono un movimento ideologico e non possono prendere ogni singola decisione semplicemente basata su obiettivi politici. Dovrebbero pesare pragmatismo e scelte politiche con le inclinazioni e l’ideologia dei loro membri.

Cosa non ha compreso l’Occidente in Afghanistan?

Penso che il modello con cui l’Occidente ha combattuto la guerra non fosse adatto a un paese come l’Afghanistan. Con soldati inviati lì per mesi, poi fatti tornare a casa. Per molti ragazzi è stato come andare su Marte. Non parlavano la lingua locale e non l’avrebbero capita in pochi mesi. Avrebbero imparato a orientarsi nell’ambiente circostante forse solo dopo due mesi. Ma dopo poco tempo, già venivano mandati via per essere sostituiti da un nuovo gruppo di soldati giunto senza un’idea di dove fossero. I soldati statunitensi non potevano parlare la lingua locale. Non avevano idea della cultura locale. E quella mancanza di conoscenza è stata sfruttata dagli uomini forti locali per vendicarsi e per sistemare le faide tribali tra di loro. Non potevano essere capiti. E nessuno aveva fatto nulla per capire l’Afghanistan.





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