Guerra /

Mentre stiamo scrivendo un bombardiere americano B-52H, molto probabilmente decollato dalla base inglese di Fairford, dove è giunta una sezione di sei velivoli di questo tipo lo scorso 23 agosto, è in volo sul Mare Mediterraneo pochi chilometri a sud di Cipro.

Il B-52H, che come sappiamo dal sito ItaMilRadar ha il nominativo radio Sang31, ha attraversato circa tre ore fa il Mare Adriatico giungendo poi nei cieli greci, dove, all’altezza dell’isola di Scarpanto, ha virato verso l’isola cipriota.

Il bombardiere, come si può vedere dal tracciato radar lasciato dal suo transponder, sta attualmente effettuando un volo “in circuito”in contemporanea con un pattugliatore dell’U.S. Navy P-8 Poseidon.

Non sappiamo la natura della missione del singolo bombardiere: al momento non è stata data nessuna comunicazione ufficiale dalla Nato o dall’Usafe (l’U.S. Air Force in Europe). Il tracciato del volo è però singolare ed il fatto che sia concomitante con uno simile effettuato dal pattugliatore marittimo potrebbe far ipotizzare che si tratti di una qualche sorta di esercitazione congiunta.

I B-52H sono giunti in Europa dalla base aerea di Minot (Nord Dakota) per prendere parte ad un importante rischieramento di questi velivoli da bombardamento atomico come non se ne vedeva da parecchio tempo.

Gli Stratofortress dell’Usaf, infatti, sono stati molto impegnati in queste settimane: a fine agosto, il 28, hanno effettuato un imponente sorvolo dei Paesi della Nato in una singola missione denominata “Allied Sky”. Durante la missione, che ha visto coinvolti anche più di 80 cacciabombardieri dei Paesi sorvolati, la difesa aerea russa è stata chiamata in causa alcune volte per intercettare e scortare i velivoli: sappiamo infatti che sia sul Mar Nero sia sul Baltico, dove poi un caccia Su-27 della Vks (l’Aeronautica Militare di Mosca) ha sconfinato nello spazio aereo danese, gli intercettori russi sono decollati su allarme.

Pochi giorni dopo, il 7 settembre, un altro volo a lungo raggio dei bombardieri ha coinvolto il Nord Africa permettendo ai partner della Nato di esercitarsi coi B-52 statunitensi.

Il 10 settembre, invece, è cominciata l’esercitazione Point Black 20-4 che per la prima volta ha visto la presenza contemporanea degli F-35B dei Marines, giunti in Inghilterra il 3 settembre, con gli Stratofortress.

D’altro canto esiste anche un’altra spiegazione che ha strettamente a che vedere con l’attuale situazione di tensione che intercorre tra Grecia e Turchia.

Il singolo bombardiere strategico potrebbe essere un segnale da Washington, per via della rotta effettuata e della zona di operazioni fin qui osservata, che gli Stati Uniti osservano attentamente quanto sta accadendo in quel settore di Mediterraneo Orientale e, sostanzialmente, vogliono dimostrare a entrambe le parti che non intendono affatto soprassedere e anzi, continuano a impegnarsi per la stabilità e la sicurezza della regione e per l’armonia all’interno dell’Alleanza Atlantica.

Avvisaglie, forse anche più esplicite, si erano avuto tempo fa con la partecipazione della Marina e dell’Aeronautica Ellenica a importanti manovre insieme al Csg (Carrier Strike Group) della portaerei Uss Eisenhower (Cvn-69). Dal 24 al 28 luglio l’unità americana, di ritorno dal Mare Arabico dove è stata anche impegnata in operazioni insieme alla Uss Harry Truman (Cvn-75), ha effettuato manovre che includevano navigazione in formazione, esercitazioni tattiche e di comunicazione che hanno consentito alle forze partecipanti di testare e perfezionare i sistemi di comando e controllo tra le due marine.

Un mese dopo, a fine agosto, un cacciatorpediniere classe Arleigh Burke, l’Uss Winston Churchill (Ddg-81) ha svolto un’esercitazione congiunta con due fregate turche, la Burgazada (F-513) e la Barbaros (FF-244) dimostrando come la Casa Bianca non intenda “fare preferenze” nella diatriba, sebbene una serie di complesse esercitazioni aeronavali con una portaerei abbiano un peso, anche simbolico, diverso rispetto a manovre di interoperabilità tra cacciatorpediniere e fregate.

Washington, in merito alla diatriba, sembra quasi silente, e non è escluso che stia lavorando nell’ombra per evitare ulteriori tensioni. La Nato, invece, dopo un primo tentativo di mediazione fallimentare, è riuscita a portare al tavolo delle trattative Grecia e Turchia che a Bruxelles, martedì, hanno discusso per arrivare a un “meccanismo di prevenzione di possibili conflitti”.

Nei prossimi giorni, quando gli enti preposti forniranno qualche informazione in più, sapremo quale è stata la missione del singolo B-52H, ma data l’attuale situazione strategica, con la Francia sempre più coinvolta e schierata con Atene, non è così lontano dalla realtà che possa essere un segnale importante del coinvolgimento statunitense nella querelle internazionale tra gli alleati della Nato.

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