La cittadina di Lyman è tornata in mano ucraina. L’ufficialità è stata data dai comandi di Kiev nelle scorse ore. Ma la notizia era nell’aria già da diversi giorni, da quando cioè le truppe ucraine erano riuscite a chiudere la località in una sacca. Per l’esercito agli ordini del presidente Zelensky si tratta, in primo luogo, di un importante successo tattico. Solo nei prossimi giorni si capirà se la presa di Lyman avrà conseguenze anche sul piano strategico nel medio periodo. In ballo infatti c’è la possibilità per Kiev di mettere gli scarponi al di là dei confini amministrativi dell’oblast di Lugansk, appena annesso da Mosca nel proprio territorio.
L’importanza della caduta di Lyman
Prima della guerra la città aveva ventimila abitanti. Ora probabilmente non c’è più nessuno. Tra aprile e giugno, quando la battaglia per il fronte meridionale di Kharkiv si è sviluppata in tutta la sua intensità, la gente è stata fatta evacuare. Troppo pericoloso rimanere qui. Lyman è infatti assolutamente strategica. Forse solo Izyum, distante pochi chilometri, può essere considerata più importante nell’area che va per l’appunto da Kharkiv fino all’oblast di Lugansk.
Situata lungo le sponde del Siversky Donetsk, alle sue spalle e a est del suo centro urbano si dipanano le ampie pianure che dominano le regioni più orientali dell’Ucraina. Quando i russi a fine maggio sono riusciti a prenderla, dopo intense settimane di battaglie, si sono assicurati tutti i territori a nord del Siversky Donetsk e hanno messo in sicurezza i confini dell’oblast di Lugansk. Non solo: mettendo piede a Lyman, le truppe di Mosca si sono potute spingere a pochi chilometri da Slovjansk, altro importante obiettivo russo nell’area.
Un vantaggio adesso del tutto cancellato. Gli ucraini con la controffensiva attuata tra l’8 e il 10 settembre hanno potuto riprendere Izyum e tutti i territori dell’oblast di Kharkiv, spingendosi quindi alle porte di Lyman. Il fiume Oskil ha rappresentato il limite di quella prima controffensiva. Quando da Kiev è arrivato l’ordine di riprendere l’avanzata, Lyman è stata la città su cui si è puntato maggiormente. Prendendola, gli ucraini hanno la possibilità di risalire sia a nord, aggirando il fiume Oskil, che virare verso est.
Cosa potrebbe accadere adesso
Nonostante dopo la controffensiva di settembre per i russi difendere Lyman è apparso un vero miraggio, Mosca ha deciso di non ritirare le sue truppe. I soldati agli ordini di Putin, affiancati da separatisti e membri della Wagner, hanno resistito fino alla fine. La ritirata si è avuta soltanto la scorsa notte. Il perché di questa mossa è data proprio dall’importanza strategica di Lyman. I russi hanno voluto prendere tempo per riorganizzarsi a nord e a est della cittadina.
Senza infatti adeguate linee difensive, con la presa di Lyman gli ucraini potrebbero spingersi fino alla periferia di Lysychansk e Severodonetsk. Due città cioè conquistate dopo mesi di sacrifici e di uomini persi sul campo dai russi. Non essendoci più grossi ostacoli naturali, le truppe di Kiev potrebbero adesso dilagare in territori considerati da ieri parte integrante della federazione russa. Dunque nei prossimi giorni si capirà meglio il valore della conquista di Lyman. E se quindi, in particolare, i russi siano riusciti a organizzare adeguate difense oppure se gli ucraini si sono guadagnati la possibilità di continuare con la controffensiva.