Nelle ultime settimane l’Ucraina è tornata a fare i conti con un vecchio problema mai veramente risolto: la corruzione interna. Alti funzionari e personaggi di spicco del sistema politico ucraino sono stati allontanati o hanno presentato le dimissioni.
La bolla è esplosa, o meglio è riesplosa dopo mesi di calma apparente, lo scorso 29 gennaio. Su queste colonne Andrea Muratore ha raccontato dell’arresto del viceministro ucraino per lo Sviluppo delle infrastrutture, Vasyl Lozynski, fermato dalla polizia di Kiev con l’accusa di aver intascato 400 mila dollari di tangenti nel contesto dell’acquisto da parte del suo ministero di generatori elettrici che sarebbero stati procacciati a prezzi lievitati. Nell’occhio del ciclone è finito anche il ministro della Difesa, Oleksiy Reznikov, che secondo i media locali avrebbe firmato un accordo a prezzi due o tre volte superiori a quelli attuali per i prodotti alimentari di base.
Inevitabile una durissima reazione del governo ucraino, che anche – e soprattutto – sulla lotta alla corruzione si gioca l’eventuale, futuro ingresso all’interno dell’Unione europea. Volodymyr Zelensky ha subito fatto sapere di aver imboccato la strada della tolleranza zero e di aver ordinato indagini approfondite per punire i colpevoli. Ma la corruzione, in Ucraina, è un tema molto ampio, che spesso fuoriesce dal mondo della politica e si intreccia con quello degli affari.
Così come esistono gli oligarchi russi, ambigue figure dal passato misterioso e dei quali si ignorano spesso le reali origini delle loro ricchezze, ci sono anche gli oligarchi ucraini. La guerra ha acceso i riflettori su quanto sta accadendo sui campi di battaglia ma, a differenza di quanto non si possa pensare, queste figure continuano ad avere un peso specifico, più o meno grande, all’interno del Paese. Sia chiaro: non tutti gli oligarchi sono corrotti, ma è comunque importante monitorarne ogni movimento. A maggior ragione in situazioni critiche, come durante un conflitto, onde evitare truffe ai danni dello Stato e della popolazione.
- L’ombra della corruzione torna a calare sull’Ucraina
- Corruzione, finanziamenti sprecati e armi: i lati oscuri dell’Ucraina
- Il possibile piano di Mosca per rovesciare Zelensky
Nell’occhio del ciclone
Sono molto meno noti dei loro omologhi russi, ma gli oligarchi ucraini non sono da meno in termini di ricchezza e influenza. Alcuni di loro sono finiti sotto la scure anti corruzione attivata da Zelensky. È il caso, ad esempio di Igor Kolomoisky.
La residenza del miliardario ucraino è stata perquisita dal servizio di sicurezza dell’Ucraina (Sbu) in relazione a una possibile appropriazione indebita di 40 miliardi di grivna ucraine (circa 1 miliardo di dollari) da parte dell’ex dirigenza del colosso petrolifero ucraino e produttrice di gas, Ukrnafta, e del gestore di gasdotti Ukrtransnafta. Kolomoisky, al quale è stato impedito di entrare negli Stati Uniti per accuse di corruzione e indebolimento della democrazia, deteneva azioni in entrambe le aziende, in parte statali all’epoca dei fatti incriminati e adesso completamente nazionalizzate. Prima dello scoppio della guerra era uno degli uomini più ricchi del Paese, con partecipazioni in varie industrie, tra cui media, aviazione ed energia.
L’ufficio investigativo statale ucraino (Dbr) ha annunciato che anche un ex ministro dell’Energia è sospettato di corruzione. I media hanno riferito che il sospettato sarebbe Ihor Nasalyk, accusato di aver firmato contratti vantaggiosi per società associate all’oligarca ucraino Dmytro Firtash, in Austria da anni. Si dice che i presunti loschi affari siano costati all’Ucraina 1,5 miliardi di grivna (circa 37 milioni di dollari).
È anche per episodi del genere che il gruppo anticorruzione Transparency International ha collocato l’Ucraina al 116esimo posto tra i 180 Paesi presi in considerazione per la presunta corruzione presente al loro interno nel 2022.
Gli altri oligarchi
La guerra ha sostanzialmente rovinato la maggior parte delle fortune in possesso degli oligarchi ucraini. Come ha sottolineato Politico facendo alcuni esempi, le officine metallurgiche di Mariupol, di proprietà di Rinat Akhmetov, sono state trasformate in rovine fumanti; i terreni agricoli giacciono per lo più inutilizzati e pieni di mine antiuomo; le fabbriche non funzionano a causa delle interruzioni di corrente mentre le esportazioni marittime si sono ridotte al lumicino. Difficile fare business in un contesto del genere e con i colpi di cannone in sottofondo.
Come se non bastasse, già da prima della guerra Zelensky aveva promesso di attuare una legge di “deoligarchizzazione” volta a limitare l’influenza politica di questi personaggi. La guerra ha accelerato lo sforzo di Kiev, visto che i politici ucraini non sembrerebbero più aver alcun bisogno del sostegno di ricchi magnati. Al contrario, se il governo ucraino vuole sperare di accedere all’Ue deve recidere al più presto tutti i legami con soggetti poco trasparenti. Ma che fine hanno fatto gli oligarchi, intesa come categoria generale? Dipende.
Il citato Rinat Ahmetov, considerato l’uomo più ricco dell’Ucraina, ha visto il suo impero sgretolarsi. Il conglomerato metallurgico Metinvest ha perso due dei suoi principali stabilimenti: le famigerate acciaierie di Azovstal e le acciaierie di Ilyich. Altri suoi beni, tra cui centrali elettriche, banche, fattorie e impianti minerari, sono stati danneggiati o sequestrati dalle forze russe. Nel 2021, Akhmetov era stato accusato da Zelensky di aver tentato di organizzare un colpo di Stato, un’accusa che il magnate ha fortemente respinto. Intanto Forbes ha calcolato che la fortuna di Akhmetov sarebbe passata dai quasi 14 miliardi di dollari di gennaio ai 4,3 miliardi di dollari di dicembre. Nonostante questo, Rinat Akhmetov è ancora la persona più ricca dell’Ucraina.
È andata molto meglio a Viktor Pinchuk il cui impero, costruito attorno al produttore di tubi e ruote ferroviarie Interpipe, avrebbe sofferto meno delle attività di altri colleghi, visto che la sua ricchezza sarebbe scesa da 2,6 a 2 miliardi di dollari.
Le fortune dell’ex presidente Petro Poroshenko, che prima del conflitto stava affrontando accuse di alto tradimento e favoreggiamento del terrorismo, sono passate da 1,6 miliardi a 700 milioni di dollari. Di Kolomoisky abbiamo già parlato, mentre Viktor Medvedchuk, il più influente oligarca filo-russo in Ucraina, è tornato in Russia dopo essere stato arrestato da Kiev e rilasciato in seguito ad uno scambio di prigionieri con Mosca.