La sua guerra l’Ucraina l’ha iniziata a combattere già nella serata di mercoledì. Tutto è precipitato intorno alle 22:00, ora italiana, quando è giunta la notizia della richiesta da parte di Donetsk e Lugansk di essere militarmente protette dalla Russia. Si è capito che il conto alla rovescia era iniziato. E infatti in serata il parlamento ha approvato lo stato di emergenza, una mossa di poco successiva al richiamo, da parte del presidente Zelensky, dei riservisti. Gli eventi hanno poi preso il loro corso. La domanda adesso è una: Kiev come sta reagendo all’azione militare russa?
Le difficoltà della contraerea
Quando il presidente russo Vladimir Putin ha dato l’ordine di attaccare l’Ucraina, la prima allerta sul fronte di Kiev ha riguardo le basi militari. Non è un caso che già da diverse ore risultavano chiusi importanti aeroporti quali quello di Charkiv o di Dnipro. Entrambe città vicine all’est del Paese, epicentro degli scontri via terra e del conflitto tra separatisti e governativi in atto dal 2014. Nel cuore della notte, prima dell’inizio degli attacchi, un Notam (una comunicazione aerea) diramata dalla Russia ha evidenziato la creazione di una no fly zone tra Rostov e il Donbass. In quel momento il presidente Zelensky ha capito di essere nel mirino. Ha parlato quando a Kiev erano le 2:00 del mattino in un video di undici minuti, ammettendo di fatto l’imminenza dell’inizio delle ostilità. Il fatto che si è guardato al cielo prima ancora che alle trincee a terra non deve sorprendere. Se l’obiettivo russo è quello di attuare operazioni chirurgiche volte a depotenziare le possibilità di risposta da parte ucraina nel Donbass, è chiaro che i primi interventi di Mosca non potevano che essere rivolti contro l’aviazione di Kiev.
Da questo punto di vista l’Ucraina sta pagando un grave deficit in termini di attrezzature e preparazione. La contraerea è entrata in azione, ma ha potuto ben poco. Almeno stando ai primi report. Il ministero della Difesa russo ha parlato di un’aviazione “azzerata” o comunque messa nella condizione di non colpire. Vale a dire che, da questo momento in poi, gli ucraini non potranno far alzare in volo i propri aerei per puntarli contro il nemico. Difficile verificare se questa informazione corrisponda a realtà, certo che le immagini delle esplosioni raccolte da vari punti del Paese nelle ultime ore stanno dimostrando i problemi di Kiev nel rispondere ai bombardamenti russi.
A blast and a flash of light recorded over the #Kiev skyline. pic.twitter.com/nPKoPogtk5
— Cosmin Dzsurdzsa (@cosminDZS) February 24, 2022
Da Odessa a Mariupol, passando soprattutto per Charkiv e per la stessa capitale, Mosca è riuscita a colpire molte basi e molti depositi dell’esercito. Tuttavia l’Ucraina starebbe cercando di rispondere al fuoco. La notizia dell’aereo ucraino fuggito in Romania è stata confermata da Bucarest, ma è al momento un caso isolato. Non ha trovato conferma invece la news secondo cui Kiev sia riuscita ad abbattere cinque elicotteri russi. Ad ogni modo però, l’aviazione non sembra aver alzato bandiera bianca.
I combattimenti via terra
Lì dove invece l’esercito ucraino sembra avere maggiori possibilità di resistenza è nella fase terrestre. Sia chiara una cosa: anche a terra gli ucraini in queste ore stanno dimostrando una netta inferiorità, ma nel Donbass sono emerse notizie che fanno pensare a un’importante resistenza da parte delle truppe di Kiev. La località di Schastya, data per persa all’alba dallo stato maggiore ucraino, potrebbe essere stata recuperata poche ore dopo a seguito di un contrattacco in cui sarebbero rimasti uccisi 50 militari russi o appartenenti ai battaglioni separatisti. Nessuna ritirata dunque, anche perché il terreno attorno le repubbliche autoproclamate è ben conosciuto dagli ucraini e qui i soldati di Kiev sanno come muoversi.
Confusa invece è la situazione più a sud. La Russia sarebbe entrata dalla Crimea e punterebbe le coste del Mare d’Azov. Alcune cittadine avrebbero già capitolato e l’esercito ucraino qui sarebbe in ritirata. Come detto, è difficile valutare queste notizie, la confusione sta regnando sovrana da diverse ore. Non c’è però nessun ordine di resa. Dunque, fino a quando i soldati avranno mezzi a disposizione, proveranno a resistere.