Sventata per un soffio la collisione nel Pacifico tra una nave da guerra della Marina degli Stati Uniti e un cacciatorpediniere russo. Washington e Mosca si incolpano a vicenda sulle responsabilità dell’incidente sfiorato. La tensione sulle rotte navali dell’Indo-Pacifico rimane alle stelle. Sempre più navi da battaglia vengono inviate nella regione.
I vertici delle rispettive flotte sono in disaccordo riguardo le responsabilità sulla collisione che sarebbe stata sfiorata nel Pacifico e che ha visto coinvolto l’incrociatore Uss Chancellorsville (CG-62) e il cacciatorpediniere della marina russa identificato come l’Udaloy I (Dd 572). Le navi due da guerra si trovavano da qualche parte nel Mare delle Filippine o nel Mar Cinese Orientale quando si sono trovate a meno di 10/50 metri l’una dall’altra. I due rapporti discordanti si incolpano a vicenda per “aver compiuto manovre pericolose” e “poco professionali” che hanno costretto entrambi i vascelli ha compiere manovre d’emergenza per evitare l’inevitabile collisione. Le immagini immediatamente “declassificate” e concesse alla stampa mostrano come le due navi da battaglia si siano praticamente sfiorate durante la virata d’emergenza.
Il portavoce della Marina degli Stati Uniti Clayton Doss ha dichiarato all’emittente americana Cnn che “Un cacciatorpediniere russo ha compiuto una manovra pericolosa vicino la Uss Chancellorsville” arrivando 50-100 piedi dall’unità e “mettendo a rischio la sicurezza dell’equipaggio e della nave”. Alcuni video sono stati divulgati per accreditare la notizia. Questa manovra condotta in maniera poco professionale ha costretto Chancellorsville “ha portare tutti i motori a pieno regime e a manovrare per evitare la collisione” ha affermato Doss. Secondo quanto riportato dalla Marina statunitense l’incrociatore lanciamissili americano classe Ticonderoga stava viaggiando in linea retta per facilitare il recupero del suo elicottero Mh-60 “Seahawk” quando si è verificato l’incidente. La nave russa che seguiva evidentemente una rotta che incrociava l’unità americana non ha deviato costringendo la Chancellorsville ad interrompere il recupero per evitare la collisione certa. “Consideriamo le azioni della Russia durante questa interazione come non sicure e poco professionali”, ha concluso il portavoce americano.
Contrastante invece la versione riportata dai vertici della Flotta del Pacifico della marina russa, dove è inquadrato l’incrociatore che ha effettuato la manovra. Secondo quanto riportato dall’agenzia d’informazione russa Ria Novosti sarebbe stata la nave statunitense ad aver manovrando senza tenere conto del rischio di collisione tra le navi che potevano prevedere le rispettive rotte e velocità. “Durante lo spostamento su rotte parallele di un distaccamento di navi della flotta del Pacifico e di un gruppo da battaglia della Marina Usa, l’incrociatore Chancellorsville ha improvvisamente cambiato direzione avvicinandosi di 50 metri dall’Ammiraglio Vinogradov” – costringendo il cacciatorpediniere russo a intraprendere una manovra evasiva d’emergenza, cita il il rapporto divulgato dai russi.
Contrastanti anche le versioni sulle coordinate dell’incidente: secondo i russi infatti le navi incrociavano nel Mar Cinese Orientale, secondo gli americani nel Mar delle Filippine. Ciò che è certo è che l’incidente è avvenuto nelle acque del Pacifico, dove le tensioni tra unità aeronavali di potenze “avversarie” sono ormai all’ordine del giorno e il rischio di un’escalation è e sarà sempre più tangibile dato il numero di unità da battaglia inviate a sorvegliare le rotte commerciali che lo attraversano.
Secondo un ex ufficiale dell’Intelligence dall’Us Navy interpellato dalla Cnn, la prima a divulgare la notizia, Putin avrebbe chiaramente ordinato ai comandati della Marina russa di “esercitare pressioni sulle navi da guerra americane ogni volta che si presenta l’opportunità”, e questo secondo gli analisti potrebbe essere una dimostrazione di sostegno politico per la Cina di Xi Jinping. Il diritto marittimo internazionale impone alle navi di mantenere una distanza di sicurezza, normalmente interpretata come 1.000 metri, ha dichiarato l’ufficiale americano. Inoltre si richiede sempre formalmente alle marine di “non interferire con un’altra nave che stia effettuando operazioni di volo”; ma evidentemente queste regole decadono quando due navi da guerra devono mostrare l’un l’altra che non intendono cedere il passo quale rappresentanti dei loro Paesi.