Sono stati dei bombardieri strategici Tupolev Tu-95 a colpire Odessa, la città portuale ucraina che si prepara da mesi a uno sbarco in forze dei russi, che invece hanno deciso di colpirla dall’aria con missili da crociera lanciati dal Mar Caspio.
Secondo quanto riportato dalle prime agenzie, si è trattato di 6 missili da crociera russi che hanno colpito 4 obiettivi, due militari e due edifici nella zona residenziale della città. Altri 2 missili sono stati intercettati dalle difese anti-aeree ucraine, o comunque non sono andati a segno sugli obiettivi prefissati. A lanciarli uno o più bombardieri strategici Tu-95: mastodontici quadrimotori a turboelica lunghi 46 metri che ricordano i tempi della Guerra Fredda: quando vennero sviluppati come principale asset aereo e parte integrante della triade nucleare sovietica allora, e permanente di quella russa ancora oggi.
Identificato dalla Nato con il nome di codice “Bear”, il Tu-95, monoplano ad ala alta a freccia, sviluppato nei lontani anni ’50 e sottoposto ad una serie di aggiornamenti e modernizzazioni che hanno portato alla più recenti versioni Tu-95MS e Tu-95MSm, può trasportare diversi tipi di munizionamento nel vano bombe interno o nei quattro piloni esterni predisposti sotto le ali. Tra di essi spicca la capacità di lanciare missili da crociera come i missili guida inerziale Kh-55, e i più moderni e sofisticati missili Kh-101 e Kh-102. Il tipo di armamento che con buone probabilità ha colpito Odessa nelle scorse ore, causando la morte di sei persone, e ferendone diciotto secondo gli ultimi bollettini diffusi da Kiev. A determinare il tipo vettore con il quale sarebbe stato sferrato l’attacco, il Comando aereo meridionale ucraino.
Missili dal Mar Caspio
Bombardiere con capacità strategica e nucleare analogo al B-52 Stratofortress americano, il Tu-95 è spinto da 4 motori a turboelica con eliche controrotanti, che gli consentono un’autonomia operativa di 15mila chilometri senza la necessità di rifornimento in volo. Questo mantenendo una velocità relativamente elevata. Tale autonomia ha reso possibile il lancio di una salva di 6 missili da crociera, analoghi ai missili Tomahawk americani, da un punto imprecisato del Mar Caspio su obiettivi militari e non individuati nella città di Odessa.
I missili da crociera russi come il Kh-101 (nome in codice Nato As-23 Kodiak), missile stealth subsonico già impiegato con successo dalle Forze Aerospaziali russe nel conflitto siriano, ha una portata di 4.500+ chilometri e secondo quanto dichiarato in passato dal Cremlino, sarebbe in grado di modificare e ottimizzare la sua corsa verso il bersaglio assegnato mentre è in volo a una velocità compresa tra i 700 e i 950 km/h. La precisione è stimata entro i 10 metri dal bersaglio, e le sue ultime versioni sarebbero schermate dalle contromisure elettroniche che potrebbero inficiare la sua corsa verso l’obiettivo. Le versione più aggiornata del Tu-95 può trasportare fino a otto missili, invece di quattro, dunque l’attacco di oggi potrebbe essere anche stato lanciato da un singolo bombardiere strategico. Ma è più probabile che si sia trattato di una coppia.
Questo tipo di bombardieri sono “noti alle cronache” per essere insieme ai bombardieri strategici supersonici Tu-160 (nome in codice Nato Blackjack) il tipo di velivoli che Mosca ha tenuto ad inviare spesso – almeno negli ultimi 15 anni – a lambire gli spazi aerei controllati dall’Alleanza Atlantica – Scozia e Alaska principalmente – per saggiare il loro tempo di reazione e tenere allenati i piloti a svolgere le loro ipotetiche missioni in cieli ostili. Sebbene un vettore come il Tu-95 non possa in nessuno modo entrare in azione in uno spazio aereo nemico che non sia sotto il totale controllo della superiorità aerea russa, che dovrebbe garantire, inoltre, la completa soppressione di ogni tipo di difesa antiaerea impiegabile a medio e lungo raggio.