Una vera e propria task force allestita per delineare scenari strategici e capire come dovranno comportarsi gli Stati Uniti e i loro alleati nel caso in cui la Russia dovesse utilizzare armi chimiche, biologiche o nucleari in Ucraina. Si chiama Tiger Team, è formato da funzionari della sicurezza nazionale ed è stato assemblato in gran silenzio dalla Casa Bianca. Il suo compito: fare ipotesi sul conflitto ucraino, anche le peggiori possibili, e orchestrare adeguate risposte.
In particolare, la squadra, nata lo scorso 28 febbraio, ha il compito di ragionare sull’eventualità che Vladimir Putin, frustrato per l’esito della sua “operazione militare speciale”, possa effettuare mosse azzardate. C’è infatti il rischio che Mosca ricorra ad armi chimiche o biologiche, ma anche che possa colpire i territori Nato nell’intento di distruggere i convogli che trasportano armi e aiuti in terra ucraina.
Il Tiger Team, che da quanto emerso si incontrerebbe tre volte a settimana in sessioni segretissime, starebbe valutando anche le opportune reazioni da tenere qualora i russi allargassero la guerra in Paesi limitrofi, tra cui Georgia e Moldavia. Il team sta anche lavorando a strategie su come le nazioni europee possono prepararsi alle conseguenze della crisi dei rifugiati ucraini.
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Prevenire i rischi
L’esistenza del Tiger Team assume ulteriore importanza se consideriamo le recenti dichiarazioni del portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, il quale ha affermato che Mosca ricorrerà all’extrema ratio del nucleare soltanto se qualcuno minaccerà la sua esistenza, e quelle rilasciate da Joe Biden. Il presidente statunitense, in Europa, ha spiegato che la Nato sarebbe pronta a reagire se la Russia dovesse utilizzare armi di distruzione di massa nel conflitto ucraino.
All’inizio del conflitto scenari del genere sembravano molto teorici e ipotetici ma adesso la situazione è cambiata. Dalla Casa Bianca alla Nato, oggi tutti ritengono che il Cremlino possa davvero ricorrere alle armi più potenti del proprio arsenale per uscire da una situazione di stallo militare. Non a caso il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha sottolineato l’urgenza di mettere in campo importanti sforzi di preparazione.
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Il team segreto
E qui ritorniamo al Tiger Team, costituito da una nota firmata da Jake Sullivan in persona, consigliere per la sicurezza nazionale di Biden. La squadra speciale, secondo quanto riportato dal New York Times, ha svolto un ruolo chiave nell’elaborazione delle sanzioni contro Mosca, nella scelta di localizzare un alto numero di truppe Nato ai confini della Polonia e perfino nella creazione dei piani di difesa consegnati dagli alleati all’esercito ucraino.
In ogni caso, al centro dell’ultimo vertice straordinario della Nato c’è stato spazio per i suddetti scenari di emergenza. Che cosa fare di fronte all’utilizzo russo di armi chimiche o biologiche? O, peggio ancora, come comportarsi se Putin dovesse lanciare un mini ordigno nucleare sull’Ucraina? In altre parole, come dovrebbe reagire l’Occidente?
La task force statunitense dovrà insomma studiare molteplici piani per contrapporre uno o più argini a ogni eventuale mossa russa. Ma dovrà anche capire – e dovrà farlo il più in fretta possibile – qual è la soglia limite oltre la quale il blocco occidentale dovrebbe intervenire in Ucraina boots on the ground nonostante il rischio di una Terza Guerra Mondiale.