Dopo l’incursione dimostrativa di droni quadricotteri sul Cremlino avvenuta a inizio maggio, l’Ucraina lancia un nuovo e più pesante attacco sulla capitale usando veri e propri Uav (Unmanned Air Vehicle) di medio/piccole dimensioni.
Secondo i russi, fino a 25 Uav hanno partecipato all’attacco mattutino a Mosca e nella regione limitrofa (solo otto sulla città), e da quello che sappiamo la maggior parte di essi è stata abbattuta o bloccata dagli alberi a causa della quota di volo estremamente bassa.
L’attacco ha causato danni ad alcune abitazioni (non è chiaro se colpite direttamente o solo dai detriti dei droni abbattuti) e per il momento due persone hanno richiesto assistenza medica.
L’ex capo di Roscosmos, Dmitry Rogozin, a seguito dell’attacco, ha chiesto l’oscuramento completo del sistema di geolocalizzazione Gps americano in Russia, comprese le stazioni di terra, per evitare che i droni possano usarlo per la navigazione e per colpire i bersagli. Rogozin ha riferito che la Russia dispone di una costellazione satellitare nazionale per la geolocalizzazione, il sistema Glonass, che è perfettamente in grado di coprire tutte le esigenze del Paese nell’area colpita.
Gli Uav ucraini sono stati messi fuori uso anche da sistemi di guerra elettronica, e hanno perso il controllo deviando dagli obiettivi prefissati, ma almeno cinque di essi sono stati abbattuti dal sistema da difesa aerea di punto Pantsir-S, posizionato in almeno tre siti all’interno della capitale russa.
Per la prima volta, quindi, abbiamo assistito a un attacco massiccio di Uav “suicidi” su Mosca, che così diventa una capitale “al fronte” al pari di Kiev, che da mesi viene bersagliata da missili da crociera e loitering munitions russe.
Dai video che circolano in rete mostranti l’attacco di questa mattina, i droni ucraini sembrano essere del tipo “Beaver” fabbricati dalla Ukroboronprom, una delle aziende ucraine leader nel settore della difesa. I “Beaver” sono velivoli con elica spingente, ala dritta, carrello fisso e pianetti anteriori canard che possono trasportare un carico utile di circa 75 chilogrammi su lunghe distanze: l’autonomia massima, infatti, è data intorno ai mille chilometri. Questi Uav hanno condotto i primi test a ottobre del 2022, e il loro sviluppo è proseguito nei mesi successivi: le ultime prove, coronate da successo, sono state effettuate a gennaio del 2023, come ha riferito la portavoce di Ukroboronprom Natalia Sad. Secondo il piano di sviluppo, i “Beaver” hanno effettuato test di funzionamento in ambiente saturo di sistemi di guerra elettronica, ottenendo risultati positivi, ma se le informazioni giunteci dalla Russia sono corrette, gli Uav hanno incontrato difficoltà a resistere al jamming. Del “Beaver” non si sa molto altro, ma dai video è possibile notare che sono propulsi da un motore a scoppio e le dimensioni, come possiamo vedere da una rara foto diffusa su internet, si aggirano intorno ai due metri di lunghezza con un’apertura alare di circa tre.
Altre fonti riportano che, oltre ai “Beaver”, gli ucraini abbiano usato i droni tipo UJ-22 prodotti dalla Ukrjet. Si tratta di velivoli dalla configurazione tradizionale (elica traente, ala dritta e piani di coda) con un’apertura alare di 4,2 metri e una lunghezza di 3,7. L’UJ-22 è alimentato da un motore a benzina che può spingerlo a una velocità massima di 200 km/h. Inoltre, può volare fino a 5mila metri di altitudine e ha un’autonomia massima di 8 ore oppure di circa 800 chilometri. Il drone UJ-22 è un velivolo versatile in grado di trasportare vari carichi utili, comprese attrezzature specializzate e armamento. Con una capacità di carico utile fino a 20 chilogrammi, può trasportare varie munizioni come bombe, mine o altro. Il drone può trasportare, ad esempio, quattro proiettili di mortaio da 82 millometri o fino a sei munizioni PG-7VM del lanciarazzi anticarro RPG-7. Il 30 marzo 2022, il Ministero della Difesa russo aveva diffuso un filmato mostrante la distruzione di un UJ-22 in Ucraina da parte del sistema Pantsir, dimostrando uno dei primi impieghi in combattimento di questo Uav e a quanto pare il drone è stato usato per il tentato assassinio del presidente Vladimir Putin il 23 aprile dell’anno scorso, quando un UJ-22 è stato lanciato dall’Ucraina per prendere di mira un parco industriale vicino a Mosca, dove Putin avrebbe dovuto tenere un discorso. Lo Uav, in quella occasione, era armato con 17 chilogrammi di esplosivo e si era schiantato 20 chilometri prima di raggiungere l’obiettivo prefissato per motivi ancora poco chiari.
L’attacco di questa mattina su Mosca rappresenta il primo utilizzo in combattimento confermato dei droni “Beaver” e da quello che possiamo vedere non si è trattato di un vero e proprio attacco “a sciame”, bensì gli Uav sono giunti sulla capitale russa uno alla volta, fattore che ha permesso alle difese aeree di reagire con più efficacia, anche considerando la grandezza del velivolo che offre più risposta radar rispetto a un sistema molto più piccolo.
Nonostante il successo (apparente) dei sistemi di difesa aerea di punto della capitale russa, l’attacco dimostra come lo spazio aereo della Federazione non sia impenetrabile, pertanto viene da chiedersi quale sia la reale efficacia dei sistemi radar di scoperta/tracciamento russi che non hanno individuato tempestivamente gli Uav decollati dall’Ucraina. Va precisato che scoprire questi sistemi, generalmente di piccole dimensioni, è relativamente difficile, e ancora più difficile abbatterli, ma pur sempre si tratta di velivoli non di piccolissime dimensioni come possono essere i mini-droni usati per attacchi a sciame, o i quadricotteri usati per sganciare granate e bombe di mortaio.
Nel pomeriggio sono arrivate le prime dichiarazioni ufficiali del presidente Vladimir Putin, che mentre era in visita al Centro Zotov di Mosca, ha affermato che l’attacco ucraino è stato un “chiaro segno di attività terroristica” e che “le autorità di Kiev stanno cercando di intimidire i cittadini russi e provocare la leadership russa a risposte simili”. Il capo della Federazione russa ha collegato l’attacco alla capitale al fatto che le forze armate russe, qualche tempo fa, hanno colpito il quartier generale dell’intelligence militare dell’Ucraina.