Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, in linea con Washington mette in guardia i paesi membri dell’Alleanza sul rischio di spionaggio informatico che potrebbero portare all’interno della Nato le piattaforme per le telecomunicazioni del colosso cinese Huawei. Anche la futuristica rete 5G è considerata una possibile minaccia: chi l’ha inventata e vuole esportarla in tutto il mondo potrebbe avere il potere di “tagliare le comunicazioni” in ogni momento.

“Alcuni alleati della Nato hanno espresso le loro preoccupazioni riguardo Huawei e il loro ruolo nel fornire l’infrastruttura 5G. La Nato deve prende molto sul serio queste preoccupazioni”; lo ha dichiarato il segretario dell’Alleanza Atlantica durante la sua ultima conferenza stampa a Bruxelles.

L’allarme arriva, come prevedibile, dai funzionari per la sicurezza nazionale statunitense che hanno già sollecitato il presidente Donald Trump ha firmare un ordine che impedisca formalmente a qualsiasi società statunitense di acquistare la tecnologia Huawei, poiché potrebbe fungere da “cavallo di troia” per lo spionaggio industriale e per la violazione di qualsiasi dato informatico, sensibile o meno, che potrebbe essere utilizzato contro gli Stati Uniti e i loro partner. Nell’ambito militare e della difesa, e a qualsiasi appaltatore o società sussidiaria, già da tempo è proibito l’impiego di apparati tecnologici prodotti dal colosso cinese.

Il comandante supremo della Nato, generale Curtis Scaparrotti, aveva già messo in guardia l’alleato tedesco avvertendo che se la Germania avesse dato accesso ai dati a Huawei per l’impiego della rete 5G gli Stati Uniti avrebbero smesso di comunicare e condividere dati per evitare il rischio di spionaggio.

Come riporta il Wall Street Journal infatti, la Casa Bianca aveva già inviato un monito a Berlino, avvertendo che la condivisione di dati avrebbe subito un brusco ridimensionato se le agenzie di sicurezza tedesche avessero lasciato “entrare” la Cina attraverso Huawei. Nonostante la compagnia con sede aShenzhenabbia più volte negato la possibilità che il governo cinese intenda e possa portare avanti operazioni di spionaggio attraverso la tecnologia sviluppata da Huawei – al costo di miliardi di dollari -, le pressioni mosse dall’altra parte dell’Atlantico sembrano sufficienti a frenare l’ascesa del 5G in tutta Europa: almeno per quanto concerne le organizzazioni governative e le comunicazioni di “alto livello”.

Stoltenberg ha infatti raccomandato a tutti i paesi membri della Nato di bandire la compagnia di telecomunicazione cinese come suggerito dall’alleato americano, nonostante non ci siano ancora state reali prove di attacchi informatici provenienti dal governo cinese. “Ci stiamo consultando attentamente questo problema, inclusi gli aspetti di sicurezza degli investimenti nelle reti 5G. So che questo è qualcosa che viene affrontato in molte capitali della Nato, ed è un problema in parte commerciale/economico, ma ha anche importanti e potenziali implicazioni nel campo della sicurezza ” – ” Stiamo valutando la questione per scoprire come l’Alleanza può affrontare nel migliore dei modi le sfide relative agli investimenti nell’infrastruttura 5G”.

Indipendentemente da queste consultazioni, il segretario generale della Nato ha rassicurato la stampa dichiarando che l’Alleanza sta in ogni caso intensificando gli sforzi per garantire la sicurezza per quanto concerne le cyber defense e la cybersecurity.

Se questa battaglia intrapresa dagli Stati Uniti nei confronti della Cina faccia parte della guerra commerciale, combattuta anche contro il primo competitor degli altri colossi della comunicazione come Apple e Samsung, o sia una necessaria precauzione ancora non è chiaro. Ciò che è inconfutabile però è che chiunque abbia le chiavi della rete attraverso la quale passano i dati dell’interno pianeta potrebbe decidere di chiudere nel suo cassetto qualsiasi informazione volesse, e potrebbe tagliare “la linea” a qualsiasi contendente nel momento che preferisse.

Se in passato ci siamo preoccupati dell’accesso ai nostri dati violato da parte di u’agenzia governativa di un paese alleto come l’Nsa statunitense, il nostro timore non può che aumentare se ipotizziamo l’uso che potrebbe farne il governo di una superpotenza non democratica come è a tutti gli effetti la Repubblica Popolare Cinese.

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