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Mercoledì 17 febbraio due caccia Su-27 Flanker della Vks (Vozdushno-Kosmicheskiye Sily), le forze aerospaziali russe, hanno condotto un’intercettazione definita “non sicura” di un gruppo di aerei dell’aeronautica militare francese che operavano sul Mar Nero. I velivoli francesi erano due cacciabombardieri dell’Armée de l’Air Mirage 2000 e una aerocisterna KC-135FR. La coppia di velivoli russi si è avvicinata infatti a una distanza ritenuta pericolosa dagli aerei francesi.

Secondo il centro di controllo della difesa nazionale della Russia, i radar hanno individuato obiettivi aerei sulle acque internazionali del Mar Nero che si avvicinavano al confine di stato russo.

Come riporta uno stringato comunicato del Ministero della Difesa di Mosca, la caccia è stata allertata e “due Su-27 delle forze di reazione rapida della difesa aerea dell’Aeronautica del distretto militare meridionale sono stati richiamati per identificare gli obiettivi aerei e prevenire la violazione del confine di stato russo”.

“Gli equipaggi dei caccia russi hanno identificato gli obiettivi come un gruppo di aerei dell’aeronautica militare francese che consisteva in una aerocisterna KC-135 e due aerei tattici Mirage 2000 e li ha seguiti sul Mar Nero” prosegue il comunicato di Mosca, aggiungendo che non sono state riscontrate violazioni del confine di stato della Federazione Russa.

“Dopo che gli aerei militari stranieri si sono allontanati i caccia russi sono tornati al loro aeroporto di origine” afferma la Russia, sottolineando che “il volo dei caccia russi è proceduto nel rigoroso rispetto delle regole internazionali di utilizzo dello spazio aereo”.

Osservando il tracciato radar dell’aerocisterna francese possiamo notare come la missione sia stata effettuata su quella porzione di Mar Nero prospiciente la penisole di Crimea, dove ha sede la base navale russa di Sebastopoli.

Non è la prima volta che la Francia effettua voli del genere, e non solo utilizzando le proprie aerocisterne: non molto tempo fa, lo scorso agosto, ancora i Su-27 russi hanno intercettato un pattugliatore marittimo Breguet Br 1150 Atlantic, curiosamente scambiato per italiano dalla difesa aerea di Mosca. L’Italia, che ha avuto in linea 18 Atlantic, velivoli antisom e da pattugliamento marittimo, li ha dismessi nel settembre del 2017, quando l’ultimo esemplare è stato ritirato dal servizio attivo, ed ora sostituiti coi P-72A.

Non solo gli Stati Uniti inviano i propri velivoli a pattugliare i cieli del Mar Nero quindi: i voli dei P-8 Poseidon, dei vari modelli di RC-135 da spionaggio elettronico o dei droni Global Hawk (che spesso partono dalla Nas di Sigonella) sono praticamente all’ordine del giorno in quel settore di globo, stante il dispiegamento di forze della Russia che ha stabilito una bolla A2/AD comprendente anche un nuovo radar di allarme missilistico precoce recentemente attivato (lo Yakhroma).

Una Francia che quindi è sempre più attenta e attiva nel settore orientale dell’Alleanza Atlantica, dimostrando la capacità dell’Eliseo di proporsi efficacemente – e autonomamente – come difensore degli interessi della Nato.

Non è solo una questione di prestigio: sono in via di definizione dei ruoli interni nell’Unione Europea che passano, forzatamente, per l’attività militare svolta in ambito atlantico.

Parigi, dopo un periodo di sfiducia nel futuro dell’Alleanza coinciso con la politica dell’amministrazione Trump che richiedeva un aumento delle spese militari per i membri europei della Nato per poter scaricare sugli alleati la difesa del continente europeo, ora, col passaggio di potere alla Casa Bianca, ha cambiato atteggiamento: se prima le decisioni unilaterali di Washington hanno contribuito al clima di sfiducia, ora la volontà della presidenza Biden di recuperare i rapporti con l’Europa in senso multilaterale, quindi possibilmente con scelte condivise, ha rafforzato la convinzione dell’Eliseo di potersi affidare nuovamente agli organismi atlantici, sebbene, stavolta, in modo diverso e più consono agli aneliti di autonomia decisionale europei ma soprattutto francesi.

Con il Regno Unito fuori dall’Ue e con la Germania che resta ancora una potenza con una visione continentale e soprattutto commerciale, Parigi trova campo libero per proporsi e prendere per sé il ruolo di nazione che detta la linea di politica estera dell’Unione. Questa volontà passa necessariamente per la Difesa, e la Francia ultimamente sta dimostrandosi molto più attiva non solo nella sua sfera di influenza rappresentata dal Nord Africa e dal Medio Oriente, ma anche altrove, e questi voli di pattugliamento sul Mar Nero sono solo l’ultimo tassello di una politica globale dell’Eliseo che tocca anche l’Estremo Oriente e la necessità, condivisa con Washington, di contenere l’assertività della Cina in quel settore.