Il momento dell’entrata in servizio operativo del Sukhoi Su-57, il caccia di quinta generazione che mancava alle forze aeree della Federazione Russa, si avvicina a passo spedito: a inizio 2018 sono previste infatti le prime consegne di unitĂ  di Su-57 pronte al servizio attivo, il cui schieramento dovrebbe essere completato entro il 2019.

Il Sukhoi Su-57, prodotto di un lungo progetto di ricerca iniziato nel 2010, nasce in risposta alla necessitĂ  della Russia di adattare la sua aeronautica alle piĂą recenti innovazioni nel campo della gestione dei velivoli, della loro operativitĂ  tattica e della loro capacitĂ  d’azione: la principale connotazione del caccia è infatti il possesso di tecnologie stealth, dato che lo equipara di fatto al suo potenziale concorrente statunitense l’F-22 Raptor, a cui vanno ad aggiungersi notevole migliorie nei processi di controllo dei sistemi di volo che garantiranno al Su-57 una velocitĂ  di crociera e un’altitudine potenziale notevolmente superiori alle analoghe capacitĂ  prestazionali dei gloriosi velivoli che è destinato a sostituire, il Su-27 Flanker e il MiG-29. Il progetto Su-57 ha infatti beneficiato dei recenti sviluppi occorsi nell’avionica dei caccia russi in seguito al riscontro di importanti problematiche strutturali nel disegno del Sukhoi Su-35, entrato in servizio nel 2014 e attivamente schierato nel corso dell’intervento di Mosca in Siria.

Il Su-57, nelle intenzioni dei vertici militari russi, dovrĂ  poter garantire una vita operativa di almeno 35 anni e contribuire a ridurre il gap tra la flotta di caccia da attacco e superioritĂ  aerea del Paese e quella schierata dagli Stati Uniti, notevolmente superiore sul piano qualitativo e quantitativo: in ogni caso, come riportato da Franco Iacch su Il Giornale, non si hanno certezze sul numero di unitĂ  che il Cremlino intende concretamente schierare dopo che le cifre inizialmente proposte di una produzione di 800-1000 unitĂ , compresi i lotti da esportazione per Paesi interessati come l’India, si sono rivelate a dir poco ottimistiche. La reale quantitĂ  prodotta dovrĂ  essere calibrata in base alle esigenze di impiego tattico e strategico di lungo periodo. Sotto il profilo operativo il Su-57 potrĂ  essere in grado di ingaggiare aerei da combattimento, droni e missili da crociera in combinazione con i formidabili sistemi di difesa antiaerea S-400 e, al tempo stesso, risultare il vettore del missile supersonico BrahMos-A, armabile con testate nucleari. Sul profilo strategico e sul piano dello sviluppo, invece, la maggiore dimestichezza acquisita dalla Russia con le tecnologie stealth e con i dispositivi di un modernissimo aereo da combattimento porteranno il Su-57, primo caccia di quinta generazione in dotazione al Paese, a rappresentare la piattaforma di sviluppo per una nuova, avveniristica generazione. 

Come riporta Franz-Stefan Gady di The Diplomat, l’ex capo dell’aviazione russa Viktor Bondarev ha dichiarato che, secondo il suo giudizio, il Su-57 potrebbe sotto certi aspetti anticipare la sesta generazione di caccia che si prevede destinata ad entrare in servizio nel prossimo decennio ed essere particolarmente resiliente sotto il profilo della complessitĂ  dei sistemi elettronici, della resistenza agli attacchi cybernetici e della capacitĂ  di implementazione di efficaci missioni di anti-access/area denial. Le parole di Bondarev sottolineano le legittime aspirazioni dei militari russi per un velivolo che consentirĂ  loro di colmare, almeno in parte, un gap accumulatosi negli ultimi anni, ma potrebbero al tempo stesso risultare premature: solo dopo che sarĂ  stato testato concretamente in ambiente operativo, infatti, si potrĂ  capire se il Su-57 sarĂ  il caccia che risulterĂ  completamente performante alle ambizioni di lungo periodo dell’aeronautica di Mosca.

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