Le forze armate israeliane hanno condotto un’importante esercitazione questa settimana che ha simulato una guerra su più fronti in cui la Russia interviene per impedire ad Israele di attaccare la Siria. Lo riporta il quotidiano israeliano Haaretz.
Un alto funzionario delle Israel defense forces, ha dichiarato: “Durante tutta l’esercitazione, abbiamo esaminato varie implicazioni della presenza russa” in Siria. “Ci siamo esercitati su tutto ciò che poteva essere coordinato con i russi e anche quello che non poteva esserlo, su come avremmo operato senza danneggiare i loro interessi nella regione, e dall’altra parte, scenari in cui i russi hanno creato problemi”.
L’esercitazione ha coinvolto i vertici dell’Idf, il comando centrale e tutti i comandi che sarebbero stati coinvolti in un’eventuale guerra contro Hezbollah in Libano, diffusa poi su altri fronti. Non è stata un’esercitazione che ha coinvolto truppe sul campo, ma solo i comandi operativi per capire come coordinarsi nel caso avvenisse questo tipo di guerra.
Gli scenari esplorati in queste esercitazioni sono molti. Hanno incluso scontro con l’ipotesi di centinaia di israeliani morti, infiltrazioni terroristiche nelle città israeliane e anche attacchi informatici. Tre scenari non così distanti dalle possibili guerre che potrebbero coinvolgere Israele nell’immediato futuro.
Le forze armate israeliane stanno compiendo numerose esercitazioni in questi mesi. Proprio questa settimana, hanno concluso anche altre due manovre molto importanti. La prima, nota come Juniper Cobra, è stata un’esercitazione congiunta con le forze degli Stati Uniti d’America e si è concentrata sulla difesa aerea ma anche sulla simulazione di scontri urbani. Una seconda esercitazione, invece, è stata svolta dall’Home front command ed ha simulato varie situazioni di emergenza per i civili.
Il generale Yair Golan è la persona che ha pianificato queste esercitazioni. E le ha previste come una sorta di escalation che coinvolgesse tutti i fronti di Israele. Tutto iniziava con un intenso scontro contro Hezbollah in Libano, successivamente, lo scontro si diffondeva sia in Siria che nella Striscia di Gaza. Il tutto prevedendo almeno un centinaio di morti fra soldati e civili israeliani. Di conseguenza, l’esercizio includeva uno scenario di combattimento sul suolo israeliano. In particolare, l’esercitazione dell’Home front simulava l’evacuazione di edifici distrutti, lo spostamento della popolazione in zone lontane dalle operazioni belliche e l’attacco con armi chimiche e biologiche.
Ma c’è anche politica dietro queste esercitazioni. E anche molta. Le manovre infatti implicano come scenario quello di un Iran che sfrutta l’avanzata dell’esercito siriano per consolidare le sue posizioni a nord di Israele costruendo una cintura che la leghi al Libano. Questo scenario è quello che preoccupa maggiormente Israele ed è quello che ha fatto sì che l’aviazione israeliana intervenisse in Siria.
Ma c’è anche la Russia e la possibilità che essa intervenga in Siria. E questo è un fattore nuovo nella politica strategica israeliana, dove Mosca è sempre stata considerata non un’alleata ma quantomeno un partner. La guerra in Siria invece ha cambiato alcuni parametri. Vladimir Putin e Benjamin Netanyahu hanno avuto colloqui serrati e idee divergenti, in particolare sulla presenza iraniana. Quello che per la Russia è un lleato fondamentale in Medio Oriente, per Israele è il nemico numero uno. Lo scontro, dunque, è palese.
Le forze armate israeliane hanno voluto specificare che sono stati prese in considerazione varie ipotesi sia la collaborazione russa sia l’assenza di questa collaborazione. Ma è evidente che il fatto che le truppe di Mosca siano oggetto di manovre militari, quantomeno nei piani, indica anche una sostanziale presa di coscienza, da parte di Tel Aviv, che non possano essere ritenuti per forza dei partner. Tanto è vero che uno scenario dell’esercitazione era proprio quello di reagire all’eventualità di un intervento preventivo russo in Siria per contrastare le velleità israeliane.