Ci sono Hollywood, Bollywood e Nollywood, sono questi i grandi templi dell’industria cinematografica mondiale. Produzioni statunitensi, indiane e africane. Ma, oltre a queste realtà ce n’è una che sta crescendo in modo esponenziale e lontano dai riflettori della stampa internazionale: si tratta di Kannywood, l’industria cinematografica con sede a Kano, nel nord della Nigeria, che realizza film soltanto in lingua hausa e che ha come peculiarità quella di produrre pellicole tutte conformi ai principi della legge islamica.

I film realizzati nella Hollywood del nord della Nigeria trattano due temi principalmente: amore e morale e il tutto, ovviamente, è molto influenzato dalla fede musulmana. Le pellicole terminano con la scritta, nei titoli di coda, “Gloria a Dio” e inoltre, in alcune storie, viene denunciata la corruzione dei costumi delle classi dirigenti, viene sottolineata la devozione ad Allah e vengono evidenziati i comportamenti corretti di un buon musulmano. Prima di essere distribuito ogni film passa sotto il rigoroso controllo della censura religiosa che elimina tutto ciò che va contro i dettami della fede. In un’intervista comparsa sulla rivista Africa, Isma’el Muhammad Na Abba, il segretario esecutivo dell’ufficio della censura , il Kscb, Kano State Censorship Board, ha spiegato: ”Non vogliamo che ci sia contatto fisico tra uomini e donne, no baci, no strette di mano, nessuna nudità o abiti trasparenti. Temi come la prostituzione, l’omosessualità, l’adulterio o il consumo di alcolici possono essere rappresentati a patto che sia chiaro che è peccato; la danza e il canto sono ammessi ma non deve esserci contatto fisico tra uomini e donne”.

La maggior parte dei film viene poi distribuita e venduta sulle bancarelle della città nigeriana e quindi in epoca di coronavirus, con i mercati chiusi e la gente costretta a restare in casa, il rischio che l’industria dei film ”halal” potesse subire un duro colpo è stato concreto. Gli amministratori di Kannywood hanno avuto però un’idea straordinaria e sono stati capaci di trasformare quella che era una condanna a morte in ciò che loro stessi oggi definiscono ”una benedizione”. I vertici di Kannywood hanno deciso di ampliare Northflix, la piattaforma di streaming online di Kannywood che, da quando le autorità a marzo hanno imposto blocchi per contenere la pandemia di coronavirus, ha visto raddoppiare il numero di abbonati, passati da 40mila a 80mila, e le entrate sono triplicate.

Jamil Abdussalam, Ceo e co-fondatore di Northflix ha dichiarato all’Afp: “Il coronavirus è stato una benedizione per noi dal punto di vista degli affari, nonostante le interruzioni che ha causato all’economia globale”. Kannywood è diventata la principale fonte di intrattenimento per gli 80 milioni di cittadini dell’Africa occidentale che parlano Hausa e da quando è nato nel 1992 con solo sette società di produzione, il settore è cresciuto fino a includere 502 gruppi di produzione, 97 studi di montaggio e impiega oltre 30mila persone.

“Non è stato un caso, ma il risultato di una strategia aziendale consapevole”, ha aggiunto Kabiru Sufi, un economista di Kano che ha attribuito il successo delle piattaforme di streaming all’astuto senso degli affari dei dirigenti e alla loro tecnologia. E il Ceo di Northflix a tal proposito ha aggiunto: ”Northflix in precedenza utilizzava il sistema pay-per-view ma è rapidamente passato agli abbonamenti a tariffa fissa capendo che in questo modo avrebbe potuto diffondesi in tutti gli angoli del mondo”. La tariffa è di appena 1.500 naira al mese, quattro dollari, e nonostante la fine del confinamento, il successo di Northflix non sembra andare incontro a una flessione. La tecnologia, si sa, è irreversibile e ora come non mai i film e le tematiche proposte dalla Hollywood dell’islam stanno raggiungendo sempre più persone e ottenendo sempre maggior consenso e ammiratori.

Da un punto di vista dell’intrattenimento non si può far altro che fare un plauso alla piattaforma di streaming nigeriana che ha saputo trasformare un momento di crisi in un’opportunità. Ma in questo caso specifico; si è certi che si può parlare solo di intrattenimento e che non ci sia invece un disegno più esteso di voler clericalizzare la società attraverso le soap e la proposizione di un immaginario halal patinato?