Nell’inverno 2022-2023 il caro-energia, la scelta di molti cittadini di autolimitare la loro impronta di consumi e di esporsi al freddo e le ristrettezze legate alle bollette in volo hanno causato direttamente e indirettamente più morti di quelli dovuti al Covid-19 in tutta Europa. Questa la stima dell’Economist che calcolando l’eccesso di mortalità in Europa non spiegabile con i decessi correlati alla pandemia e alle sue conseguenze sanitarie. “I prezzi dell’elettricità e del gas per uso domestico, rispetto a due anni prima, sono aumentati del 69% e del 145% lo scorso inverno” nell’Ue, nota la testata di Londra, e ciò ha prodotto effetti spaventosi.

I modelli della prestigiosa rivista britannica indicano che la crisi energetica possa aver ucciso 68mila persone nell’ultimo inverno. Questa la stima media su un campione di 150mila morti in eccesso registrate nel Vecchio continente. Il numero minimo di morti dirette stimato è di 22mila, mentre l’Economist calcola che moltiplicando i fattori d’influenza e arrivando a contare anche le conseguenze più radicali del caro energia, ivi inclusi gli impatti sul sistema sanitario e sulla diffusione del Covid in ambienti freddi, si possa arrivare a un massimo di 138mila decessi imputabili in qualche modo all’austerità energetica impostata per sopperire al caro-prezzi e alla guerra economica con la Russia.

Il servizio dell’Economist segnala la correlazione diretta tra l’aumento dei prezzi al consumo dell’energia, indicati con la variabile proxy del prezzo dell’elettricità per gli utenti finali, e l’aumento dei decessi: “un aumento dei prezzi di circa 0,10 euro per kilowattora – circa il 30% del prezzo medio dell’elettricità dello scorso inverno – era correlato a un aumento della mortalità settimanale di un paese di circa il 2,2%. Se l’elettricità dello scorso inverno fosse costata lo stesso del 2020, il modello avrebbe previsto 68mila morti in meno in tutta Europa, con un calo del 3,6% rispetto al 2021”. I morti da Covid, nello stesso periodo, sono stati 55mila in tutta Europa.

Questo, inoltre, va letto di pari passo con un contesto che ha visto l’Unione europea graziata da un inverno in larga misura mite, soprattutto nell’area mediterranea, che ha ridotto la finestra d’impatto del caro energia. 26.600 vite sarebbero state salvate dalle politiche di alleviamento del caro-energia. E questo ci impone di leggere la guerra energetica nel quadro delle strategie ibride da valutare a tutto campo.

Più volte abbiamo scritto su questa colonna come la Russia stesse giocando una vera e propria guerra psicologica come “controsanzione” sull’economia europea, usando l’arma dei ricatti sul gas e dei tagli alle forniture per far schizzare in alto i prezzi, garantirsi extraprofitti dalle vendite di oro blu all’Europa, sconvolgere i sistemi economici europei. Il clima ha protetto l’Europa evitando che l’inverno consentisse alla Russia di dare una spallata fatale all’economia e ai Paesi, già chiamati a costosi tagli ai consumi, imponesse lockdown produttivi e tagli alle forniture. Ma l’Europa ha pagato duramente questa fase turbolenta, che si è protratta anche quando il distacco dal gas russo è aumentato.

La partita psicologica, economica e geopolitica ha avuto le sue ricadute più grande sui progetti di crescita, con risorse per miliardi di euro in ogni Paese deviate verso lo smorzamento del caro-bollette. Una lezione importante in un contesto di competizione ibrida in cui il costo del sostenere una guerra senza limiti come quella che ha come teatro l’Ucraina sul fronte militare e sfere più ampie sul campo economico e geopolitico, estese all’Occidente a guida Usa, si può fare sempre più sostenuto.

I morti da caro-energia, uccisi dalle ondate di freddo, dalle patologie ad esse collegate, dai problemi imposti da risparmi precauzionali spintisi troppo oltre, sono morti per le fragilità di un sistema che ha scaricato sui più fragili molto sul fronte del risparmio e ha affidato con troppa leggerezza ai meri meccanismi di mercato la definizione dei prezzi energetici. Non osiamo immaginare quanti benefici avrebbe apportato – e quante vite salvato – superare la logica del prezzo marginale e garantire a prezzi minori l’energia prodotta da rinnovabili. Di fronte al dilemma tra pace e riscaldamento acceso, molti europei non hanno avuto né l’una né gli altri non potendo costruire la prima né permettersi i secondi accesi. Parliamo delle vittime dimenticate di una guerra a tutto campo che vede russi e ucraini combattere sul campo e Mosca e l’Occidente sulle sfere geoeconomiche. Con l’Europa teatro di battaglia sull’energia che conta, non solo metaforicamente, i propri caduti.

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