Sembrano sempre più lontani i giorni in cui Sergej Lavrov, ministro degli Esteri della Federazione Russa, definiva “inesistenti” i rapporti con l’Unione europea e in cui Josep Borrell, Alto Rappresentante Ue per la politica estera, veniva maltrattato a Mosca dopo aver tentato un goffo affondo sui diritti umani. Il vento nuovo portato dall’incontro tra Joe Biden e Vladimir Putin ha sostanzialmente aperto la strada a una fase di riconciliazione o, meglio, di chiarimento e di “prevedibilità”: la Russia intende stabilire con l’Occidente relazione sincere fondate su una competizione aperta ma con precise linee rosse ben delimitate. E in questo contesto la definizione delle nuove relazioni russe con l’Ue può essere un interessante banco di prova.
Questa vicenda ha una sola grande vincitrice: Angela Merkel. La Cancelliera è la figura più adatta a ricoprire il ruolo di “pontiere” tra Europa, Russia e Stati Uniti e a far passare la distensione attraverso la sostanziale accettazione da parte di tutti gli attori in campo del simbolo della distensione e del pragmatismo che connota i rapporti russo-tedeschi, il gasdotto Nord Stream 2. Con abilità da judoka, Putin ha poco prima dell’incontro ginevrino con l’omologo statunitense annunciato l’imminente conclusione dei lavori per il raddoppio del gasdotto, creando il fait accomplì per depotenziare sostanzialmente ogni estremo tentativo di Washington di dare l’assalto alla diligenza del Nord Stream 2. Gli Usa, impegnati in un’ampia partita a scacchi con Mosca sul versante energetico, hanno a lungo inseguito l’obiettivo di dare una spallata al gasdotto, colpendo le aziende impegnate nel consorzio con sanzioni a raffica, cercando di fare leva sui partner dell’Europa orientale per ridimensionare l’asse tra Berlino e Mosca, adducendo le motivazioni della comune sicurezza occidentale. Ora, a cinque mesi dall’insediamento di Biden, un cambio di passo: Nord Stream 2 è “condonato” nel quadro del clima di relativa bonaccia venutosi a creare ultimamente. Gli Usa hanno dato semaforo verde grazie al Segretario di Stato Tony Blinken, giunto in visita a Berlino.
L’Unione europea, vaso di coccio tra i vasi di ferro delle relazioni internazionali, non può fare a meno di seguire le indicazioni Usa e le propulsioni della politica tedesca nel suo approccio, che pragmaticamente può trovare con la Russia un punto di caduta comune sul fronte della geopolitica delle infrastrutture energetiche. Anche in un quadro di transizione energetica, l’Ue sta promuovendo in questi anni una spinta alla crescita delle connessioni gasiere che oramai sono programmate strategicamente senza focalizzarsi sul semplice “dualismo” tradizionale connesso alla dipendenza dal Cremlino per le forniture energetiche. La parola chiave è “resilienza”, la ricerca di più vie per l’accesso delle forniture extraeuropee al Vecchio Continente. E se da un lato diversificare, specie sul fronte balcanico, è fondamentale, dall’altro Paesi come la Germania hanno capito che la continuità delle forniture da Mosca non può essere ad ora esclusa nel quadro del mix energetico Ue.
Il raffreddamento degli animi tra Mosca e Bruxelles passa dunque dal gasdotto della distensione. La Merkel ha proposto a Blinken e Biden una clausola di garanzia legata alla possibilità di interrompere le forniture dal nuovo tratto di Nord Stream qualora si riaccendessero le tensioni tra Russia e Ucraina, ma assieme al presidente francese Emmanuel Macron ha rilanciato sul tavolo dell’istituzionalizzazione di nuove relazioni capaci di rompre l’impasse tra Ue e Russia che dura dal 2014. Come riporta Formiche, infatti, “gli ambasciatori di Francia e Germania a Bruxelles, Philippe Léglise–Costa e Michael Clauss, hanno presentato una nota per il prossimo Consiglio europeo in cui chiedono di rivedere le forme esistenti di dialogo con la Russia, inclusi gli incontri al livello dei leader”, per dare propulsione alla distensione e citando un’ampia gamma di temi come sottostante fondamentale per l’interlocuzione: “il clima, l’ambiente, l’Artico, la cooperazione transfrontaliera, la Salute, lo spazio, la lotta al terrorismo e aree della politica estera, incluse la Siria e l’Iran”. Qualcosa è dunque oggi in movimento sull’asse Europa-Russia, e una volta di più la relazione speciale per eccellenza che muove le dinamiche politiche del Vecchio Continente è quella tra russi e tedeschi. Popoli destinati a cercarsi e incontrarsi, come accaduto spesso in passato anche con ricadute tragiche, e a plasmare assieme le rotte politiche dell’Europa.