Gazprom ha presentato nei giorni scorsi i risultati operativi per il secondo trimestre del 2021, segnalando un rilancio degli affari e degli utili capace di andare oltre ogni aspettativa. Da aprile a giugno il colosso russo a partecipazione statale ha riportato utili netti per 521,2 miliardi di rubli (circa 6 miliardi di euro al tasso attuale), triplicando il risultato del medesimo periodo del 2020 e trasformando in profitto circa un quarto dei 24 miliardi di euro di fatturato.
A trainare i risultati l’espansione dell’azienda in Europa. Il gas naturale è sempre più protagonista del mercato europeo dell’energia e la Russia si posiziona, specie dopo il via libera alla fase conclusiva del gasdotto Nord Stream 2, come il fornitore chiave del Vecchio Continente. Complessivamente, su base annua nei primi otto mesi dell’anno Gazprom ha prodotto 337 miliardi di metri cubi di gas per i consumi interni russi e le esportazioni, un aumento del 18% rispetto al 2020.
Il gas russo conquista l’Europa
Le forniture in Europa sono in volo. Come riporta StartMag, “le esportazioni della società russa verso l’Europa – inclusa la Turchia – hanno registrato una crescita del 23,2 per cento su base annua, per un volume totale di 115,3 miliardi di metri cubi. Si tratta comunque di un valore inferiore a quello record toccato nel 2018”, ma che segnala un cambio di tendenza dopo il crollo dei prezzi del gas naturale e la crisi del mercato delle commodities dello scorso anno.
Recente è la notizia di un accordo che sarà firmato a fine settembre tra la Russia e il governo ungherese di Viktor Orban per ufficializzare un contratto di quindici anni con cui Gazprom fornirà al Paese magiaro 4,5 miliardi di metri cubi di gas l’anno, 3,5 dei quali attraverso l’Austria e il rimanente via Serbia. Una mossa estremamente strategica, se pensiamo che in questa fase, come ricordato a Energia Oltre dall’analista Gianni Bessi, in Europa “con le riserve di stoccaggio di Gazprom al 18% mai così basse, l’aumento della domanda di combustibile e i prezzi della Co2 che stanno aumentando vertiginosamente, il gas naturale si sta comportando sempre di più come il petrolio e i suoi derivati venduti sui mercati spot”, venendo sottoposto a profonde fluttuazioni che gli accordi-quadro permettono di stabilizzare.
La Russia nel giardino di casa Usa
Se l’Ungheria orbaniana è da tempo aperta a floride relazioni economiche in campo energetico col governo di Vladimir Putin e il suo apparato più importante, meno scontata è l’espansione dell’export verso altri Paesi come Romania e Polonia, stabilmente inserite nel consesso atlantico come fedeli alleati degli Usa. Gazprom è esplosa nel mercato rumeno (+344% di export da inizio anno) ma ha avanzato significativamente anche nel contesto polacco: il +12% fatto segnare nei confronti di Varsavia è decisamente significativo, se pensiamo che il governo polacco di Diritto e Giustizia fa del feroce contenimento antirusso un suo punto fermo e negli anni scorsi è giunto addirittura all’acquisto del gas liquefatto Usa come contropartita per il sostegno militare di Washington.
Il 2021 ha di fatto sancito l’attestazione di una vittoria della Russia nella battaglia d’attrito condotta nei suoi confronti da Washington sul fronte del mercato energetico. Complice l’avvicendamento tra Donald Trump e Joe Biden alla Casa Bianca la strategia di energy dominance di Washington si è attenuata e la fortezza assediata del Cremlino ha potuto sfruttare la multivettorialità del suo mercato energetico. La somma tra le esportazioni mediate da TurkStream nel contesto mediterraneo, l’attivazione di Power of Siberia verso la Cina e l’aumento degli affari in Europa ha rafforzato Gazprom nella guerra fredda del gas. Il ciclo rialzista dei prezzi delle materie prime, la fine dei lockdown in Europa e la pressione inflativa sull’economia mondiale hanno fatto il resto, e secondo la Cnbc Gazprom sta agendo d’anticipo nell’aumentare la produzione e i suoi volumi di esportazione attendendo che i concorrenti Usa siano messi fuori mercato. Contemporaneamente, infatti, è stato presto rimosso il limite alla produzione che aveva contraddistinto lo strategico impianto siberiano di Yamal dopo un incendio a inizio agosto. L’avvicinarsi della stagione fredda potrà portare Gazprom ad ampliare ulteriormente i suoi volumi d’affari: i Paesi europei si trovano sempre più dipendenti dal gas naturale e, nonostante tutto, deve ancora arrivare il complesso di fornitori in grado di scalfire un’egemonia russa prossima a un nuovo consolidamento.