Sul gas naturale l’Italia può giocare un ruolo chiave e le ultime mosse dell’Unione europea e dell’Azerbaigian sul gasdotto Tap, di cui si inizia a parlare riguardo al potenziale raddoppio, lo confermano. I piĂą recenti colloqui energetici tra Baku e Bruxelles da un lato e le mosse dell’Azerbaigian annunciate al recente summit Shaping the Geopolitics of Greater Eurasia organizzato dalla Ada University a Shusha parlano di una crescente integrazione che passa anche per il nostro Paese.
L’Unione europea, riporta Formiche, ha infatti vidimato e nelle prossime settimane ufficializzerĂ il via libera al piano sostenuto dal governo Meloni per costruire un interconnettore energetico capace di rompere i colli di bottiglia del Paese sull’asse Est-Ovest e completare la cosiddetta “Dorsale adriatica”.
L’opera decisiva, in tal senso, sarĂ il gasdotto che da Foligno, in Umbria, porterĂ a Sulmona, in Abruzzo, progettato da Snam e decisivo nel grande gioco dell’oro blu per rendere la Penisola un hub strategico nel campo del Mediterraneo allargato.
Con il completamento dell’opera, il gas del Tap entrante a Melendungno, in Puglia, potrĂ arrivare via tubo in tutta Italia, fino al Nord e anche in prospettiva verso il cuore d’Europa. Saldando dunque il fianco sud di una “tenaglia” di forniture alternative alla Russia che vede da Nord avanzare il gas norvegese spinto dal Baltic Pipe. E a cui si può aggiungere quello pescato nella sponda meridionale del Mediterraneo, in Libia e soprattutto Algeria, che ha in Italia la porta primaria d’accesso.
Raddoppiare il Tap potrĂ , in quest’ottica, portare da 10 a 20 miliardi di metri cubi l’anno la quantitĂ di oro blu pescato nel Mar Caspio azero destinato ad arrivare nel Belpaese. Nel frattempo nel 2023, nel primo trimestre, le importazioni europee di gas da Baku sono aumentate del 15% e sono previste in crescita lungo tutto l’anno. L’obiettivo di arrivare col Tap attuale a 20 miliardi di metri cubi in tutta l’Ue entro il 2027 apre alle prospettive del raddoppio della conduttura che potrĂ contribuire all’indipendenza energetica dalla Russia.
Il 29 aprile a Bruxelles la Commissaria europea per l’Energia, Kadri Simson, ha ospitato funzionari azerbagiani a Bruxelles per il dialogo energetico Ue-Azerbaigian volto ad approfondire quanto emerso nella Nona riunione ministeriale del Consiglio consultivo meridionale del gas. Da qui è uscita la volontĂ delle parti di approfondire la strategia di raddoppio della Tap, l’approvazione comunitaria al progetto italiano di rottura del collo di bottiglia e la volontĂ di Baku di ampliare le connessioni complementari.
A Shusha, al forum euroasiatico Ilham Aliyev, presidente dell’Azerbaigian, ha annunciato corposi investimenti in Albania e, nota Euractiv, il varo di un piano paneuropeo “per un corridoio di trasporto del gas – un’iniziativa congiunta tra Bulgartransgaz (Bulgaria), Transgaz (Romania), FGSZ (Ungheria), SOCAR (Azerbaigian) ed Eustream (Slovacchia) – che mira a offrire capacitĂ di trasporto di gas naturale aggiuntive fino a 9,5 miliardi di metri cubi di gas all’anno”. Fondamentali anche le nuove interconnessioni che stanno prendendo piede in Bulgaria: nella cittĂ meridionale di Stara Zagora è stato completato e inaugurato a fine aprile l’interconnettore che parte da Komotini, in Grecia, e connette Sofia alla rete del Tap e del Gasdotto trans-anatolico Tanap, parte del Corridoio Meridionale del Gas che sfocia nel Mar Caspio azerbagiano.
Il gas azerbagiano decolla in Europa e colpisce anche la strategia italiana, vidimata dall’agenda europea. In cui diversificazione da Mosca e opere strategiche funzionali alla costruzione dell’hub del gas e al lancio del Piano Mattei vanno di pari passo. Aprendo a opportunitĂ che possono rendere l’Italia centrale in Europa e non solo, capace di giocare da protagonista. In un contesto in cui tutta l’Unione rema in maniera coesa.