Sogni di diventare fotografo?
ENTRA NELL'ACADEMY

Dopo la dichiarazione di insolvenza da parte della società Wirecard AG, quotata al Dax30 di Francoforte, sono emersi particolari che hanno fatto tremare la totalità del comparto finanziario tedesco. Ma non solo: perché assieme alla credibilità dei settori tecnologici e finanziari di Berlino la società di Asscheim ha generato un buco bancario del valore stimato di oltre un miliardo e mezzo di euro e ripartito su quindici massimi istituti europei. Tra questi, ci sarebbero la francese Credit Agricol, la tedesca Commerzbank e l’olandese ING, che con gli oltre 100 milioni di euro prestati cadauna alla società tedesca si sono di fatti “bruciati” una cifra superiore agli utili trimestrali. E proprio mentre questi particolari relativi all’esposizione di Wirecard stanno venendo alla luce, dalle Filippine – dove tutto era cominciato lo scorso giugno – è stato reso noto un fatto allarmante: un ex gestore della società a Manila di 44 anni – molto vicino all’ex direttore delle vendite Jan Marsalek – sarebbe stato trovato morto.

Una morte dai mille sospetti

Secondo quanto messo in luce dagli inquirenti, la figura in questione sarebbe stato uno degli uomini di fiducia di Marsalek e suo diretto referente per quanto riguardava i rapporti tra l’ex numero due di Wirecard e le Filippine. Considerando come – tra le varie ipotesi al vaglio degli investigatori – proprio le Filippine sarebbero state una delle destinazioni durante la fuga dalla Germania, la vittima potrebbe essere stata l’unica persona informata della reale posizione di Marsalek. E forse proprio per questo, la sua morte potrebbe essere stata un omicidio collegato allo scandalo di Wirecard AG, che adesso lascia l’ambito prettamente finanziario per assumere anche una tinteggiatura di rosso.

Marsalek avrebbe prelevato contanti a Manila

Quando venne alla luce l’ammanco di 1,9 miliardi di euro dai conti bancari di Wirecard AG, essi erano stati imputati a conti fiduciari inesistenti e collocati proprio nell’arcipelago asiatico dove è avvenuto l’omicidio. Mentre però gli inquirenti tedeschi si sono “distratti” concentrandosi sull’unico uomo della dirigenza che erano riusciti ad arrestare, Markus Braun, il vero cartaio delle truffe dell’emittente di carte prepagate era riuscito a far perdere le proprie tracce. E come dice un detto del mondo investigativo, “l’assassino torna sempre sulla scena del delitto”.

Secondo quanto riportato da Businessinsider, sarebbero state proprio le Filippine la prima destinazione di Marsalek, con lo scopo di prelevare un alto quantitativo di contanti per proseguire la sua fuga (alla volta della Cina, della Corea del Sud o forse della Bielorussia, sulla quale gli investigatori si sono concentrati negli ultimi giorni). Tuttavia, la sua latitanza al momento ha avuto esito positivo, rendendolo irreperibile e lasciando almeno al momento in mano agli inquirenti tedeschi un puzzle con troppi tasselli ancora mancanti. Ma l’omicidio avvenuto nelle Filippine adesso potrebbe cambiare le carte in tavola.

Adesso si può seguire una traccia

Mentre prima erano sconosciuti tutti i movimenti di Marsalek, adesso appare chiaro come la prima tappa fu proprio Manila, da dove ebbe inizio il tracollo di Wirecard AG. Potendo concentrarsi questa pista – e nonostante forse l’unica persona informata dei fatti trovata morta – adesso è possibile cercare di tracciare gli spostamenti dell’uomo dopo il suo prelievo nell’arcipelago asiatico. E grazie a questa informazione ed aiutati dal basso numero di voli di quel periodo a causa degli ancora elevati stop agli spostamenti aerei, forse Marsalek potrebbe essere finalmente rintracciato.

Dacci ancora un minuto del tuo tempo!

Se l’articolo che hai appena letto ti è piaciuto, domandati: se non l’avessi letto qui, avrei potuto leggerlo altrove? Se non ci fosse InsideOver, quante guerre dimenticate dai media rimarrebbero tali? Quante riflessioni sul mondo che ti circonda non potresti fare? Lavoriamo tutti i giorni per fornirti reportage e approfondimenti di qualità in maniera totalmente gratuita. Ma il tipo di giornalismo che facciamo è tutt’altro che “a buon mercato”. Se pensi che valga la pena di incoraggiarci e sostenerci, fallo ora.