I cambiamenti economici partono tutti da Wall Street. Dal polo finanziario americano sono partite le più grandi crisi del mondo moderno. 1929 e 2007. Da Wall Street partono anche le più grandi rivoluzioni economiche del futuro. Se dunque si vuole avere un quadro di quello che potrà succedere fra 15-20 anni, occorre analizzare nel dettaglio le operazioni poste in atto dai principali attori economici operanti nel quartiere finanziario newyorkese.

Il futuro ancora incerto delle criptovalute

Da lì si può ottenere una risposta sua quale potrà essere il futuro delle criptovalute. Le monete virtuali stanno ormai conquistando mercati finanziari e pagine mediatiche in maniera crescente. Tuttavia ancora non è chiaro sino a dove possa spingersi l’espansione dei bitcoin e dei sui “criptofratelli”. Alcune settimane fa avevano colpito le dichiarazioni nette e lapidarie espresse da Jamie Dimon, CEO della grandissima (in termini quantitativi) banca d’affari americana JP Morgan.

“I bitcoin sono una truffa”

Durante una conferenza a New York Dimon aveva definito i bitcoin, e le criptovalute in generale, come una “truffa”. A ciò aveva poi aggiunto che avrebbe licenziato immediatamente qualunque dipendente scoperto a trafficare con queste monete virtuali. Il motivo? “È contro le nostre regole e sono stupide. Inoltre sono anche pericolose. La valuta non sta funzionando. Non si possono fare affari dove la gente può inventarsi una moneta. Se sei uno spacciatore di droga, un omicida o robe del genere, allora sì che è meglio usare il bitcoin rispetto al dollaro americano”.

Dichiarazioni forti e tendenzialmente controcorrente. Dimon infatti ha fatto questo discorso in uno dei momenti migliori per il bitcoin, la più diffusa tra le criptovalute. A metà settembre la sua quotazione aveva infatti superato i 5.000 $ a unità. Inoltre alcune delle principali banche centrali al mondo, tra cui quella giapponese e cinese, avevano fatto dichiarazioni di apertura verso questo nuovo merca valutario virtuale.

Il valore dei bitcoin è crollato per colpa di Dimon

Le dichiarazioni di un CEO importante come Dimon hanno ovviamente scosso le quotazione del bitcoin. Riportava il The Guardian che i giorni immediatamente successivi alla conferenza di Dimon, il bitcoin è arrivato a perdere oltre il 5% delle sue quotazioni. Il valore è sceso fin sotto i 4.000 $  per unità arrivando a toccare quota 3.500 $. Un crollo in assoluta controtendenza rispetto all’andamento naturale del mercato. Una discesa adducibile solo alle dichiarazioni del CEO di Jp Morgan. Chiamatela astuzia, scaltrezza o semplice abilità truffaldina, ma ciò che viene detto da Wall Street ha sempre un doppio significato. Ecco che qualche giorno dopo si viene a scoprire dalle pagine del Sole24ore, confermato dal portale fortune.com, come JP Morgan abbia fatto incetta proprio di bitcoin.

In pratica la banca d’affari americana ha sfruttato, più o meno consciamente, le dichiarazioni del suo CEO per accaparrarsi bitcoin ad un prezzo ribassato. Gli agenti di JP Morgan hanno risparmiato 1.000 $ su ogni bitcoin comprato, per diversi giorni. Infatti viene riportato come il valore della criptovaluta sia poi ritornato sui livelli “pre-Dimon” dopo pochi giorni, attestandosi oltre i 4.000 $ dollari per unità.

Il bluff di Dimon smaschera la corsa verso le criptovalute

Il discorso dell’amministratore delegato di JP Morgan è stato dunque un grande bluff speculativo. Robe già viste e riviste tra i palazzi di Wall Street. Era infatti impensabile che una banca d’affari così grande rimanesse esclusa da quest’esplosione di ricchezza, finanziaria, generata dalle criptovalute. La stessa Goldman Sachs ha infatti messo in piedi uno squadrone di trader pronti ad occuparsi unicamente delle operazione speculative sulle monete virtuali. Da Wall Street si punta dunque sulle criptovalute e questo potrebbe essere un chiaro segnale per l’inizio di una rivoluzione economica. 

Dacci ancora un minuto del tuo tempo!

Se l’articolo che hai appena letto ti è piaciuto, domandati: se non l’avessi letto qui, avrei potuto leggerlo altrove? Se non ci fosse InsideOver, quante guerre dimenticate dai media rimarrebbero tali? Quante riflessioni sul mondo che ti circonda non potresti fare? Lavoriamo tutti i giorni per fornirti reportage e approfondimenti di qualità in maniera totalmente gratuita. Ma il tipo di giornalismo che facciamo è tutt’altro che “a buon mercato”. Se pensi che valga la pena di incoraggiarci e sostenerci, fallo ora.