Nel corso degli ultimi anni il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir) è diventato un organismo sempre più centrale nella definizione delle linee guida dell’interesse nazionale e della tutela della sicurezza economica italiana. Virtuoso esempio di collaborazione istituzionale, il comitato di vigilanza sui servizi segreti presieduto per statuto da un esponente dell’opposizione parlamentare ha saputo più volte prendere posizioni importanti sul tema della necessità di tutelare le aziende strategiche, di vigilare sul rischio di scalate straniere all’economia italiana, di sviluppare una strategia complessiva sul rapporto tra politica, mondo finanziario, settore industriale. Ruolo che la crisi pandemica non ha fatto altro che rafforzare.
Per questo, in una fase contraddistinta dalla recrudescenza della pandemia, dalla nuova serrata del motore dell’economia nazionale, la Lombardia, e dal ritorno delle nubi nere della recessione è fondamentale studiare gli esiti del ciclo di audizioni che il Copasir condotto dal leghista Raffaele Volpi ha condotto per prendere conoscenza dei dossier più scottanti del momento. Il Copasir è attento e in trincea e pronto a perseguire una strategia accorta ed equilibrata.
Da febbraio a oggi, riporta Formiche, il comitato con base a Palazzo San Macuto ha completato un ampio e articolato ciclo di audizioni: “iniziata a febbraio dopo la pubblicazione del rapporto sul 5G (e mai interrotta anche in pieno lockdown), l’indagine segreta ha visto alternarsi a Palazzo San Macuto tutti i protagonisti della finanza e dell’economia italiana. Dai vertici di Banca d’Italia a quelli di Intesa, Unicredit, Mps, Bpm, Mediobanca, Generali, Ubi, ma anche Deutsche Bank, poi i direttori delle agenzie, Aisi e Aise”. Convocati anche i ministri della Difesa ed ex capo del Copasir Lorenzo Guerini, il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri e il premier Giuseppe Conte, nel contesto di un’indagine a tutto campo che Volpi, ex sottosegretario alla Difesa del governo gialloverde, ha riasusnto discutendo con la testata fondata da Paolo Messa.
Volpi si concentra sui risultati principali dell’azione del suo comitato: la spinta al rafforzamento del golden power da un lato e la tutela del settore bancario-assicurativo dall’altro. Volpi, in particoalre, ritiene vitale applicare al settore finanziario i poteri speciali e “definire meglio il perimetro di intervento per frenare l’appetito di alcuni fondi stranieri. E ritengo opportuno abbassare al 10% la soglia di acquisto che richiede la notifica al governo, anche per i soggetti europei”. Nella relazione finale del Copasir c’è grande attenzione alla triangolazione tra Italia e Francia nel campo finanziario, che negli ultimi tempi ha avuto profondi sviluppi: Cdp e Intesa San Paolo, recentemente ampliata dall’acquisizione di Ubi, hanno fatto da partner con Euronext per acquistare Piazza Affari; il finanziere Leonardo Del Vecchio, a capo del gruppo italo-francese dell’ottica Luxottica-Essilor, è estremamente attivo in Mediobanca.
Sul primo fronte, il Copasir vigilerà perchè la testa del gruppo resti in mano a un management italiano. Sul secondo, Volpi ha lasciato intendere che la campagna acquisti Leonardo Del Vecchio, primo azionista di Mediobanca e importante investitore in Generali di cui detiene il 4,8 per cento delle quote, è apprezzata dal Copasir, ma a patto che il magnate dell’ottica, definito “un grande italiano” non esca dal “livello di guardia” indicato da Palazzo San Macuto, ovvero la garanzia che i gruppi detentori di quote chiave di risparmio e debito pubblico non escano dal perimetro delle istituzioni a guida esplicitamente italiana.
Più sullo sfondo sarà, in futuro, la questione del destino di Monte dei Paschi di Siena, dopo che alla fine dei rumors sulla scalata francese si è aggiunto il disimpegno di Unicredit, banca in cui l’arrivo di Pier Carlo Padoan alla presidenza sembrava lasciar presagire la volontà di acquisirie Rocca Salimbeni dopo la vendita da parte del Tesoro. Mani francesi si vedono anche nell’operazione strategica di Credit Agricole su Bpm. Nella relazione che il Copasir ha prodotto, scritta da una coppia di esponenti della maggioranza giallorossa, Enrico Borghi per il Pd e Francesco Castiello per i 5 Stelle, e inviato ai presidente di Camera e Senato L’Espresso segnala che una forte attenzione è data alle mire transalpine nell’economia nazionale: “la Francia – l’hanno rilevato anche i servizi segreti – da tempo si muove con aggressività in più settori dell’economia italiana per assumere un ruolo centrale”.
Un’altra azienda messa sotto tutela è stata Leonardo. Il campione a partecipazione pubblica della Difesa italiana ha subito duri scossoni borsistici dopo la condanna penale dell’ad Alessandro Profumo e gli attacchi politici giunti alla sua leadership da esponenti del Movimento Cinque Stelle a cui, è bene precisarlo, non si è aggiunto Luigi Di Maio, il cui fedelissimo Carmine America, membro del cda di Leonardo, ha votato a favore dello status quo per il vertice deliberato di recente dal consiglio di amministrazione dell’ex Finmeccanica, mentre Riccardo Fraccaro, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, punta fortemente su Leonardo per la strategia da lui guidata di partecipazione dell’Italia al programma statunitense Artemis. Senza citare esplicitamente il colore politico di provenienza, Volpi con tono felpato ha dichiarato che “ci sono politici e influencer che, voglio pensare inconsapevolmente, possono diventare strumento di speculazioni esterne contro i nostri campioni nazionali”. Il Copasir difende sempre la linea della prudenza. Della silenziosa governance politica sugli affari economici che garantisce sicurezza. E da cui in questo periodo non si può affatto prescindere.