Nella giornata del 29 gennaio è stata lanciata una nuova rotta commerciale su rotaia in Turchia, la Ankara-Baku-Mosca. La tratta, esclusivamente destinata al trasporto merci, attraversa l’Anatolia e raggiunge il Caucaso meridionale attraverso la Baku-Tbilisi-Kars, la quale, per la prima volta in assoluto, in luogo di essere utilizzata per unire Turchia e Azerbaigian, è stata impiegata come trampolino di lancio verso la Russia.
Il lancio della tratta
La partenza del treno merci è avvenuta alle ore dieci di mattina del 29 gennaio, ed è stata festeggiata dal pubblico e dalle autorità civili riunitesi ad Ankara per una cerimonia commemorativa. L’evento, in effetti, ha dello storico: è la prima volta che un treno carico di merci turche destinate al mercato russo parte da Ankara per affrontare un viaggio diretto.
Il treno, composto da quindici vagoni contenenti centocinquanta tonnellate di beni, percorrerà una distanza di 4.650 chilometri in soli otto giorni e terminerà la corsa presso la stazione Vorsino di Mosca. Le tempistiche eccezionalmente celeri del trasporto, che contribuiscono a rendere economica la linea, sono il riflesso dell’impiego della Baku-Tbilisi-Kars, una delle massime espressioni del panturchismo nel Caucaso meridionale.
La Baku-Tbilisi-Kars permetterà l’attraversamento in tempi brevi del Caucaso meridionale e collegherà il treno al cosiddetto “Corridoio di trasporto internazionale Nord-Sud”, la maxi-rete infrastrutturale su rotaia che taglia verticalmente l’Asia, unendo Mumbai a Mosca, e passa dall’Azerbaigian.
La sicurezza di questo treno, e dei prossimi che percorreranno la Ankara-Baku-Mosca, sarà di competenza di quattro operatori: la Pacific Eurasia Logistics della Turchia, la GR Logistics della Georgia, la ADY Container dell’Azerbaigian e la Russian Railways Logistics.
Il riflesso di un nuovo mondo
L’Ankara-Baku-Mosca funziona perché è inquadrabile nella Baku-Tbilisi-Kars, la quale, a sua volta, si aggancia al Corridoio di trasporto internazionale Nord-Sud e dallo scorso dicembre permette alle merci turche di raggiungere Xi’an, Cina centrale, grazie al sistema ad elevata interconnettività su rotaia che sta venendo progressivamente realizzato in quel titanico cantiere a cielo aperto che è la Belt and Road Initiative, volgarmente nota come la Nuova Via della Seta.
L’Ankara-Baku-Mosca, alla luce della descrizione di cui sopra, pur parlando turco, russo e azero, è il riflesso di qualcosa di più grande, non circoscrivibile ad Anatolia e Caucaso: è una delle manifestazioni di una realtà internazionale baricentrata in maniera crescente sull’Asia.
L’esito della seconda guerra del Nagorno Karabakh ha sicuramente contribuito al lancio della rotta, avendo favorito l’insorgenza di un intenso dialogo a tre che premette e promette di disegnare un nuovo Caucaso, sia a Nord che a Sud, e di dispiegare riflessi sino in Asia centrale. La linea, però, è stata lanciata anche perché, esito bellico a parte, sia Turchia che Russia sono alla ricerca di diversificazione – da intendersi come de-occidentalizzazione delle proprie economie –, da qui la pianificazione e l’implementazione di panacee infrastrutturali che possano ridurre significativamente i tempi di trasporto e incrementare l’interscambio. La neonata rotta servirà precisamente a questo: a nutrire i sogni di emancipazione e grandezza di Ankara e Mosca, entrambi conditi di eurasiatismo, diluendo la loro dipendenza dall’Europa.