Donald Trump entra a gamba tesa nella partita sul futuro del debito Usa. L’ex presidente e candidato del Partito Repubblicano ha preso al balzo la palla alzata dal Segretario al Tesoro Janet Yellen. La quale ha evocato il rischio che il combinato disposto tra un blocco del tetto al debito Usa e l’esaurimento delle casse del Tesoro di Washington potrebbero portare gli States a dichiarare default su una parte di debito, proclamandosi insolventi e gettando nel caos i mercati mondiali.

Una mossa azzardata, quella della principale esponente del governo per le politiche economiche nell’amministrazione Biden, a cui da buon giocatore di poker e scommettitore Trump ha risposto. Rendendo politica la battaglia che infuria al Congresso sul futuro della spesa pubblica. The Donald ha infatti invitato i Repubblicani che controllano di poco la Camera a stanare Yellen dicendo che i Democratici dovranno dichiarare default se non approveranno un massiccio taglio alla spesa pubblica e ai programmi sociali.

“Il nostro paese viene distrutto da persone stupide, da persone molto stupide”, ha detto Trump nella giornata dell’11 maggio durante un comizio in New Hampshire. Ha dunque spinto i membri del Congresso, deputati in testa, del Grand Old Party a sabotare ogni accordo con Biden sull’innalzamento del tetto al debito se non sarĂ  varata una vera e propria “austeritĂ ” che tagli la spesa sociale e previdenziale. L’obiettivo è sfidare Yellen a prendere in considerazione davvero l’arma del default per mettere i Democratici all’angolo.

Trump ha minimizzato i timori dell’ex governatrice della Fed e di Biden, ritenendoli un ricatto verso i Repubblicani: “un default potrebbe essere una catastrofe oppure farci passare solo una brutta giornata o una brutta settimana, chi può dirlo?”, ha attaccato, prima di ricordare che “il default ci sarĂ  se non ci saranno tagli massicci alla spesa”. Una mossa che a Trump conviene portare all’incasso per molti motivi.

Innanzitutto per commissariare di fatto lo Speaker repubblicano della Camera, Kevin McCarthy, che sta trattando su questi temi con Biden e vuole ragionare di concessioni reciproche su debito e tagli alla spesa. In secondo luogo, per poter mettere il cappello su un’eventuale accettazione delle richieste del Grand Old Party. Ma anche, se non soprattutto, per condizionare la corsa al 2024. Se Biden taglierĂ  aiuti, spese di welfare e programmi di assistenza per accordarsi coi Repubblicani il 2024 si aprirĂ  con la possibilitĂ  che Trump e i suoi possano, in vista delle presidenziali, rivendicare maggiori margini di spesa per il futuro in caso di vittoria elettorale. Meno welfare ora vuol dire far fare una sorta di “lavoro sporco” ai progressisti lasciando poi liberi i Repubblicani di riprendere la loro classica agenda fiscale basata sul taglio alle imposte su redditi, utili e proventi finanziari.

Inoltre, c’è anche un fattore umano chiave: con il peso della sua influenza Trump vuole riportarsi in pista dopo lo choc legato all’incriminazione e sfidare a quello che in teoria dei giochi è il “gioco del pollo” i Democratici: chi si scanserĂ  per primo tra conservatori e progressisti? Quanto a lungo Yellen è disposta a portare avanti lo spauracchio del default? Quanto conviene a Biden rischiare uno shutdown sul debito prima e nuove turbolenze sui mercati poi? Trump ritiene che i Democratici non riusciranno a scalfire la pur risicata maggioranza repubblicana alla Camera e dovranno fare accordi. Il Financial Times fa notare che c’è anche una questione psicologica: Trump vuol lasciare intendere che i Democratici temono il default perchĂ© incapaci di gestirlo. Asa Hutchinson, sfidante repubblicano di Trump nella corsa alla nomination per il 2024 ed ex governatore dell’Arkansas, ha definito “un rischio enorme” le parole di The Donald. Ma a dettare le regole del dibattito nella corsa alla nomination conservatrice, oggi come all’esordio nel 2016, resta sempre Trump. E di questo tutto il Partito Repubblicano dovrĂ , nel bene e nel male, tenere conto nel progettare la sfida a Biden.

Dacci ancora un minuto del tuo tempo!

Se l’articolo che hai appena letto ti è piaciuto, domandati: se non l’avessi letto qui, avrei potuto leggerlo altrove? Se non ci fosse InsideOver, quante guerre dimenticate dai media rimarrebbero tali? Quante riflessioni sul mondo che ti circonda non potresti fare? Lavoriamo tutti i giorni per fornirti reportage e approfondimenti di qualità in maniera totalmente gratuita. Ma il tipo di giornalismo che facciamo è tutt’altro che “a buon mercato”. Se pensi che valga la pena di incoraggiarci e sostenerci, fallo ora.