Un progetto alternativo alla Nuova Via della Seta della Cina, portato avanti da Stati Uniti e Giappone allo scopo di limitare l’ascesa geopolitica e commerciale di Pechino nel mondo. È questa l’idea rilanciata dal premier giapponese Abe Shinzo, che già nel 2012 era uscito allo scoperto per proporre ai suoi alleati un’iniziativa concorrenziale rispetto alla Belt and Road Initative di Xi Jinping.
Cos’è la Strategia indo-pacifica libera e aperta
Creare un’area collegata da reti infrastrutturali capace di agevolare il proprio commercio ed escludere gli avversari è il sogno di tutti i governi. La Cina ha già mosso i primi passi per unire Pechino agli Stati eurasiatici e al continente africano, e questo più o meno è lo stesso obiettivo della strategia del Giappone. Si chiama Free and Open Indo-Pacific Strategy (Foip) e può essere tradotta in italiano con il nome di Strategia indo-pacifica libera e aperta. Nasce per dare una risposta concreta all’espansione cinese e per offrire agli Stati che ne vorranno far parte un’alternativa “libera” e “aperta” alla Belt and Road. Più volte gli Stati Uniti hanno paragonato il piano della Cina a una cintura che strangola i membri, ma soprattutto hanno sottolineato come la Nuova Via della Seta porti benefici solo a Xi Jinping.
Un’alternativa alla Nuova Via della Seta cinese
La Cina ha sempre negato la descrizione americana, ma adesso il Giappone, spalleggiato da Washington, rilancia un progetto speculare ma valorialmente opposto alla Belt and Road. Il motto è semplice: unire due continenti, Asia e Africa, e altrettanti oceani, il Pacifico e l’Indiano. I primi progetti della Strategia indo-pacifica libera e aperta comprendono la riqualificazione o la costruzione di porti in Mozambico, Mumbai (da ricordare che anche l’India, come la Cina, potrebbe presto essere colpita dai dazi di Trump), Mombasa, Madagascar e in Myanmar, oltre a una centrale energetica nel Bangladesh. Chiaramente il disegno giapponese non potrà competere fin da subito con la Nuova Via della Seta cinese. L’arma di Abe è quella di sfruttare la nota operatività del Giappone nel costruire infrastrutture di qualità. In più Tokyo promette di operare in linea con la legge internazionale: niente finanziamenti poco trasparenti e zero trappole del debito.
Creare un nuovo ordine internazionale
Il Giappone intende chiarire come il Foip sia un’iniziativa prettamente economico-finanziaria che niente ha a che vedere con il Quadrilateral Security Dialoge, il dialogo strategico-militare tra Stati Uniti, Australia, India e lo stesso Giappone. Il Foip ambisce a creare un ordine internazionale “basato su regole inclusive, omnicomprensive e trasparent””, ma soprattutto è un progetto non esclusivo, aperto cioè a tutti, e non pensato per essere un’alleanza anti-cinese. Il Giappone è pronto a lanciarsi nell’impresa.